Capitolo 82-Jess

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Tre mesi dopo

Credo che nella vita arrivi un momento in cui ti senti realizzato e pensi che non ti serva più niente per sentirti felice. Ne passi tante, a volte cedi cadendo dritto giù per terra e, per rialzarti, alle volte ti serve molto più di una mano, ma hai la fortuna di avere il coraggio di farlo ogni volta credendo che sarà più facile della volta prima. E' ironico come la vita a volte prova a prendersi gioco di te, ti spinge a limiti così assurdi tanto da chiederti che diavolo sta succedendo e perché le cose devono andare per forza così. Ti senti inerme di fronte a così tanta ingiustizia ma, poi, realizzi che hai la fortuna di avere accanto le persone giuste, quelle che ti tendono una mano senza nemmeno che glielo chiedi. Nel mio caso non posso dire che è stata la mia famiglia, almeno non da quando mio padre è morto. Sì, i miei amici mi hanno aiutata fin dal principio non stancandosi mai delle mie paranoie e del mio essere, a volte, così dannatamente ed esasperatamente disillusa. Mia e Ben sono tutto per me ed Emma... Beh, sono convinta che Emma sia l'angelo custode che, assieme a mio padre, guida ogni giorno la mia vita. Ci sono dei momenti in cui è come se sentissi la sua voce e sapessi che cosa fare, il che mi fa ridere perché potrebbero prendermi per pazza per questo ma... E' la verità, io riesco a sentirla. Mi basta chiudere gli occhi e immagino quale sarebbe la sua soluzione ai miei problemi, del resto lei aveva sempre una soluzione a tutto. E così sarà sempre, lei dentro il mio cuore e la mia testa. Poi, c'è Chris, una delle ragioni per cui non ho rinunciato a lottare, l'uomo per cui ho perso totalmente la testa. Lo guardo mentre dorme qui, sul mio letto. Il lenzuolo lo copre fino al petto, lo scosto un po' e faccio scorrere le mie dita su quella che ormai è diventata una cicatrice, a qualche centimetro dal suo cuore. Se penso a che cosa sarebbe successo se mio fratello gli avesse sparato più giù, solamente un po' più giù, mi manca il fiato. Ogni volta che la guardo tutto quello che è successo quel giorno mi ripassa davanti agli occhi ricordandomi quello che abbiamo vissuto, ma va bene così perché, in fondo, è quello che ci ha portati fino ad oggi ed io, se potessi scegliere, vorrei rivivere tutto di nuovo perché, alla fine dei conti, ne è valsa la pena.
Chris strofina gli occhi con i palmi delle mani, poi si gira verso di me e accenna un sorriso. "Da quanto sei sveglia?".
"Sono le otto passate e... Sono sveglia da un po'".
"A che cosa stavi pensando?".
"Che cosa ti fa credere che stavo pensando a qualcosa?".
"Jess...".
"Okay!", so benissimo che non posso più nascondergli nulla, "Stavo pensando a tutto quello che è successo e...".
"E' sufficiente", Chris si solleva e poggia un dito sulle mie labbra, "Non devi più condannarti".
"Non lo faccio, è solo che...".
"Garret e tua madre hanno scelto fin dal principio il loro destino. Tu non hai colpe Jess, così come non le aveva tuo padre".
"Lo so... E, poi, stavo pensando a quanto sono felice".
"Bene, questo va bene", mi bacia e mi stendo accanto a lui con la testa proprio su quella cicatrice.
"Allora... Puoi dirmelo!". Alzo il viso incrociando i suoi occhi mentre mi guarda come se non sapesse di che cosa sto parlando, "Che ti sei ufficialmente trasferito qui!".
Chris ride, poi mette le mani sulla faccia come per nascondersi.
"Che c'è? Non ti piace l'idea? E, poi, hai già le tue cose qui da un mese...".
Si alza e, mentre mi perdo osservando il suo sedere nudo che cammina per la stanza, va verso il bagno. "E' tardi e abbiamo appuntamento con Williams... Ti aspetto dentro la doccia!".
"Non mi hai risposto!", mi alzo correndo e lo raggiungo.

"Sei pronto?".
Chris mi guarda ma non mi risponde. Sembra in difficoltà, come se avesse paura di affrontare questo momento.
Siamo qui, proprio fuori la stanza di sua madre. Dal piccolo vetro che c'è sulla porta la vedo seduta di spalle sul letto mentre guarda fuori dalla finestra.
Poi, esce fuori John che congeda le infermiere e viene verso di noi. "Ragazzi... Vedo che sei in forma Christopher, come stai?".
"Io... Io sto bene", Chris non la smette di guardare dentro la stanza attraverso la porta che adesso è semiaperta. "Lei...".
"Sta tranquillo, Martha si sta riprendendo benissimo. Rispetto all'ultima volta che sei venuto adesso è molto più tranquilla".
"Non sapevo se venire... Vorrei solo che lei stesse bene".
"Sarà così ma ci vuole solo del tempo, non è facile dopo tutti quegli anni imprigionata nel suo stesso corpo". Anche Williams si sofferma ad osservare Chris che non la smette di guardare verso sua madre mentre è evidente che la preoccupazione è stampata sul suo volto. "Christopher ascolta... So che non è stato facile il mese scorso, tua madre ha avuto una crisi piuttosto importante ma ti assicuro che stiamo lavorando per far sì che lei possa avere una vita normale. Venti anni senza avere nemmeno il potere di gestire i proprio sentimenti, le proprie sensazioni, sono stati tanti, è come se adesso fosse di nuovo una bambina che ha bisogno il supporto di qualcuno che le metta dei limiti. Capisco che non è facile nemmeno per te e, se non sei pronto, puoi tornare un'altra volta".
"No", dice Chris deciso, "Posso farcela ma... Lascia che Jess entri con me".
"Chris...".
"Va bene", John mi interrompe, "Ma... Credo che sia opportuno che tu, Jessye, resti all'interno della stanza ma con le dovute distanze, accanto alla porta. Dentro, ci sarà un'infermiere pronto ad intervenire qualsiasi cosa accada", non appena pronuncia queste parole un'infermiere ci saluta con un cenno del capo e, dopo essere entrato nella stanza, ci fa spazio.
Chris entra per primo, ad ogni suo passo si assicura che io sia dietro di lui, cercandomi come un bambino che cerca la mano della propria madre. Poi, io mi fermo proprio qui all'inizio e lui si avvicina a sua madre sedendosi accanto a lei ma senza smettere mai di cercare la mia approvazione con lo sguardo.
Provo una grande tenerezza per lui in questo momento, fa dei piccoli movimenti come se non volesse fare niente che possa fare del male a sua madre. Ed è lì, è proprio lì, la certezza che non mi sono mai sbagliata su Chris. Ha tutta l'aria di uno duro, lo direbbe il suo aspetto in forma e pieno di tatuaggi ma... La sua anima, Dio solo sa quanto la sua anima sia fragile e pura. Poggia delicatamente una mano sul viso di sua madre e lei, a quel tocco, si gira lentamente verso di lui. Temo che possa succedere il peggio, il mio cuore inizia a martellarmi dentro il petto per la paura che lei possa reagire come l'ultima volta, respingendolo o gridandogli contro. Ma succede qualcosa di imprevisto, qualcosa che sorprende tutti. Lei guarda Chris inarcando le labbra in un sorriso.
"Mamma... Sono qui...", le dice mentre poggia lentamente la sua testa sulla sua spalla, "Io sono qui".

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