I sopravvissuti [3]

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Le zampe dei nove lycan battevano sul terriccio, seguendo l'esempio di Jocelyn.

Martin sbuffò. "Sono stanco di correre...", si lamentò, seguito da Lucian.

"Quanto ci vorrà?", domandò quest'ultimo, che come al solito concludeva le frasi del gemellino.

"Siamo vicini. Voi tutti, tendete l'orecchio e restate in silenzio. Da qui è possibile udire perfettamente le loro discussioni", ordinò la mora, senza smettere di correre.

Katara si occupò di annusare l'aria. Il suo naso corvino tremolò e le piccole narici si dilatarono appena, in attesa di cogliere una scia olfattiva. "Li sento. Sono Lunapiena, come dicevi tu".

Silas rise. "Bisogna sempre fidarsi delle belle ragazze", si complimentò, raggiungendo Joy con tre rapidi salti. Era veloce proprio come un cacciatore, fin troppo bravo.

Jason lo guardò infastidito. "Finiscila, Sil", sbuffò. Silas rise, ancor più divertito.

Jocelyn, all'improvviso, piantò le zampe nel terreno. I due, che le erano finiti dietro, si schiantarono contra la sua schiena di marmo, sbattendo tra di loro.

"Ma che diam-", provò a dire il finto biondo, ma Moses lo graffiò leggermente a una spalla, per infastidirlo.

"Fai silenzio, imbecille. Jocelyn non si sbaglia: siamo arrivati", disse per poi drizzare le orecchie e ruotarle come fossero due piccole parabole. Terminata l'azione le calò fino ad appiattirle contro la testa e la sua espressione si indurì considerevolmente.

Joy scosse la testa. "C'è solo un problema...", non portò a compimento la frase che da dietro un tronco sbucò un grosso lycan dall'aria familiare.

Aveva il manto bianco e corto, un corpo snello, zampe agili e gli occhi color nocciola e subito si gettò contro Joy, facendola rotolare lontano. Il gruppetto fu presto circondato da almeno venti lupi giganti, che gli ringhiarono contro, determinati a scacciare gli invasori. Joy si sbrigò a levarsi il lycan bianco di dosso: era meno forte di lei e non fu troppo difficile. Spingendolo con le zampe posteriori, quello rotolò per aria cadendo alle sue spalle. Quando si alzò, i due si trovarono faccia a faccia, ma decisero di non combattere.

Joy riconobbe l'avversario. "Aireen?", apostrofò incredula.

"Jocelyn!", ribatté l'altra, rilassando i muscoli. Entrambe tornarono umane e si abbracciarono.

«Non posso crederci! Sei viva!», gioì la guerriera ufficiale, stringendola forte.

«Stavo per dirti la stessa cosa», rise l'altra.

I lupi si guardarono tra di loro, esterrefatti. Probabilmente nessuno aveva compreso cosa stesse accadendo, non ancora perlomeno, ma non c'era nulla di cui preoccuparsi.

«Come hai fatto a trovarci? E... a salvarti, soprattutto?», continuò a chiedere Aireen, confusa.

Joy deglutì rumorosamente. «Vedi, negli ultimi giorni ho scoperto altri poteri dell'Anima. Sono sicura che ti piacerebbe conoscerli, ed io ho bisogno di consigli da parte di un'amica».

La donna guardò alle sue spalle. «E loro chi sono?», chiese, aggrottando le sopracciglia.
Jason tornò umano e sfoderò un piccolo sorriso imbarazzato.

Aireen gli saltò al collo stringendo anche lui. «Piccolo maghetto combinaguai! Ci sei anche tu!», rise felicissima.

A quel punto, ognuno tornò alla sua forma reale per mostrare la sua vera forma. Aireen li indicò uno per uno. «I piccoli Martin e Lucian, Alois, Silas... ma di voi tre non ricordo il nome. E neanche il viso, a quanto pare. Forse eravate appena arrivati quando... quando è successo», spiegò, mentre sul suo viso si dipingeva un tono più triste.

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