Epilogo

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Arcadia, anno 4528

«Papà, dove stiamo andando?» Chiese la bambina.

Edgar non si sbilanciò troppo a quella domanda. «È una sorpresa, tra poco lo scoprirai.» Prese la sua piccola mano e insieme percorsero un sentiero in collina, circondato ambo i lati da una fila di cipressi.

«Non vedo l'ora!» Ripose entusiasta.

Il sentiero si fece pianeggiante e di lì a poco terminò. Edgar si accucciò e prese una benda dalla tasca delle brache. «Chiudi gli occhi, manca poco.»

La bambina ubbidì ed Edgar le copri gli occhi facendo un piccolo nodo sulla nuca.

«Ecco fatto.»

«Uffa! Ma così non vedo nulla!» Disse impettita.

Edgar la prese in braccio e riprese a camminare fino a raggiungere le fronde di un maestoso albero di gelso.

«Papà, hai detto che mancava poco, io sono impaziente!»

«Siamo quasi arrivati.» La tranquillizzò Edgar. Rimise a terra la bambina e le sfilò la benda dagli occhi. «Ecco, ora puoi vedere.»

Gli occhietti azzurri della bambina rimasero incantati dal panorama che poterono godere da lassù. Davanti a lei si aprì un'immensa distesa di spighe verdi, papaveri e fiori di campo. Sullo sfondo, il palazzo reale e la città di Arcadia. Iniziò a correre tra le spighe, entusiasta.

«È bellissimo!» Strillò.

Fece una giravolta e poi si fermò a guardare il panorama. Arrivò una brezza leggera che le fece volare via il cappello, ma non se ne curò. I capelli biondi alla luce del sole divennero luminosi come il suo sorriso. Edgar la raggiunse e si soffermò a guardare il panorama insieme a lei.

«Papà, qui è tutto bellissimo!»

Edgar le si sedette accanto. «Sai, anche a lei sarebbe piaciuto venire qui, sono felice che ti piaccia, potrai venirci tutte le volte che vorrai.»

«Veramente?»

«Certo.» Edgar le sorrise e con la mano le scostò una ciocca di capelli dal volto. «E quando volgi lo sguardo al cielo, pensa a lei, che ti protegge da lassù.»

La bimba annuì. Riprese a correre tra le spighe. Raccolse dei papaveri e li lanciò al cielo, infine si buttò a terra ridendo. In quel momento, Edgar immaginò che ci fosse Laraine. Indossava un candido vestito senza maniche mosso dal vento così come i lunghi capelli dorati. La immaginò che si voltava verso di lui, con una mano si scostava i capelli dal viso mentre gli sorrideva, Edgar ricambiò, mesto.

La bimba corse da Edgar e gli fece vedere la ghirlanda che aveva creato, ma notò che qualcosa nella sua espressione era diversa. La bambina si rattristì.

«Papà, perché piangi?»

«Non è niente.» Rispose per tranquilizzarla. Tornò da lei col pensiero, ma era scomparsa. Prese così la ghirlanda di fiori è la posò sul capo della bambina.

«Come mi sta, papà?»

«Ti sta benissimo, Lara.»

La Strega del MaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora