Il libro [1]

4.1K 286 0
                                    

Joy aprì rapidamente gli occhi e rischiò di cadere dal letto quando un tonfo sonoro la fece svegliare di colpo. Cyrer, a causa dei suoi continui movimenti sonnambuli, aveva lanciato un urlo ed era caduta a terra colpendo il pavimento con avambracci e gomiti, oltre alle ginocchia. La ragazza la osservò e la trovò più goffa e buffa e che mai, per cui non riuscì a trattenere una piccola risata che contenne gonfiando le guance quando Cyrer le rivolse uno sguardo furente.

Distogliendo lo sguardo, la novellina notò un'insolita mancanza che seppe subito riconoscere. «Dov'è andata Aireen?», domandò infatti.

«Si sarà alzata presto come ogni mattina, non dubito che sia attualmente in giro ad aiutare qualcuno nelle mansioni più noiose. Aireen è sempre stata una buon samaritana», sibilò Cyrer rimettendosi in piedi e massaggiandosi le giunture livide. «A proposito, si può sapere cosa ci fai ancora qua? A breve Dream inizierà la lezione con i cadetti, pensavo di averti informata», le ricordò.

Jocelyn, ottima studentessa come al solito, scattò in piedi e andò a cercare una divisa pulita da indossare per l'occasione. «Hai ragione, me ne ero dimenticata del tutto!», sbuffò nervosa afferrando il malloppo di vestiti e guardandosi attorno alla ricerca di un bagno. «Dove posso fare la doccia?», domandò non trovando ciò che stava cercando.

Cyrer mosse la testa come a voler indicare qualcosa. «Mi spiace, ma quelle vengono azionate solo in piena estate. Più tardi andrai al lago e ti rinfrescherai un po', ma ora non c'è tempo. Metti i vestiti e fila a scuola!», le ordinò secca la donna. Il suo tono, o forse le parole che aveva pronunciato, le resero per un attimo molto simile alla madre di Joy, che avvertì una fitta di nostalgia stringerle lo stomaco. Ciononostante, si affrettò a scacciare il suo ricordo seppur con dolore e subito fece come richiesto.

Un sorriso attraversò per un attimo le labbra di Jocelyn mentre la ragazza correva attraverso le vie costellate di alberi per giungere in tempo alla tanto rinomata scuola delle reclute, che non aveva avuto il piacere di visitare dall'interno il giorno prima. Il motivo di quella gioia fugace fu probabilmente la somiglianza dell'ansia del ritardo con quella provata ogni altro giorno, in città, se per caso la mattina si svegliava troppo tardi e finiva per dover entrare al liceo qualche minuto od ora più tardi.

La sua voglia di essere presente e di non fare cattiva figura fu abbastanza da convincerla a non fermarsi neppure alla mensa, per chiedere qualcosa come del pane fresco o della frutta da mangiare prima delle lezioni. Si tenne inoltre distante dai lycan che ogni tanto le sfrecciavano attorno, terrorizzandola, ma fu lieta di constatare che, quando nessuno di loro la aggredì, la sua fobia andò affievolendosi. A tratti imbarazzata dalla situazione in cui si trovava, si fermò raramente e solo per riprendere fiato. Il campo era davvero grande e le strutture non erano esattamente vicine l'une alle altre, per cui trovò qualche difficoltà nel mantenere il ritmo, capendo che forse, in forma ferale, avrebbe impiegato meno tempo, ma ne sapeva ancora molto poco e non era neppure sicura di riuscire ad assumere a proprio piacimento il corpo della lupa bruna che era divenuta prima del suo arrivo al Branco.

Con qualche sforzo riuscì ad arrivare alla scuola nel giro di quindi minuti, così attraversò la biblioteca e poggiò la mano sul pomello della porta, accingendosi ad aprirla, ma qualcuno fu più rapido di lei. Dream non si servì di parole per far intendere alla ragazza quanta pazienza stesse perdendo a causa del suo ritardo una volta che comparve sull'ingresso. Il suo udito aveva percepito l'arrivo della recluta prima ancora che lei varcasse la soglia della biblioteca.

Joy non osò controbattere né sostenere lo sguardo severo di Dream, così abbassò la testa e passò oltre. «Mi sbrigo...», promise con tono sottomesso.

La classe in cui la ragazza si ritrovò era abbastanza grande, più di quanto le era sembrata dall'esterno, con almeno cinque file di banchi disposte ognuna su un piano superiore rispetto a quella di fronte, creando quindi un ambiente simile a quello di un'università. I banchi erano uniti, ognuno con dodici sedie su ogni fila, sei a destra e sei a sinistra e tre corridoi sui lati e al centro utili per muoversi più liberamente all'interno dell'aula.

Wolf Souls- VampiresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora