L'Anima di Sangue [3]

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Serena finì di raccontare ciò che ricordava e un brivido la scosse, mentre i suoi occhi diventavano lucidi e colmi di lacrime. Sul viso di Jocelyn si tinse un'espressione di tristezza. "È colpa mia", pensò. "Ho rovinato anche la vita di Serena..."

«Perché sei venuta a cercarmi?», domandò allora. «Sapevi che avrebbe potuto essere pericoloso», chiese a denti stretti, abbassando lo sguardo.

«Infatti lo è stato», disse sarcastico Jason con il suo tipico sorrisetto malandrino tinto in volto. «I poliziotti ti avrebbero anche trovata, poi sarebbero corsi a cercare Joy, finendo per scoprire il nostro accampamento. Per fortuna hanno rinunciato...», concluse quindi. Si passò una mano sulla fronte e fischiò, come se si fosse appena tolto un peso dalle spalle. Ormai sembrava alquanto legato al campo Lunapiena, sentendosi parte integrante del Branco. Una sensazione che solo un licantropo può capire, come di appartenenza.

«Per fortuna?», mormorò Serena facendogli eco, alzando il capo. Aiutandosi con le sbarre, inoltre, cercò di sorreggersi al meglio in piedi e guardò rabbiosa J. «Tu definiresti QUESTA una fortuna?», alzò la voce mentre le sue iridi assumevano una sfumatura rosso acceso.

«Calmati!», si intromise gentilmente Jocelyn. «Jason non ha completamente torto...»

«Ah sì?», la interruppe la draculiana. «Se non ci fossero queste sbarre a separarci, io...»

Jason divenne di colpo serio. «Tu cosa?», tossì una risata. «Non sono nato lycan, so che vuol dire perdere la propria famiglia per sempre, ma se la polizia ci avesse trovati l'Alpha sarebbe stata costretta a uccidere tutti gli agenti per far rimanere il nostro segreto tale... altrimenti, credimi, li avresti uccisi tu per fartene una bevanda. Dopotutto è una specialità di voi pipistrelli, no?», la sfidò senza paura. La consapevolezza della presenza spesse sbarre che, seppur fossero così vicini, li dividevano crudelmente era abbastanza da far sentire il giovane mago in grado di dettar legge e comportarsi da prepotente.

Serena sibilò gettandosi contro le sbarre. «Come osi?!?», urlò. Jocelyn sobbalzò per il suo tono di voce. «Non ti conviene farmi arrabbiare, non ci metterei tanto a strapparti la pelliccia per poi farmene un cappotto!», lo minacciò, probabilmente senza neppure nascondere le sue reali intenzioni. La furia omicida che l'aveva colta trapelava da ogni poro della sua pelle.

Prima che Joy potesse fermarla, la sua voce rimbombò altisonante all'interno della sala e i passi pesanti delle guardie si avvertirono ancora una volta, più rapidi. Di sicuro avevano udito i toni troppo alti e li stavano raggiungendo velocemente. Jason si affrettò a prendere l'amuleto tra le mani e subito assunse le sembianze della leader del Branco.

Una guardia entrò nella sala. «Alpha, qualcosa non va?», domandò l'uomo alto e robusto, preoccupato.

«Le mie scuse se vi abbiamo allarmati inutilmente. Va tutto bene», rispose con fermezza il capobranco, sistemandosi un ciuffo aureo che nel frattempo si era rizzato sulla sua testa. «Ho parlato con la detenuta e adesso, secondo i miei diritti di Alpha e governatrice di questo Branco, richiedo il diritto di giudicarla», impose tenendo dritta la schiena e le mani unite dietro di essa.

La guardia si grattò il capo. «M-ma come? Mia signora, non vuoi neanche richiedere un'assemblea cittadina? O convocarne una privata insieme ai tuoi guerrieri e consiglieri? Cosa ne penseranno tutti gli altri?», domandò lecitamente confuso.

Dream lo folgorò con il solo sguardo. «Ci rifletterò dopo. Adesso, posso proferire il mio giudizio?», ripeté con insistenza.

Un'altra sentinella, una donna dai lunghi capelli biondo cenere, fece un piccolo inchino. «Senz'altro, Alpha. Come valuti questa prigioniera?», la interpellò socchiudendo le palpebre. Gli altri soldati mimarono il suo gesto di rispetto. Jocelyn, Jason e persino Serena sapevano che la parola "colpevole", se attribuita alla reclusa, avrebbe significato una morte certa. Le guardie avrebbero avuto il coraggio di freddare la draculiana anche all'istante, sospinte dall'odio profondo covato nei confronti della sua razza all'interno del cuore di tutti loro.

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