22 - La svolta (I)

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Acquario
"Nulla accade per caso.
Che sia una benedizione, o una disgrazia"


"Non scommettere ciò che non sei disposto a perdere".

Rilessi per la centesima volta il poster davanti a me. Alla Lincoln High erano comparsi come funghi tra l'estate e il nuovo semestre. Doveva essere una sorta di campagna promozionale per disincentivare il gioco d'azzardo tra gli adolescenti perché ne avevo visti altri nel corridoio, tutti con frasi contro le sostanze illegali e l'alcol.

Le avevo trovate ridicole, ma quel giorno provavo quella tipologia di disagio che riesce a scuoterti dentro solo quando pensi che un messaggio sia indirizzato proprio a te. Avevo fatto una scommessa sbilanciandomi con Christian. Avevo fatto una scommessa e avevo perso. Forse più di quanto fossi disposta ad ammettere.

Dei risolini alla mia destra mi spinsero a voltare il capo. Un gruppetto di ragazze del secondo anno mi fissavano e ridacchiavano. Già, la mia nuova normalità: la popolarità.

Il problema di essermi fatta vedere in atteggiamenti intimi con Christian, era che adesso tutta la scuola parlava di noi. O meglio, parlava di come lui mi stava ignorando da giorni.

«Lasciali perdere». Effie chiuse l'anta dell'armadietto con un piccolo scatto e mi fece cenno di seguirla. «È evidente che non abbiano niente di meglio da fare» aggiunse, alzando volutamente la voce.

Mi sforzai di sorridere, mentre le superavamo in direzione della mensa. Effie non era una che cercava di attirare l'attenzione, anzi, quando poteva evitava completamente di mettersi in mostra. Il fatto che avesse zittito quelle ragazze significava tanto per me.

«Lo so» dissi nascondendomi nel maglione che avevo indossato. Era il più largo e coprente che avevo. Sapevo che fosse stupido, ma mi dava l'idea di mimetizzarmi meglio in quel modo. «Devo solo concentrarmi sulla scuola». Era quella la mia priorità. Sistemare il voto del professor Nolan era il mio unico obiettivo della settimana. Avevo già rimandato troppo a lungo e, se volevo provare a partecipare al NHSMUN, dovevo darmi da fare.

«Difficile visto che sembri tra le nuvole». Effie scansò un altro gruppetto che ci stava apertamente fissando. «Non voglio fare la parte di quelle ragazze, ma ti va di dirmi cosa è successo tra di voi?».

Lanciai un'occhiata veloce nella sua direzione, ma lei stava coraggiosamente mantenendo lo sguardo fisso di fronte a sé. Quella era Effie che si comportava da Effie: voleva evitare di mettermi a disagio, ma nonostante i suoi sforzi non mi andava di parlarne. «Un malinteso» esalai infine. «Ecco, cos'è successo».

«Non mi sembrava un malinteso quando ti ho vista in braccio a lui».

Soffocai un gemito. Dio, quanto avrei voluto cancellare le ultime settantadue ore. «Possiamo non parlarne?» chiesi con urgenza.

Lei si limitò a inspirare teatralmente. «Va bene, ma Laya non ti lascerà mai in pace».

Giusto: Laya. Mi guardai attorno, rigirando la cannuccia-braccialetto che continuava a impigliarsi nel mio maglione. Dio, avrei dovuto tagliarla, soprattutto adesso che io e Christian non ci rivolgevamo più la parola. «Dov'è finita questa volta?» domandai.

«Con Philip credo, hanno ancora quel progetto di cui sono fastidiosamente vaghi».

Già, l'esperimento sociale. Laya lo stava prendendo davvero sul serio, ma non avevo le forze per pensarci in quel momento. Quel giorno la mia lista di impegni prevedeva un unico punto: sopravvivere.

Varcammo la soglia della mensa e per poco non trattenni un gemito. Quello era l'ultimo posto in cui avrei voluto essere. La fiumana di studenti in attesa di raggiungere il bancone era così compatta da farmi mancare il respiro. Imitai Effie nell'afferrare un vassoio e, senza essere troppo esplicita, mi guardai attorno. Stavo cercando di individuare Madison o Christian, ma nessuno dei due si vedeva. Un'improvvisa fitta di gelosia mi bruciò lo stomaco, facendomi rimpiangere lo yogurt che mi ero costretta a ingoiare per colazione. Che fossero insieme? Forse era quello il piano di Christian: utilizzare me per far ingelosire lei.

Stelle avverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora