Capitolo 22.2: Verso Aleksin

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Il giorno seguente, rifocillati e in forze, proseguirono il viaggio attraversando l'intero altopiano e giungendo al versante est dove una seconda Funivolante li ricondusse a bassa quota. Una volta scesi, rimontarono in sella su nuovi destrieri e si avviarono al trotto lungo i sentieri montani.

«In questo momento ci troviamo al confine tra i regni di Lavenia e Aleksin. Il territorio Alesiano è prevalentemente montano, soltanto la capitale sorge su un'ampia vallata.» Disse Ren.

«Non mi ero mai spinto fin qui. Ho sempre raggiunto Aleksin percorrendo la via che la collega al regno di Arcadia.» Edgar si guardò attorno: un manto verde scuro ricopriva i monti le cui cime erano nascoste dalle nuvole. «Niente a che vedere con le praterie aalboriane o i colli arcadiani.» Anche le temperature lì erano ben diverse.

La strada era un susseguirsi di sali-scendi. Seguirono le indicazione per la capitale alesiana quando il loro cammino fu interrotto da un torrente in piena.

«Da qui non si passa.» Constatò Edgar fermando il cavallo nei pressi del corso d'acqua.

Ren annuì. «Proviamo più a monte, forse troveremo un passaggio praticabile.»

Si diressero a nord costeggiando il torrente reso fangoso dall'improvvisa piena, quando notarono riaffiorare dall'acqua quello che aveva tutta l'idea di essere il corpo di una persona. Era riverso nell'acqua e non dava segni di vita.

«L'hai visto, Ren?» Si allarmò Edgar.

«Forse siamo ancora in tempo, dobbiamo intervenire.» Il giovane cavaliere invertì il senso di marcia e tornò sui suoi passi seguendo la corrente del corso d'acqua. Edgar fece lo stesso.

«Aspetta qui. Sei ancora ferito.» Ren salì sulla sella e quando furono abbastanza vicini all'obiettivo, si diede lo slancio tuffandosi in acqua. Edgar afferrò le briglie del cavallo del ragazzo e attese a riva. Ren riemerse poco dopo e nuotò in direzione del corpo. Nonostante la corrente forte e impetuosa, riuscì ad afferrare le vesti che indossava. Attirò il corpo verso di sé e ne fece riaffiorare il capo: rimase stupido quando si trovò di fronte a una ragazzina priva di sensi. Si trascinò verso riva cercando di non farsi trasportare a valle dalla corrente, Edgar scese da cavallo e lo soccorse. Porse una mano al giovane aiutandolo a uscire dall'acqua.

«Respira ancora, possiamo salvarla.» Senza indugiare oltre, Ren adagiò a terra il corpo della giovane, mise le mani al centro del torace e fece alcune compressioni. Infine, le praticò la respirazione bocca a bocca. Dopo qualche istante la ragazza si ridestò, tossì in modo scomposto e rigettò acqua. Si asciugò le labbra con il dorso della mano e scrutò in modo fugace Edgar e Ren. Qualche istante dopo accadde l'inverosimile: d'impeto, la ragazzina estrasse una coppia di kusarigama uniti da una catena dalla gonna del cheongsam nero e oro che indossava. Le lame raggiunsero il collo di Ren che, grazie alla prontezza di riflessi, riuscì a evitare. Edgar intervenne immobilizzandola.

«Lasciami andare, o te la farò pagare cara!» Strillò.

«È così che ringrazi chi ti ha salvato la vita?» Le rispose stizzito Edgar.

«Me la sarei cavata anche senza il vostro aiuto. Lasciami, ho detto!» Insistette la ragazzina dimenandosi.

Edgar mollò la presa e la ragazza si allontanò da loro mettendosi in guardia. «Chi siete?» Ringhiò.

«Siamo viaggiatori diretti ad Aleksin.» rispose Ren rimanendo sul vago. «Ti abbiamo vista nel fiume priva di sensi e ti abbiamo soccorsa.»

«Non era necessario, so badare a me stessa io so-» la ragazza s'interruppe mordendosi il labbro.

Edgar e Ren si guardarono interdetti.

«Non posso dirvi chi sono e ora scusatemi ma ho una missione da compiere, ne va della vita degli abitanti del villag-» si interruppe di nuovo e fece per tagliare la corda, ma Edgar la afferrò per il colletto del suo abito.

«Dove pensi di andare conciata in questo modo? Sei bagnata fradicia e chissà per quanto sei stata immersa nell'acqua gelida del fiume. Se non ti riguardi rischi di ammalarti in modo grave.»

«Lasciami, accidenti a te!» Insistette la ragazzina. «Ho una missione che devo portare a termine a ogni costo.» Si divincolò dalla presa di Edgar e fuggì.

«Dannata mocciosa. Ren, fermala!» Avrebbe voluto rincorrere lui stesso la ragazzina ma se avesse esagerato la ferita gli avrebbe dato ulteriori noie. Non restava che affidarsi al giovane cavaliere di Barrett.

Ren scattò e in poche falcate riuscì a raggiungerla tagliandole la via di fuga.

«Ti ho detto di non metterti in mezzo!» La ragazzina fece per colpire di nuovo il ragazzo con la sua arma ma Ren la anticipò: estrasse la coppia di spade corte che si portava appresso, intercettò il suo attacco e la colpì alla fronte con una poderosa testata. La ragazzina cadde all'indietro priva di sensi.

«Sei contento ora?» Disse Ren sistemandosi la fascia blu attorno al capo. «Mi chiedo perché volessi fermarla a tutti i costi.»

Edgar si accucciò vicino al corpo inerme della giovane e la disarmò. «Non si vedono tutti i giorni ragazzine armate di kusarigama.» Disse lanciando le armi a Ren. La prese poi tra le braccia e si rialzò. «Questa mocciosa può provenire solamente da un luogo che sicuramente avrai già sentito nominare.» Edgar lanciò un'occhiata a Ren che intuì dove il giovane volesse arrivare.

«Stai pensando anche tu al Villaggio Segreto

Edgar fece cenno di assenso con il capo. «Non è poi così segreto come si vuole far credere. Lo è di nome ma non più di fatto. Secoli or sono era considerato una vera e propria istituzione tra chi voleva imparare a maneggiare sapientemente un'arma. Concluso l'impervio percorso di crescita a cui si viene sottoposti all'Accademia, vengono selezionati solo i migliori combattenti che vanno a occupare le fila della guardia reale del re di Aleksin. Un'élite di guerrieri che insieme sono in grado di tener testa a un intero esercito.»

«Credi che questa ragazza provenga da lì?»

«Sì. E da come ha menzionato la situazione al villaggio, deduco che è accaduto qualcosa di spiacevole.»

«Immagino quindi tu voglia fare chiarezza di persona.»

«Se è davvero così, avremo la possibilità di ingraziarci re Johan Ayne per aver aiutato la sua gente. A quel punto sarà più facile per noi chiedere un'alleanza.»

«Non vi sfugge davvero niente, Edgar Gunther.» Disse Ren. «E sia. Aspetteremo che si risvegli e ci faremo raccontare l'accaduto. Se è davvero come sostieni ce ne occuperemo noi.»

«Prima direi di riscaldarci davanti a un bel fuoco, siete entrambi fradici.» Concluse Edgar. «Mi servi in forze, Ren.» 

La Strega del MaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora