32 - Scelte (III)

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Toro
"Il sole splende e gli astri sono favorevoli.
Questa strana agitazione quindi cos'è? Noi la chiamiamo istinto"


Ciondolai sull'altalena del parchetto di fronte alla Lincoln High mentre osservavo gli studenti raggruppati nel cortile.

Se quello fosse stato un giorno normale, avrei preso il mio caffè lungo senza cannella e ne avrei ordinato uno per Laya perché tanto sapevo che sarebbe arrivata in ritardo. Effie, invece, l'avrei già trovata seduta sulla panca accanto alla vetrina, un libro in mano e una porzione di brownies appena assaggiata. Chiaro, non poteva sprecare tempo prima degli esami di metà semestre. Da lì all'estate il passo era breve, ce lo ripeteva sempre, anche se noi ci ritrovavamo immancabilmente all'ultimo a dover ripassare l'intero programma.

Quella mattina, però, avrei insistito per farle posare il libro. Sarebbe bastato nominare Christian e accennare al fatto che avessi dormito a casa sua. Laya si sarebbe strozzata con il caffè, Effie avrebbe fatto quella sua faccia a metà tra il disgustata e l'interessata, e mi avrebbe intimato di parlare. Quasi potevo sentire i loro commenti mischiati al profumo di vaniglia zuccherina che rendeva i dolci di Sady's quasi tutti uguali. 

Già, sarebbe andata proprio così. Ma quello non era un giorno normale e io non potevo più contare sulle mie due migliori amiche.

Sbattei gli occhi velocemente per scacciare le lacrime, mentre una figura ben piazzata si sedeva sull'altalena accanto a me.

«Mio fratello ti ha fatta diventare una stalker?» domandò Alex piantando i piedi a terra.

Ignorai la sua domanda e lo guardai brevemente prima di riprendere a osservare la scuola. «Ti ha mandato lui?».

Lo sentii muoversi pigramente, le catene cigolare al ritmo delle sue spinte svogliate. «Credo» disse vago, «sai com'è Christian: ha grugnito qualcosa che assomigliava vagamente al tuo nome e io da bravo fratello minore sono corso da te».

Un sorriso comparve sulle mie labbra, una vera novità in quella giornata che non prevedeva altro che drammi. «Di' a Christian che so cavarmela da sola».

«Oh, lo sa». Il tono divertito di Alex mi spinse a voltarmi nella sua direzione. Aveva il viso assonnato, ma gli occhi gli brillavano come se stesse pensando a una battuta che conosceva solamente lui. Era il più contenuto tra i due Case, quello con la media perfetta e quello che combinava meno casini, ma era anche quello abbastanza sveglio da prenderti in giro senza che neppure te ne accorgessi. «Sa che sai cavartela» disse. Le sue labbra fremettero. «Non avrebbe chiesto aiuto a me, altrimenti».

Scossi al testa ridacchiando. Avevo rinunciato a capire il loro rapporto, ormai.

«Allora...». Lo vidi spingersi ancora avanti e indietro pigramente, schivando una pozzanghera che rifletteva le poche foglie sopravvissute all'inverno. «Sei pronta a entrare?».

Non appena pronunciò quelle parole, i miei occhi schizzarono di nuovo sulla scuola. Il cuore mi finì in gola, come se volesse rispondere al posto mio. «Se dicessi di no cambierebbe qualcosa?».

«In effetti sì» replicò lui, «oggi potrei portarti a prendere un milk-shake e domani a mangiare una ciambella».

Le mie labbra si piegarono in un sorriso amaro. Apprezzavo il tentativo, ma quel gioco non sarebbe potuto durare in eterno. «E la prossima settimana, invece?».

Alex fermò il suo dondolio. «La prossima settimana dovresti comunque ritornare a scuola e affrontare qualsiasi cosa stia succedendo».

Sembrava facile, detta così. Alex era calmo, razionale. Mi avrebbe lasciata scappare per un po', prima che fossi costretta a scontrarmi con l'inevitabile. Avevo la sensazione, però, che non sapesse affatto di Effie e Laya. «Christian non ti ha detto nulla?» gli domandai.

Stelle avverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora