La montagna [1]

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Attenzione: La storia è attualmente in revisione. Mi scuso per eventuali fastidi.

Storia pubblicata in data 05/05/2015 e conclusa in data 05/12/2016. Tutti i diritti sono riservati. Qualsiasi copia o modifica - totale o parziale - dei contenuti è vietata e perseguibile legalmente.

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Un leggero ticchettio di scarpe da ginnastica interrompeva il silenzio che regnava sulla lunga strada cementata, brillante per i forti raggi di luce solare che s'infrangevano contro la sua superficie e riflettevano nuovamente verso il cielo, illuminando tutto l'ambiente con estremo calore e vivacità. Il mese di Maggio era stato crudele con gli abitanti della piccola cittadina pianeggiante e l'afa aveva invaso ogni casa ed ogni via quasi con fretta, preannunciando l'arrivo di un'estate calda e lunga. I paesani avevano approfittato dell'improvvisa ondata di calore per gettare l'indispensabile in valigia e partire verso ogni sorta di meta, che fosse vicina o lontana, al mare o in montagna, pur di bearsi di una vacanza più duratura e quindi rilassante. Era questo che aveva reso il paese pressoché desertico, con i viali spogli e le piante che appassivano nei balconi colpiti dal sole. I gatti randagi camminavano fra le poche ombre della città, che si trattasse di quelle proiettate dalle macchine posteggiate o di un semplice vaso, abbeverandosi il più possibile dalle pozze d'acqua createsi nei giardini annaffiati da chi ancora resisteva abbastanza da abitare in un luogo tanto afoso. Gli uccellini si riparavano fra le chiome degli alberi, cinguettando allegramente e, di tanto in tanto, volando fra gli edifici.

Anche le scuole si erano svuotate con velocità impressionante: era il periodo finale dell'anno scolastico, ogni verifica era stata svolta e le interrogazioni superate e, tutti coloro fortunatamente esonerati dagli esami per un motivo o l'altro, avevano valutato la possibilità di ritirarsi, per poter anch'essi godersi una meritata vacanza, quale un viaggio o una visita agli acqua park. Nelle mattinate i giovani si ritrovavano spesso nella piazza centrale, un grande spazio simile a un palchetto rialzato in pietra circondato da alcuni alberi di palma e da molte altre strade. Nel piazzale era possibile trovare alcune panchine, una fontana d'acqua potabile e persino lo spazio adatto ai giochi di gruppo, come calcetto o il tiro dei gavettoni. Era questo il divertimento principale dei ragazzi che avevano ormai lasciato la scuola ma non erano ancora partiti o non avevano intenzione di farlo. Tornavano alle loro case verso l'ora di pranzo, con le maglie impregnate di sudore ed acqua ma soprattutto con grandi sorrisi. Il loro divertimento era palpabile, come se creasse una grande aura tutt'attorno ai loro corpi e li rendesse perennemente allegri e spensierati.

Vi erano poi i giovani leggermente più maturi, i quali avevano deciso di proseguire gli studi fino alla fine dell'anno scolastico, pur di non commettere troppe assenze o rischiare di perdere gli appunti dei compiti estivi, che avrebbero svolto durante i tre mesi successivi. Tra questi si trovava una ragazza in particolare, una giovane studentessa di nome Jocelyn Sunrise. Joy non aveva intenzione di sprecare utili giorni d'apprendimento pur di giocare con i suoi coetanei liceali e perciò, con testa china e passo sicuro, si stava dirigendo alla sua scuola, osservando con insistenza la punta delle sue scarpe, che si muovevano a seconda del ritmo della sua marcia assonnata, persa nei suoi pensieri e nelle sue riflessioni quotidiane. Svoltò con calma all'ennesimo incrocio, proprio di fronte alla panetteria dove di solito comprava la merenda da consumare durante l'ora di ricreazione e che spesso consisteva in un sandwich o un trancio di pizza. I suoi capelli mori seguirono lo spostamento, volteggiando alle sue spalle e ricadendo sulla schiena coperta dalla maglietta blu dalle maniche corte, creando uno spettacolo di riflessi rossastri sulle punte mosse prima di tornare ad essere semplici ciocche inanimate. La prima scena che saltò agli occhi della ragazza fu il grande gioco nel quale si erano cimentati gli altri giovani nella piazza principale, un grande via vai di persone che si rincorrevano ridendo e schiamazzando. Alcuni si fermarono quando la videro, scuotendo un braccio in sua direzione e chiamandola a gran voce.

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