Cap. 49-Jess

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E' successo, di nuovo. Alison nei miei incubi, ancora. Stavolta non ho provato paura o tutte le sensazioni negative che mi hanno sempre tormentata, portandomi a svegliarmi nel cuore della notte con il cuore a martello. Stavolta è come se ormai anche io facessi parte di quegli incubi, direi quasi un'abitudine per me. Sono rimasta impalata alla sua visione, senza provare nulla, come se anche nel sogno volessi far chiarezza, capirci qualcosa di più ma niente. Lei era lì, dondolante sulle sue gambe mentre singhiozzava continuando a scuotere la testa. Non era in pace, questa è l'unica sensazione che ho avvertito. Non era serena, come se provasse a farmi capire di scoprire cosa diavolo è successo quella sera. Sentirmi inutile è quello che ho sempre odiato di più, non arrivare ad un punto finale ancor peggio. Mi sento come in un limbo, vorrei potermi liberare dall'angoscia dei punti interrogativi che mi stanno distruggendo giorno dopo giorno. Che ti succede Jess? Non eri in pace? Non avevi finalmente raggiunto la tua stabilità? Ma senza quell'ultimo pezzo che può mettere fine a quest'incubo ad occhi aperti non so nemmeno da dove cominciare. Come  cominciare.
Una sensazione di fastidio mi assale, devo alzarmi dal letto. Nel comodino trovo un biglietto, me l'avrà scritto Ben, "Nel caso in cui ti svegliassi ancora con l'emicrania". Ed una pillola con un bicchiere d'acqua accanto. Sì Ben, mi sono svegliata con la testa che mi scoppia esattamente come mi hai lasciata ieri sera.
Mi fermo di colpo ed una fitta mi attraversa lo stomaco... Ieri sera. Delle immagini confuse di Garret su di me iniziano ad annientare la mia testa. Sì Ben, credo che ne avrò proprio bisogno. Tiro giù con un sorso l'analgesico e vado verso il bagno ma delle voci provenienti dal piano di sotto mi fermano proprio sulla rampa di scale. C'è qualcuno che parla a bassa voce, qualcuno di familiare. Non appena scendo vedo Mia e Ben poggiati sull'isola al centro della mia cucina ed Emma di spalle intenta a cucinare qualcosa, dall'odorino mi sembrano delle uova strapazzate.
"Che ci fate voi qui?".
"Tesoro! Come stai?", Ben viene verso di me.
"Non dirmi che sei rimasto qui stanotte", li raggiungo sedendomi su uno sgabello.
"Sì, proprio così. Quel divano è proprio niente male...", ride cercando di alleggerire la situazione.
"E... Voi due?".
Emma e Mia guardano Ben quasi indecise su quello da dire.
"Che c'è? Vi sembro così stupida da non sapere che Ben vi ha già raccontato che è successo ieri con... mio fratello", quasi mi pesa chiamarlo così. Non l'ho mai sentito tale, figuriamoci dopo ieri sera.
"Okay! E' vero... E cosa fanno le amiche nel momento del bisogno?".
"Non farlo Em, ti prego. E tu potevi benissimo andare a casa stanotte".
"Jess...".
"Abiti qui accanto Ben! Che bisogno c'era?".
Lui mi guarda scuotendo la testa ed io mi sento in colpa per aver alzato il tono della voce. "Scusa... E' solo che... Riesco a badare a me stessa, davvero".
"Credi che abbia dei dubbi su questo Jess? Ma... Ieri sera eri fin troppo provata per lasciarti da sola".
"Lo so, okay... Hai ragione, mi vuoi bene, mi volete bene ed io sto facendo la stronza come al solito in momenti come questo".
"Non chiuderti Jess, non con noi", Mia è seria e, considerando che è raro che lo sia davvero, la prendo in parola.
Cerco di autocontrollarmi quando l'unica cosa che mi verrebbe da fare è esplodere.
"Non devi piangere tesoro, non per quell'idiota di tuo fratello".
"No! Non per lui, stanne certa. Mi fa rabbia... Il modo in cui mi ha parlato, il mondo in cui mi ha... fissata. E' stato strano... Viscido... Non lo so! Che diavolo è successo ieri sera non lo so!".
"Quel tipo mi ha sempre messo i brividi, fin da sempre", Em toglie le uova dalla padella e le mette sui piatti. "Ma adesso hai bisogno di metterti in forze e mangiare". Mi mette davanti le uova ed una invitantissima fettina di speck perfettamente abbrustolita proprio come piace a me.
"Tu sai come farmi sentire meglio".
"Sempre", Em mi fa l'occhiolino. Poi, diventa seria di colpo.
"Che ti succede?".
"E' vero, sei strana da quando sei arrivata", Ben manda giù un boccone mentre guarda Em stranizzato.
"E' solo che... Riguarda Eric".
"Va tutto bene tra voi?".
"L'ultima cosa che voglio è che inizi a sfottermi come sempre Mia".
"Per una volta che sono seria!", Mia guarda me e Ben in cerca di approvazione, "Ti ho solo chiesto se va tutto bene tra voi, che c'è di strano nella mia domanda?!".
"Da quando gli ho detto di venire alla festa di mio padre questo fine settimana... Ecco, è strano".
"Strano tipo?".
"Strano che credo mi stia evitando Ben".
"Nah! Non è da Eric".
"Ti dico che a stento risponde ai miei messaggi e... Non lo so, c'è qualcosa di strano".
"Sta tranquilla Em, vedrai che c'è una spiegazione a tutto. E, poi, da quando Chris non lavora più con lui non sarà facile gestire un'officina da solo".
"Dici?".
"Sì, fidati di me".
"Certo, chi potrebbe mettere gli occhi su un tipo così... Carino come lui? Stavo per dire noioso ma va bene lo stesso", Mia scoppia a ridere.
"Niente, sei irrecuperabile". Emma si alza ed inizia a sparecchiare.
"Tra cinque minuti devo scappare, devo aprire il café", Ben guarda l'orologio sulla parete, "E tu? Che programmi hai oggi?".
"Tra un'ora ho il primo paziente e, se non faccio una doccia, credo che non sarò nemmeno presentabile". Ma non ne ho voglia, vorrei solo fare una doccia e rimettermi a letto.
"Bene", Mia si alza e va a prendere la borsa, "Io vado. Ho una riunione con il mio capo stamattina".
"Esco con te", Ben va via con Mia dopo avermi dato un abbraccio, uno dei suoi rincuoranti.
Poco dopo anche Emma esce di casa ed io resto da sola sul mio bancone da cucina con i miei pensieri.

OLTRE OGNI COSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora