Come se non bastasse, un ramo le strisciò lungo il viso e un attimo dopo Joy realizzò di aver perso gli occhiali, caduti o rimasti appesi alla frasca che l'aveva colpita. Non volle neanche pensare all'opzione di fermarsi e recuperarli e continuò a mettere un piede di fronte all'altro, sollevando le ginocchia e correndo senza più fiato per chiamare aiuto.
La sua pelle era ormai purpurea in molti punti, con ferite aperte e sanguinanti che le bruciavano e si riempivano di terriccio, specialmente quando la ragazza non notò la radice di un albero alquanto robusto proprio di fronte a lei.
Inciampò senza alcuna grazia e si rovinò al suolo con un lamento stanco e dolorante. Ad avere la peggio era stata la sua gamba destra, il cui ginocchio pulsava per il colpo.
Incapace di muoversi, Joy tese l'orecchio e avvertì le rapide zampate della belva che le stava alle calcagna e sbuffava aria calda, impegnata nella corsa.
Con un ultimo balzo la creatura le piombò addosso, prima ancora che Joy potesse realizzare di essere stata raggiunta.
Decisa a non voler mollare sollevò le braccia e afferrò la pelliccia dietro le orecchie dell'animale, tirandola con quanta più forza poteva, ma i suoi tentativi furono inutili. Allora cominciò a sollevare le ginocchia e a difendersi con pugni che nonostante tutto venivano sviati o schivati, ma che comunque venivano sferrati con assurda debolezza.
Il lupo cominciò ad infuriarsi e morse l'aria di fronte al naso di Joy, serrando le fauci con uno schiocco che riecheggiò tutt'attorno a loro.
La studentessa strillò e si copri il viso con le mani mentre il mostro tentava un altro affondo con le sue zanne. Allora, un dolore lancinante al polso la fece tremare e contorcere.
Il lupo aveva azzannato il suo avambraccio e persino il suo mignolo.
La sua bocca grondò sangue e il suo puzzo metallico si mischiò a quello nauseabondo dell'alito della creatura, riempiendo le narici di Jocelyn che trattenne un conato di vomito e non riuscì neppure a urlare di nuovo.
Grazie all'adrenalina, il dolore non durò a lungo, ma il sangue continuò a scorrere e schizzò sul muso del mostro. Joy capì di non avere scampo e decise di pregare che tutto finisse in fretta.
Un rumore di passi accompagnò la scena dal sottobosco. Le foglie volarono in piccoli vortici formando un cerchio attorno alla ragazza e al lupo. L'udito di Joy, tuttavia, smise di percepirli in fretta. Non provò più alcuna sensibilità e lottò contro se stessa per non perdere tutti i sensi.
Si dimenò come una folle, tentando di strisciare via, mentre il lupo tentava di afferrarla dalle spalle. A causa dei rapidi movimenti della ragazza sbagliò il colpo, ferendola con un morso alla gola.
Rimase attaccato alla sua pelle ancora per qualche secondo, ritraendosi solo dopo con uno sguardo abbastanza preoccupato.
Joy non riuscì a vederlo. Smise di muoversi e capì di aver perso. Ora che anche la sua gola era stata ferita, un rivolo rosso sgorgò dalle sue labbra con un colpo di tosse. Fra uno spasmo e l'altro, le sue braccia ricaddero al suolo e le sue gambe si afflosciarono al terreno in una posizione anormale, come quella che si assume durante il sonno.
Con gli occhi opachi osservò il cielo completamente bianco su di lei, grazie ad un misero spazio vuoto compreso tra le fronde dei faggi. Schiuse e serrò le labbra più e più volte, tentando di pronunciare qualcosa, qualsiasi cosa. Il nome di Serena, ad esempio. Si pentì in silenzio delle scelte che aveva preso quel giorno e infine accettò la sua morte, prima che la sua mente cadesse nella confusione.
Cominciò a immaginare il suo corpo svanire e tramutarsi in energia assorbita dal terreno. Sognò di un albero che cresceva lì dove lei aveva perso la vita, dei fiori che lo circondavano. La sua famiglia e i suoi amici avrebbero di certo sofferto la sua perdita, una cosa che mai si sarebbe perdonata.
Il lupo rantolò e la afferrò per il colletto dopo averla aggirata. Cominciò a camminare al contrario, sbuffando e trascinando Joy con sé, la sua vita appesa a un filo. La ragazza finse di essere già morta e non si mosse, non avendo la forza per farlo. Venne trasportata lontano, tra i tronchi e i rovi, infastidita dalle pietre e dalle radici che le facevano dolere la schiena.
Prima di chiudere gli occhi rivolse un ultimo sguardo alla foresta di fronte a sé e notò due grandi figure comparire di fronte ai suoi occhi. Dapprima pensò si trattasse di altre fameliche belve. Se esisteva qualcosa come un gigantesco lupo dagli occhi rossi e brillanti, di certo non si trattava dell'unico esemplare.
Si stupì, invece, di riconoscere due figure umane. Un uomo e una donna, l'uno di fronte all'altra, che guardavano in sua direzione. Erano entrambi molto alti, troppo per delle normali persone.
La testa del maschio raggiungeva uno dei rami più alti dell'albero sul quale era appoggiato, per cui doveva sfiorare di certo i due metri di altezza. Forse di più.
La donna non era da meno, ma i suoi capelli ramati, lisci e lunghi, sciolti sulle spalle la facevano apparire vagamente più bassa. Entrambi erano vestiti di abiti insoliti e antichi, che Joy riconobbe come appartenenti all'epoca vittoriana, conclusasi da molto, molto tempo, totalmente neri e troppo eleganti per dei presunti cacciatori.
Jocelyn si mise l'anima in pace. In punto di morte, stava di certo avendo delle allucinazioni. Si domandò se quelle due strane figure l'avrebbero accolta nell'aldilà quando il terreno smise di essere composto da rocce ed erba alta e cominciò a palesare ciottoli ben distribuiti. Era su una strada grigia e stretta.
La sua testa ricadde su di essa e i suoi occhi tornarono a posarsi sulla foresta da cui era uscita.
Il lupo era di nuovo nascosto nell'oscurità. Le rivolse un'ultima occhiata, guaì infastidito o preoccupato e poi si voltò, correndo via e scomparendo di nuovo nel nulla. Il sole quasi accecò Joy, che si sentì priva di forze e svenne definitivamente, continuando per fortuna a respirare.
Dietro di lei, il fiume scorreva rapido e una ragazza camminò lungo il suo corso. Era Serena.
«Jocelyn?!? Joy?!? Riesci a sentirmi?», urlò usando le mani come megafono. Fiutò l'aria e posò lo sguardo sulla strada, terrorizzata di ritrovarsi di fronte il corpo privo di sensi della sua migliore amica. «Jocelyn...», mormorò appena, tremando immobile.
Il sangue dell'amica formò una piccola pozza cheben presto si tuffò nel fiume, svanendo nel suo corso limpido.
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Wolf Souls- Vampires
Manusia Serigala•[ Capitolo 1 della serie di Wolf Souls ]• Jocelyn ha quindici anni ed è una normale adolescente, gentile ed intelligente. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare cosa le sarebbe accaduto durante una normale gita scolastica. La sua vita viene sconvolt...