Si domandò come avesse fatto la belva a raggiungerla fin dentro casa. La stava osservando nel buio, vedeva il luccichio sinistro nei suoi occhi. Indietreggiò sulle ginocchia, ma l'animale mimò alla perfezione il suo movimento. Joy scosse il nuovo arto al termine della colonna vertebrale ed egli fece lo stesso. Qualcosa non andava. La ragazza osservò l'ambiente nel quale il mostro era immerso. Una stanza violacea, con il tetto dipinto di un pallido lilla adornato da stelle bianche. Il letto alle sue spalle rispettava i colori con i quali si abbinava, mentre i mobili erano tutti di legno scuro con il fronte anch'esso bianco. L'esatta descrizione della camera da letto di Joy.
Ormai era chiaro che qualcosa non quadrasse. "Non è reale", si disse Jocelyn. Avanzò. La belva fece lo stesso contemporaneamente, ma lei non reagì. Non tornò a nascondersi. I lineamenti della creatura la incuriosirono abbastanza da permetterle di osservarla ancora a lungo. Si accorse che non assomigliava più tanto all'essere mostruoso che l'aveva ridotta in fin di vita nel bosco. Non corrispondeva con i suoi ricordi: Il suo aggressore non aveva la pelliccia bruna e rossiccia, le zampe snelle come il lungo volto e gli occhi dorati colmi di paura. L'altezza era pressoché identica, giusto un po' meno elevata. Il grande lupo non la terrorizzava come invece faceva quello grigio che aveva incontrato nel sottobosco. Quello che aveva dovuto affrontare e contro il quale aveva perso. Joy osservò i tratti canini più simili a quelli della belva: i muscoli tesi vicino al naso nero e umido e le zanne leggermente sporgenti dalle labbra, così come gli artigli bianchi facevano capolino dalle zampe ricoperte di peluria.
Joy si voltò, lentamente. Vide il suo pigiama e la sua biancheria completamente a pezzi, piccoli stracci che costellavano il tragitto percorso, quello dal letto fino all'armadio. Tornò di fronte allo specchio e comprese. Non vi era nessuno nella sua camera, eccetto lei. I mostri non l'avevano raggiunta in casa sua, era stata lei a diventare uno di loro. Provò a emettere un verso spaventato, ma riuscì solo a guaire. Indietreggiò, mugolando intimorita. La sua coda strofinò contro il letto e, quando la trave di legno venne colpita dall'animale, l'intero materasso si spostò, con tanto di piedi di mogano, che sfregando contro la pavimentazione produssero un incredibile fracasso. Il libro che sua sorella Britney le aveva donato cadde dal comodino e si rovinò al suolo, aprendosi su una pagina casuale. Jocelyn rivolse al regalo un secondo di attenzione, che poi concentrò di nuovo sul suo riflesso. Avrebbe voluto piangere, ma non ci riuscì. Costretta a contenere le lacrime, soffrì moltissimo. Nascose la coda fra le due zampe posteriori e strinse i denti fino a sfregarsi a sangue le gengive.
«Di nuovo! Hai sentito?», ripeté la voce al piano inferiore. Era la voce della madre della ragazza, che come sempre sussurrava, ma questa volta il suo tono venne incrinato dall'angoscia.
«Sì», rispose il padre, probabilmente alzandosi da una delle sedie di legno poste attorno al tavolo del soggiorno. «Non preoccuparti, vado al piano di sopra a controllare. Potrebbe essere Britney...», ipotizzò.
«Brit è uscita con le sue amiche qualche ora fa, non è possibile!», spiegò di nuovo la donna.
A quel punto suo marito le voltò le spalle e salì le scale fino a trovarsi di fronte alla camera di Jocelyn, la quale porta veniva spesso chiusa a chiave, come d'altronde era di consuetudine per i giovani della sua età. Vi bussò sopra due volte. «Joy? Tesoro?», chiamò con tono neutro. Jocelyn sobbalzò quando le parve estremamente vicino. Altri due colpi sulla porta. «Io e la mamma abbiamo sentito dei rumori. Potresti aprire?», domandò. Era premuroso come sempre, ma questa volta anche insistente.
La ragazza indietreggiò e abbassò il muso, sforzandosi di non produrre alcun rumore. "Non possono vedermi in questo stato... li spaventerei a morte!", comprese. Si guardò attorno alla ricerca di un posto in cui nascondersi. Infilò il viso sotto il letto, ma era impossibile che il resto del suo corpo riuscisse a entrare in uno spazio così limitato. Persino l'armadio non sarebbe bastato a contenerla. In un momento di disperazione, guardò attraverso la finestra e posò gli occhi sul balconcino collegato alla camera.

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Wolf Souls- Vampires
Werwolf•[ Capitolo 1 della serie di Wolf Souls ]• Jocelyn ha quindici anni ed è una normale adolescente, gentile ed intelligente. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare cosa le sarebbe accaduto durante una normale gita scolastica. La sua vita viene sconvolt...