Cancro
"Gli astri prospettano nuovi inizi,
ma tu sei pronta, Claire Cooper?"Ciondolai di fronte alla porta dei Case ripetendomi per l'ennesima volta che stavo facendo la cosa giusta.
Non condividere con Christian le informazioni sui crediti extra sarebbe stato stupido: doveva sapere che Effie aveva mentito e che ci erano state assegnate almeno quaranta ore che non avevamo davvero completato.
Mi ripetei anche che lo stavo facendo per il mio progetto. La relazione dell'NHMSUN ne avrebbe risentito se la mia versione non fosse stata assolutamente in linea con la sua.
Certo, non faceva una piega. Peccato che io neppure l'avessi, una relazione.
Avevo passato gli ultimi cinque giorni tentando di buttare giù qualcosa di buono. Avevo parlato delle difficoltà iniziali, spendendo un quantitativo mostruoso di parole su come il senso di responsabilità e l'appartenenza a questa comunità aveva spinto me e Christian a collaborare. Quando, però, avevo cercato di rileggere quelle due pagine scarse di tema, non ero arrivata neppure alla fine del secondo paragrafo prima di cestinare tutto.
Non funzionava. Il senso di responsabilità, l'appartenenza alla comunità, la voglia di collaborare... Erano tutte forzature che Nolan avrebbe bocciato all'istante.
L'unica versione autentica di quella storia era anche quella che mi avrebbe permesso di volare a New York senza alcun dubbio. La stessa, però, che non potevo utilizzare. Non senza il consenso di Christian.
Fargli leggere quei fogli era impensabile. Si sarebbe accorto di tutto: del modo in cui avevo lasciato che s'insinuasse nella mia vita, di quanto tenevo a lui, al suo parere e al suo benessere. Si sarebbe accorto di quanto potere aveva su di me e non potevo permetterlo.
Sospirai, cercando di eliminare tutti quei pensieri. Non mi avrebbero portata da nessuna parte. Dovevo solo concentrarmi sul presente. Un passo alla volta... un passo alla volta e sarebbe andato tutto bene.
Sollevai il dito, pronta per mettere fine a quel dibattito interno, quando la porta si aprì violentemente.
Sobbalzai all'indietro, mentre una ragazza con lunghi capelli corvini faceva esattamente la stessa cosa. Aveva un taglio di occhi particolarissimo che mi catturò all'istante, profondo e un po' allungato. Era bella da star male, ma mi riscossi all'istante quando le sue labbra si tesero in una linea nervosa. Perché ogni volta che cercavo Christian rischiavo di imbattermi in ragazze bellissime e molto più grandi di me? Questa, a giudicare dall'abbigliamento sofisticato, doveva andare quantomeno al college.
La vidi incrociare le caviglie ornate da un bellissimo paio di sandali oro e io, nel mio vestitino nero con le ciliegie, mi sentii la regina delle sfigate. «Ci conosciamo?» mi chiese attenta.
No, non c'era possibilità che ci fossimo già incontrate. Non avrei mai dimenticato un viso del genere.
Scossi la testa e tenni per me quei pensieri. «No, sono un'amica di...». Di Christian? Di Alex, forse? Tentennai, perché non sapevo neppure io come completare quella frase. Qualsiasi cosa avessi detto, sarebbe stata una bugia.
«Ah, di Alison!».
La ragazza mi guardò con un'aria vittoriosa che mi fece sprofondare lo stomaco. Okay, forse non ero troppo alta, ma davvero sembravo così piccola?
La vidi sorridermi ancora come se avesse collegato tutto. «Eri alla sua festa di compleanno, giusto?».
Non so perché non finsi che fosse andata proprio così. Il pericolo di quella situazione mi risuonava dentro come un campanello d'allarme. Insomma, sapevo che Christian era stato con un mucchio di ragazze, ne avevo avuto la prova con Madison, con la ragazza che aveva rispedito a casa con la sua macchina e anche con quella che avevamo incontrato alla clinica. Perché quindi con questa avrebbe dovuto essere diverso?
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Stelle avverse
ChickLitClaire ha tre certezze, piccole ma indissolubili: 1. Iniziare l'anno scolastico con Plutone contro è stata una stronzata 🪐 2. Christian Case è un maledetto Figlio del Demonio™ 3. Non c'è alcuna possibilità che collabori davvero con lui... No, nepp...