Diana p.o.v
Come ogni notte mi sveglio a causa di quel solito incubo che mi tormenta da quando ero piccola,
porto le mani sulla faccia asciugando le lacrime ed il sudore,tirando poi su col naso mentre porto lo sguardo sulla finestra, Dio ho paura che risucceda ...Era una giornata come tante con un sole che spaccava le pietre,avevo sette anni; come ogni mattina mi ero alzata dal letto e avevo preso quello sgabello che mi permetteva di osservare l'immenso giardino e il mio amico giocare sul prato del vicino.
Dopo aver aperto la finestra e annusato l'aria di fuori ero scesa dallo sgabello per dirigermi in cucina ancora tutta assonnata "mamma." Avevo detto allegra camminando verso l'ampia cucina con un tavolo enorme dove ogni mattina facevo colazione.
"Buongiorno piccola Diana"aveva risposto mia madre continuando a cucinare, forse dei pancakes.Mi ero avvicinata e avevo allungato la manina verso il suo immenso vestito cercando di richiamare la sua attenzione
"cosa cucini?"avevo chiesto con sorriso a trentadue denti "i pancakes per la piú bella bambina del mondo."si era abbassata alla mia altezza per darmi un bacio sulla guancia."Papà?"avevo chiesto ancora "è a letto, se vuoi puoi andare a svegliarlo." Si era alzata per continuare a cucinare o sicuramente controllare che niente si bruciasse.
"Yee, vado io" avevo detto correndo su per le scale.
In quel momento ero troppo ingenua per capire il pericolo della situazione e, solo quando ero quasi arrivata alla fine della rampa di scale mi ero accorta di aver messo un piede male.Ricordo di essere caduta, di aver chiuso gli occhi e dopo una gran botta alla testa e un urlo da parte di mia madre, il buio.
Non sono mai riuscita a recuperare la memoria, ricordo solo di essere su un letto, in una stanza desolata, bianca e priva di emozioni; un bambino mi porgeva la mia metà del ciondolo, sicuramente quella che porto sempre al collo. Di lui non ricordo nulla, ne il volto e ne la voce, solo due occhi azzurri fissare lo sguardo nel mio.Mi porto una mano sulla fronte buttandomi all'indietro per affondare la testa nel cuscino e ripensare a quel bambino dagli occhi celesti, maledetto incidente.
Sento subito dopo la sveglia suonare e la cerco con la mano "Dannazione, dove sei?"la cerco ancora buttandola accidentalmente a terra "oh, ne comprerò una nuova, pazienza".
Ridacchio stropicciandomi gli occhi per poi mettermi seduta sul letto con le gambe penzolanti; rabbrivisco quando sento il pavimento freddo sotto i piedi ma mi alzo dirigendomi verso la finestra per aprirla e far entrare i raggi del sole nella stanza precedentemente buia.L'aria di Los Angeles è veramente rilassante di prima mattina, dato che mi trovo in una zona abbastanza isolata dalla città qui a volte, mi fa ricordare di Londra; da quando mi sono trasferita qui è tutto diverso, sopratutto dopo che tutta la scuola aveva saputo del mio incidente. Sbuffando mi dirigo verso l'armadio da dove prendo una maglietta e dei leggins, ho un fisico normale, alcuni dicono che sono una bella ragazza, ma di bello in me non vedo niente. Il rumore della porta mi distoglie dai miei pensieri e mi giro trovando mia madre tutta sorridente.
"Buongiorno Diana"sorrido a mia volta "Buongiorno anche a te mamma" ridacchio dandole un dolce bacio sulla guancia per scendere le scale e dirigermi in cucina "Cosa c'è per colazione mamma?"urlo per farmi sentire dal piano di sotto "Ci sono dei biscotti sul tavolo e del latte, l'ho appena preparato" sicuramente come ogni mattina si sarà svegliata prima di me.
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𝐘𝐢𝐧 𝐘𝐚𝐧𝐠 • 𝐋𝐰𝐭 [IN REVISIONE]
FanfictionOgni giorno, da anni ormai, il mio primo pensiero corre alla fredda catenina d'argento con il ciondolo rappresentante lo Yin e lo Yang che circonda il mio collo fin da quando ho memoria e, puntualmente la stessa domanda che mi tortura da tempo si in...