I rappresentanti dei dodici rioni si diedero appuntamento nella piazza principale della città antistante il palazzo reale insieme ai fantini e ai loro cavalli. La cavalcatura che fornì Rhon a Edgar prometteva bene; un giovane stallone nero dalla muscolatura definita.
"Devono dedicare molte risorse nella scelta e nell'accudire i loro cavalli." Constatò tra sé di fronte all'elegante animale.
Per rappresentare al meglio la contrada per cui aveva scelto di gareggiare, aveva deciso di indossare la divisa fornitagli da Rhon: dei pantaloni e stivali neri da equitazione e una giacca rossa e nera, i colori dello stemma del Rione della Civetta. Salì in sella al destriero prestatogli e osservò il resto dei partecipanti in cerca della sua rivale che tuttavia non riuscì a scorgere nel mezzo del caos.
La gara si sarebbe svolta sulla strada che circondava il maniero di re Johan e si sarebbe compiuto un unico giro.
Ai lati del circuito, una folla esultante e festosa si era radunata per celebrare l'evento dell'anno. La maggior parte di loro indossava i colori dei rioni di appartenenza o per cui facevano il tifo. I fantini si allinearono sulla linea di partenza in attesa del via. Il segnale d'inizio sarebbe stato dato dal re in persona che avrebbe assistito alla corsa dagli spalti allestiti sulla piazza insieme ai nobili e ai cittadini più facoltosi della capitale. Anche Ren e Yukiko erano stati invitati a sedersi come ospiti del re.
Il re si alzò dallo scranno e fece un cenno della mano per richiamare il silenzio. dopodiché attese il momento propizio. Per Edgar fu un'attesa snervante. Attimi che gli parvero eterni e che contribuivano solo a crescere la tensione.
Un roboante suono, proveniente dal corno di guerra di Johan e finalmente la sfida ebbe inizio. I fantini spronarono i cavalli a tutta velocità. Edgar cercò di guadagnare più terreno possibile tra lui e gli sfidanti, ma dovette ammettere che erano tutti abili. Tra loro, vide emergere la sua rivale: indossava dei pantaloni bianchi, dei lunghi stivali neri e una giacca a quadri bianchi e azzurri. Beatriss sfrecciò in sella al suo bianco destriero superando i cavalli da corsa uno a uno fino a raggiungere Edgar. Venne superato con facilità, ma non si diede per vinto, spronò ancora il destriero fino a fiancheggiarla. Fu un testa a testa per buona parte della gara fino a quando la superiorità del cavallo di Beatriss non fu evidente. Al loro passaggio, La folla esplose in un boato.
«Dannazione!» L'arrivo si palesò di fronte ai loro occhi ed Edgar capì che non avrebbe potuto più fare nulla per impedire la sconfitta. Beatriss tagliò il traguardo per prima seguita da Edgar e dal resto dei fantini. La donna arrestò il cavallo vicino al suo, sciolse la coda che teneva legati i suoi capelli e mostrò un sorriso così raggiante da suonare come una presa in giro. Edgar ignorò l'ennesimo affronto della giovane. La rabbia per la sconfitta, ardeva.
Grida di giubilo si levarono dalle genti in festa e furono tutte per Beatriss. La principessa percorse un altro giro del circuito al trotto, salutando e sorridendo ai presenti. Al suo passaggio, anche re Johan si levò in piedi applaudendo alla vincitrice. Quando tornò all'arrivo, un gruppo appartenente al suo rione le corse incontro per complimentarsi e lei ringraziò tutti.
Edgar la osservò in disparte. Una mano si appoggiò sulla sua spalla. Si voltò.
«Hai fatto un ottimo lavoro, Edgar. Un secondo posto per noi era un risultato davvero insperato. Siamo contenti di averti avuto dei nostri in quest'avventura» disse Rhon porgendogli la mano.
Edgar la strinse. «Se avrete ancora bisogno di me, non esitate a chiedere.» Infondo, anche se aveva perso, ammise a se stesso che si era davvero divertito.
Le premiazioni si tennero nella sala dei ricevimenti di re Johan. Alla cerimonia presenziarono i rappresentanti dei primi tre rioni classificati: lo storione, la civetta e il gatto, insieme ai loro fantini. Johan fece cenno alla vincitrice di avvicinarsi. Beatriss ubbidì e si inginocchiò al suo cospetto, capo chino. Il re le cinse le spalle con il prezioso mantello e formulò il suo discorso di rito. «Alla vincitrice del trecentosettantaseiesimo Palio di Aleksin ecco in dono il manto del nobile, al Rione dello Storione invece conferisco la spilla d'oro, come riconoscimento per aver vittoriosamente partecipato al palio.»
Un paggio consegnò a Johan un piccolo cofanetto contenente la spilla per i rappresentanti dello storione. Re Johan fu in procinto di consegnare il riconoscimento ai vincitori, ma un forte boato interruppe la cerimonia; i battenti della sala del trono si spalancarono bruscamente e un armigero fece il suo ingresso seguito da alcuni membri dell'élite alesiana nella loro distinta armatura argentata. Indossava un mantello grigio, sgualcito e sporco di sangue su cui era stato cucito il disegno in stoffa di un orso rampante e di una torre. Non vi era alcuna ombra di dubbio: l'uomo era un soldato glarissiano.
Tutti i presenti si voltarono verso il nuovo arrivato.
«Che sta succedendo?» Tuonò Johan Ayne.
All'improvviso, il soldato si accasciò a terra, colto da un malore.
Inorridita, Breatriss andò in suo soccorso. «Chi è stato a ridurvi in queste condizioni? Parlate, che cosa è accaduto?»
L'armigero alzò il capo verso la principessa. Sul suo volto comparve una smorfia di dolore. «Siete voi, Beatriss Barnos. Grazie al cielo, sono arrivato in tempo. Il regno è stat-»
Non terminò la frase che lo colse un nuovo spasmo. Cercò di riprendere parola. «Benicassia... Il re è...» Le parole gli morirono in gola e i suoi occhi rimasero sbarrati su Beatriss.
«Parlate vi ho detto!» Chiese insistente Beatriss scuotendo le spoglie del soldato che la vita aveva ormai abbandonato. Non ricevendo più alcuna risposta, fissò rassegnata l'uomo.
«Ha combattuto contro il dolore delle ferite solo per compiere il suo dovere di soldato. Devo recarmi immediatamente a Glarissia. È accaduto qualcosa di grave. Mio padre è in pericolo.»
«La cerimonia di premiazione è sospesa.» Intervenne Johan chiedendo ai presenti di lasciare la sala. Contrariato, si rivolse poi a Breatriss. «Non posso lasciarvi partire da sola. Non abbiamo sufficienti informazioni su quanto accaduto a Glarissia, potrebbe essere una trappola escogitata da Alein IV e dal suo abile stratega.»
«Non c'è tempo per pensare ai possibili sotterfugi di Alein! Se non faccio qualcosa quel dannato si prenderà Glarissia senza che io non abbia fatto nulla per impedirlo!»
Nel frattempo, Edgar era rimasto al suo posto fissando il corpo senza vita a terra. Serio in volto, decise di prendere parola. «Andrò con lei. Dobbiamo scoprire che cosa è accaduto durante l'assenza di Beatriss.»
«È troppo azzardato» rispose Johan
«È un rischio che possiamo permetterci di correre, se saremo prudenti. Mentre noi scopriremo che cosa è accaduto, alcuni dei tuoi uomini insieme a Ren e Yukiko faranno ritorno a Lavenia e porteranno al tavolo di Barrett e re Edward Gray le trattative per un'alleanza. Il tempo delle riflessioni è giunto al termine, Johan Ayne. I popolo di Aleksin rischia di cadere vittima della vostra indecisione.»
Sul volto del re comparve un sorrisetto sghembo. «Ora mi piacete decisamente di più, principe Edgar. State dimostrando di avere carattere. Se continuate verso questa direzione arriverete presto a prendere il posto di vostro zio.»
«Non prima di aver posto fine alla vita di Alein IV.»
Nel frattempo, Beatriss posò a terra con delicatezza il capo del soldato e si rialzò. Fece un profondo respiro quasi a volersi scrollare di dosso parte della collera che l'aveva assalita. «Mi recherò a forte PietraGuzza, al confine alesiano, con la speranza di incontrare il generale Baaron. Egli è solito recarsi lì per addestrare le nuove reclute. Saprà dirci di più sull'accaduto. Mi auguro solo che mio padre e Ben siano salvi.»
Il repentino cambio di atteggiamento della principessa stupì Edgar. "Trae ispirazione dalla rabbia. Al suo posto forse, non sarei stato così risoluto."
La principessa si avvicinò poi a lui porgendogli il manto del nobile donatole da Johan. «Questo mantello sta meglio a voi, principe Edgar. Accettatelo come ringraziamento per l'aiuto che mi state offrendo.»
Edgar lo afferrò, sorpreso.
"Dunque è questo il carattere che si cela dietro lo sguardo della principessa di Glarissia. Una donna dalla mente ferma e incredibilmente determinata."
«Quando tutto ciò avrà fine, concedetemi almeno la rivincita.»
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La Strega del Male
Fantasy[high | medieval fantasy, sword and sorcery] Cosa sei disposto a perdere pur di raggiungere il tuo obiettivo? Quindici anni dopo il devastante incendio in cui perse la vita sua madre, Edgar Gunther torna nella sua terra natale, il regno di Arcadia...