Non fu difficile convincere le guardie che controllavano i limiti del campo a far passare Fanny e Joy. Le due, senza ulteriori problemi, si allontanarono di qualche chilometro dal villaggio, dirigendosi a Nord. Fanny correva speditamente e fiutava l'aria. Ad un tratto si girò per controllare che Joy le fosse ancora dietro e la trovò esattamente al suo fianco. La novellina era più veloce di quanto le fosse sembrato. Si muoveva leggera, studiando l'ambiente con lo sguardo, le orecchie dritte e attente, gli occhi socchiusi e accorti. Annusava sia l'aria che il suolo, tastando bene con le zampe il terreno.
"Cosa hai intenzione di cacciare?", la interpellò curiosa Jocelyn, sedendosi e muovendo appena la coda. Stava pensando a un modo per raggiungere un ruscello poco lontano, avendo sentito molti cacciatori parlare dell'abbondanza di pesci in quel determinato corso d'acqua. Avvistava i lycan tornare dalla foresta con cesti abbondanti di trote e salmoni.
Fanny non impiegò molto tempo a rispondere. "Cinghiali, Cervi. Quello che ci capita a tiro".
"E se incontriamo qualche predatore? Si aggirano degli orsi in questi luoghi", avvertì l'altra.
"Sono addestrata per eventuali situazioni e siamo due forti lycan. Non c'è nulla da temere", rispose sicura la ragazza.
Jocelyn mosse le possenti spalle. "Se lo dici tu", mormorò.
A Fanny non piaceva molto discutere, perciò si voltò alla sua sinistra e fiutò l'aria. Sembrò interessarsi a qualcosa. "Capriolo", spiegò iniziando furtivamente a camminare seguendo un percorso dritto, senza smettere di annusare l'erba.
Jocelyn mimò i suoi movimenti e abbassò la schiena, diminuendo il rumore prodotto dalle sue zampe anteriori e posteriori. Appena si trovarono sottovento l'odore della preda si fece più forte e persino Joy lo percepì sentendo l'acquolina in bocca. Fanny drizzò le orecchie, ascoltando i passi del capriolo poco distanti. Jocelyn non voleva rendere la morte del piccolo animale troppo lenta e dolorosa: le sarebbe bastato un singolo morso per spezzare il suo sottile collo e risparmiargli inutili sofferenze.
"Nascondiamoci", comunicò sottovoce Fanny. Un attimo dopo si spostò verso una macchia di alberi.
"Vai dall'altro lato, gli tenderemo un agguato", spiegò poi.
Joy, senza ribattere, fece come richiesto. Sapeva di non dover far rumore o la preda sarebbe scappata. Tendendo l'orecchio, la ragazza capì che il capriolo era isolato, dunque sarebbe stato più facile catturarlo in caso di fuga. Jocelyn scelse un punto in cui l'erba era più alta e la copriva perfettamente, nonostante le grandi dimensioni. Doveva ricordarsi di non essere un lupo qualunque, ma una lycan la cui statura raggiungeva e superava quella di un uomo adulto. Era probabile che il capriolo non raggiungesse neanche la metà della sua grandezza, ma sarebbe bastato per sfamare tre o quattro persone come lei. I messaggi che lanciava Fanny dall'altro lato dell'area servendosi di linguaggio del corpo e piccole trasmissioni di suoni furono captati facilmente. Facendo come richiesto, Joy avanzò lentamente con passo felpato, spingendo il naso fuori dall'erba. Osservando attentamente, i suoi occhi ambrati inquadrarono la preda. Era un esemplare maschio, molto giovane ma abbastanza grasso. La lycan poteva sentire perfettamente il respiro regolare dell'ignara preda, percepiva il fruscio dell'erba causato dallo spostamento delle zampe e il battito del suo cuore che riecheggiava fino ai suoi timpani. Sapeva che nessun'altra creatura, tantomeno un umano, avrebbe potuto cogliere suoni come questi a una tale distanza e ancora una volta pensò di aver trovato una conseguenza positiva alla sua trasformazione in licantropo.
"Adesso verremo fuori lentamente dal nostro nascondiglio e gli gireremo intorno. Non fare passi falsi e ascolta cosa ti dico", avvertì prontamente Fanny. Jocelyn rispose dichiarando di aver capito perfettamente. Guardando oltre la preda riconobbe il muso scuro della compagna cacciatrice, determinata e in piena concentrazione ma comunque elegante.
"Uno...", cominciò con il conto alla rovescia. Entrambe le lupe mossero un passo in avanti, silenzioso ed invisibile agli occhi del capriolo.
"...due...", continuò. Le zanne bianche e lucide di Fanny sembravano piegate in un sorriso impaziente.
"...tre!" Un altro passo, poi un altro ancora. Un ringhio canino attirò l'attenzione dell'ignara creatura.
Le due possenti lycan, sempre a schiena bassa, uscirono dal loro rispettivo riparo e mostrarono le fauci allo sfortunato capriolo. La preda dapprima si guardò intorno, sembrava confusa e spaventata e aveva validi motivi per esserlo. Si trovava di fronte ad una pozza d'acqua, mentre Fanny gli si avvicinava pericolosamente alle spalle, senza fretta. Voleva stringerlo attorno alla pozza e bloccargli la strada. Non avendo scelta, l'animale mise in moto le esili gambe e si tuffò contro la pozzanghera, sollevando qualche schizzo d'acqua a causa dell'impatto degli zoccoli contro di essa, la guadò disperato e subito dopo si diresse verso un'area sufficientemente alberata del bosco. Iniziò ad emettere suoni simili all'abbaio di un cane, per chiedere aiuto a dei suoi simili. Ovviamente nessun altro capriolo sarebbe corso ad aiutarlo, non contro due predatrici così grandi e pericolose. Fanny gli si gettò contro correndo come un'indemoniata e subito Joy le andò dietro. Con le zampe si dava la spinta e ad ogni passo faceva un piccolo salto per raggiungere la compagna. Gli alberi non causavano grossi problemi ai lycan ma davano un netto vantaggio alla piccola preda, che poteva sfrecciare più facilmente tra i rami puntuti.
Jocelyn poteva sentire la brezza sul viso scompigliarle i ciuffi mori del manto ben curato e l'adrenalina scorrerle nelle vene. Questa sensazione di libertà la spinse ad aumentare il passo e quasi riuscì a superare Fanny, che la guardo ringhiando sommessamente, competitiva. Le sembrava di trovarsi sul parabrezza di una macchina da corsa che sfrecciava sull'autostrada oltre la città. Si sentì viva come mai prima d'ora, così lasciò che la lingua le penzolasse al lato della bocca, spasimando come un cane. Ignorò il ringhio di Fanny e senza degnarla di uno sguardo focalizzò il giovane ungulato dal manto color nocciola. Aprì ancora di più le fauci iniziando a respirare con fatica, mentre faceva grandi passi e salti dandosi aiuto con le zampe posteriori. Poi ci riuscì: superò Fanny.
La cacciatrice ringhiò e provò a morderle la coda. Forse avrebbe preferito restare in testa e uccidere la preda, ma Joy voleva provare il gusto del sangue del capriolo tra le labbra. L'odore le impregnò le narici e sentì l'acquolina in bocca, pronta ad attaccare.
Il capriolo iniziò, poco dopo, a stancarsi. Senza ascoltare i messaggi che le lanciava disperatamente Fanny, Jocelyn puntò le zampe al terreno e saltò. I secondi le parvero minuti e non staccò lo sguardo dal povero animale di fronte a lei. I suoi artigli e le sue zanne erano pronti a sventrare i fianchi della vittima, ma qualcosa andò storto. Il capriolo non si voltò, continuò invece a correre aumentando di velocità, spinto dalla forza della disperazione e dall'istinto di sopravvivenza. Le zampe e le fauci di Jocelyn si chiusero sul nulla e lei atterrò con il muso sul terreno, rotolando violentemente per qualche metro e poi bloccandosi, sbattendo le costole contro un albero che arrestò la sua corsa. Guaì sentendo un terribile dolore alle ossa e non osò alzarsi da terra. Si sentiva la testa girare ed osservò tristemente il capriolo correre via esausto ma felice, girandosi a guardare solo un attimo la lupa come se volesse farsi beffa di lei. Fanny rallentò bruscamente accanto a lei e le ringhiò contro snervata.
"Sei una stupida, Jocelyn! Si può sapere cosa ti è preso?". La voce che rimbombò nella mente di Joy era furiosa e delusa.
"Scusa, Fanny... io... io non so cosa sia successo", provò a difendersi, iniziando ad alzarsi con l'uso delle zampe anteriori, ma il torace non la aiutò. Con un altro guaito, la lycan ricadde al suolo. "Ecco, non ho mai cacciato prima d'ora. Mi sono fatta trascinare dall'istinto", provò a dire. Il fiato le mancava ma per fortuna in forma ferale non le serviva a parlare.
Fanny era sconvolta. "Non capisco cosa ti sia passato per la testa, ma di sicuro le tue costole non ne sono uscite illese. Forza, ti do una mano a rimetterti in piedi, ti riporto al villaggio".
Lentamente e con tanta amarezza nel cuore, le ragazze tornarono a casa a mani vuote e bocca asciutta.
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Wolf Souls- Vampires
Про оборотней•[ Capitolo 1 della serie di Wolf Souls ]• Jocelyn ha quindici anni ed è una normale adolescente, gentile ed intelligente. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare cosa le sarebbe accaduto durante una normale gita scolastica. La sua vita viene sconvolt...