33 - Rivelazioni (I)

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C H R I S T I A N

Lessi per la decima volta il referto tra le mie mani, cercando di tornare a respirare. Non ci riuscivo, cazzo, perché quella parola – positivo – aveva appena affondato gli artigli nel mio petto.

«So che eri preoccupato per l'HCM, Christian» disse il medico di fronte a me. Era un idiota che mio padre aveva scovato chissà dove, ma era sempre stato discreto con la mia famiglia e in quel momento era tutto ciò che m'importava. «Avresti dovuto dirmi, però, che facevi uso di steroidi anabolizzanti, ci saremmo risparmiati un sacco di tempo».

Strinsi le mani così tanto che rischiai di strappare il foglio. «Gliel'ho già detto: non faccio uso di steroidi».

Il dottor Stevenson mi lanciò la stessa occhiata incredula che avrebbe rivolto ai suoi figli: non mi credeva e la cosa mi faceva incazzare ancora di più.

«Non hai notato gli effetti collaterali?» mi domandò, «aritmie? O improvvisi scatti d'irritabilità?».

«Sì» replicai a denti stretti. Stavo impiegando tutto il mio autocontrollo per rimanere seduto su quella fottuta sedia a farmi trattare come uno stupido. «Per quello sono venuto a fare i test dell'HCM».

«Beh, non devi preoccuparti per quello». Estrasse di nuovo la cartelletta con i referti. «Lo spessore è buono. l'ECG, l'eco e il test sotto sforzo hanno prodotto risultati standard per un ragazzo della tua età».

Persi la pazienza. «E perché cazzo mi avete fatto fare tutti gli altri esami, allora?».

Il sorriso professionale che mi rivolse rischiò di farmi uscire definitivamente di testa. «È incluso tra le prestazioni che la vostra assicurazione sanitaria vi garantisce».

Sbattei le palpebre, non potevo crederci: avevo appena scoperto di avere anabolizzanti nel mio sangue solo perché mio padre pagava una maledetta assicurazione che costava più di quella maledetta clinica. «Ma certo» mormorai incredulo, passandomi una mano tra i capelli.

Stevenson stava dicendo ancora qualcosa, ma lo ascoltai appena. Il mio cellulare aveva ripreso a vibrare come un pazzo, cosa che aveva fatto per l'intero pomeriggio, dopo che avevo chiesto a Logan di andare a prendere Claire.

Erano quasi otto ore che ero chiuso lì dentro e non potevo lasciarla da sola in una sala d'aspetto senza nessuna informazione. A quanto pareva, però, la mia alternativa non le era piaciuta lo stesso, perché era la terza volta che provava a richiamarmi.

Deviai la chiamata sulla segreteria telefonica e tornai a guardare Stevenson che non faceva altro che ripetermi che stavo buttando via il mio futuro e che dovevo smettere all'istante.

Il mio futuro.

Ventiquattr'ore fa non credevo neppure di averlo un futuro. Ero sicuro che fosse l'HCM la causa di miei sbalzi d'umore, delle crisi di rabbia e degli scompensi cardiaci.

E invece qualcuno mi stava drogando a mia insaputa.

Ancora una volta, serrai le mani attorno a quel foglio che indicava chiaramente come fossi risultato positivo a una tra quell'elenco di droghe che non avevo mai sentito nominare. La cosa che mi faceva incazzare di più era che chiunque mi avesse drogato era riuscito ad arrivare abbastanza vicino a me da fregarmi completamente, perché non avevo idea di come quella roba fosse finita nel mio corpo.

Sentivo la rabbia che mi montava dentro ogni volta che incastravo un nuovo tassello. Qualcuno stava cercando di mettermi nei casini, era quella l'unica spiegazione, perché se avessero effettuato un test in una delle ultime partite io sarei stato fuori dal football per sempre.

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