Il pericolo [3]

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Ore più tardi, il medico terminò di curare la spalla di Joy e la fasciò con una garza bianca molto simile a quelle utilizzate nell'ospedale in città. "Devo smetterla di finire sempre per dover essere ricucita", pensò tra sé e sé la ragazza, accompagnando la sua riflessione con un sospiro. La fortuna le aveva sorriso, ma non era solo lei ad aver tastato il sapore amaro del pericolo. Dream era nella tenda del medico da molto tempo ormai e lei non aveva ancora ricevuto sua notizie. Non sapeva se la voce dell'attacco si fosse già diffusa all'interno del Branco o se i membri di spicco di esso avrebbero fermato le voci per evitare che gli altri finissero nel panico. Dream era ancora sospesa tra la vita e la morte, per quanto ne sapeva, e nulla era ancora deciso. Non le restava che fare avanti e indietro di fronte all'infermeria e pregare per un miracolo.

Per ammazzare il tempo, rivisitò i suoi pensieri per creare una mappa cronologica degli eventi più limpida rispetto a quella formata nel momento in cui li aveva vissuti. Ricordava di aver soccorso Dream all'istante, dopo aver ucciso anche Rebian. L'Alpha le aveva rivolto uno sguardo interrogativo, ma non aveva sopportato la fatica e aveva dunque perso subito i sensi. Il suo corpo era tornato allo stadio umano e la sua pelle aveva un aspetto orribile, ancora più pallido di quanto non fosse in situazioni normali. Al tocco, la sua fronte era gelida, decisamente non un buon segno. La prima idea ad essere balenata nella mente di Joy fu quella di riportare immediatamente la leader al Branco, in cerca di un aiuto da un medico competente. Da sola non avrebbe mai potuto aiutarla, perciò l'aveva caricata sulle spalle ancora in forma ferale ed era sfrecciata tra gli alberi a tutta velocità. Al suo arrivo, Dream tremava visibilmente ed ancora più fredda di prima. Le sue labbra avevano assunto un colorito bluastro e ogni tanto si aprivano e richiudevano come se la donna volesse dire qualcosa, senza riuscirci. Una volta raggiunto il tendone del medico, lui l'aveva accolta subito a braccia aperte. In un gran trambusto aveva chiamato i suoi assistenti ad aiutarlo, urlando a destra e a manca in tutta fretta di portargli antidoti dai nomi impronunciabili che la ragazza lycan, finalmente di nuovo in forma umana, probabilmente a causa della stanchezza del combattimento e della corsa, non avrebbe mai ricordato. Aveva esplicitamente chiesto di assistere all'operazione di salvataggio, un onore che le venne prontamente negato. Le tende si erano chiuse bruscamente di fronte a lei, immobile e con il cuore a mille.

Ricordati questi momenti, Joy si portò le mani ai capelli e tirò un profondo sospiro. Si sentiva terribilmente in colpa. A causa sua i vampiri avevano morso Dream. Era già trascorso un bel po' di tempo, ma non sapeva se cogliere quell'informazione come una notizia buona o una cattiva. Tutto ciò che desiderò in quel momento fu distrarsi. E come fosse un miracolo...

«Jocelyn! Jocelyn!!!», urlò qualcuno poco distante. Quando Joy riconobbe Jason che correva trafelato in sua direzione, si asciugò con il dorso della mano gli occhi umidi e sollevò timidamente una mano per salutarlo ma, questa volta, non riuscì ad intrattenere una piacevole conversazione. «Si può sapere cos'è successo? Al villaggio ho sentito voci orribili sul tuo conto. Alcuni assistenti sono arrivati correndo per comprare ingredienti farmaceutici. Hanno raccontato della tua fuga dal Branco e che hai gettato Dream in pasto ai vampiri per scappare, solo per poi riportarla qui e tentare di nuovo la fuga», si fermò un momento solo per riprendere fiato. «Sono felice di averti trovata qui. Ho provato a farli ragionare, ma...», sospirò poi, non sapendo come terminare la frase.

Joy comprese comunque. Aveva quasi conquistato la fiducia di Jason, la persona più vicina ad un amico che avesse mai avuto realmente al Branco Lunapiena, ma ora lui era caduto nel dubbio. «...ma non sai più a cosa credere», annuì comprensiva, concludendo la sentenza al suo posto.

Jason abbassò la testa, imbarazzato. «Beh... ecco...», provò a dire.

«Lascia stare!», sbottò allora Joy, troppo stanca per discutere con lui gentilmente. «Sarò anche scappata ma non avrei mai fatto nulla di tanto crudele. Ho ucciso due maledetti draculiani per salvare Dream. Al momento sono preoccupata tanto quanto gli altri!», brontolò trattenendo la rabbia, non volendo sfogarla su J. «Davvero gli assistenti hanno dato questa versione dei fatti?», domandò incredula.

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