Capitolo 72-Jess

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La testa mi scoppia. Mentre mi alzo dal letto sposto con i piedi la bottiglia quasi vuota di vino che si riversa totalmente sul pavimento. Resto lì a fissarla come se fosse la cosa peggiore del mondo che mi sia mai capitata. Ma non lo è, purtroppo.
Suona la sveglia e il suono mi uccide, la stacco colpendola più volte anche se ne sarebbe bastata solo una e, non appena attacco la rete Wi-Fi del mio telefono, vengo sommersa dalla miriade di messaggi di Mia e Ben. Ma non di Emma. Già, lei è l'unica che non mi ha scritto. A volte mi chiedo perché, dimenticando quello che è successo. Apro la chat privata con lei, il suo ultimo accesso quasi un mese fa. Gli ultimi messaggi sono quelli per la festa di Halloween, poi un cuore ed un bacio. Passo le dita su quelle emoticon come se avessero il potere di farmi sentire Emma più vicina. Poi vado nel gruppo di noi quattro, il gruppo Love. Non scriviamo più lì da quando il corpo ci Emma è stato ritrovato, nessuno di noi forse ha mai avuto il coraggio di farlo per primo. Un groppo in gola difficile da mandare giù mi fa quasi mancare il fiato. Dio Emma, quanto mi manchi. Sento come se avessero portato via una parte di me, del mio cuore, e adesso non sapessi più come fare. Quanto vorrei averti ancora qui per dirti anche solo che ti voglio bene e che tutto questo, tutto quello che è successo, non cambierà mai niente perché tu sarai sempre nella mia vita, vivendo in me in ogni attimo. Sempre.
Rimbalzo al campanello della porta, ogni suono adesso è amplificato per me. Non aspetto nessuno, il che è molto strano perché non ho idea di chi possa essere. Spero che non sia Ben o Mia che vengono a farmi ancora i loro lunghi e noiosi monologhi ma, non appena apro la porta, rimango piuttosto sorpresa.
"Ho sbagliato momento?", Dan mi squadra dalla testa ai piedi stranito.
"Non sono in uno dei miei migliori momenti... Ma, accomodati pure, sempre se non ti ha mandato qualcuno dei miei amici a farmi la solita predica...".
"Wow... Che hai fatto? Hai preparato un discorso in anticipo?!".
"Ho centrato il punto?".
"No", Dan chiude la porta alle mie spalle e mi segue in cucina dove metto sopra il caffè. Ne ho proprio bisogno anche io in questo momento.
"Allora... Che cosa ti porta qui davvero?".
"Beh, lunedì partirò quindi... Sono passato a salutarti".
"Dio...", guardo verso il calendario appeso con una calamita sul mio frigo, "Siamo già fine novembre...".
"Già...", Dan guarda il bancone della mia cucina, "Bere così tanto non ti aiuterà a ricordare le cose importanti", sorride mentre guarda le numerose bottiglie di vino alcune mezze piene altre totalmente vuote.
"Hai preparato le valigie?".
"Sì... Ho inscatolato ieri sera le ultime cose così... Da essere più libero il mio ultimo giorno a Greenwich".
"Anche io me ne andrei da qui se ne avessi la possibilità".
"Andiamo Jess... Ti vedo così disillusa... Tu non eri così".
"Beh, nemmeno tu".
"Touché!", Dan alza le mani come in segno di resa, "Ma devi ammettere che eri tu quella che tra noi due mi spingeva ad ammirare il mondo per quello che è".
"Una volta forse...".
"Non puoi smettere di farlo proprio adesso che andrò via, allora lo fai apposta!".
Ridiamo all'unisono fino a quando Dan si ferma a guardarmi con quei suoi soliti occhi profondi che nascondono altro.
"Spara!", lo anticipo.
"Cosa?".
"So che cosa stai per dirmi".
"E cioè? Sentiamo...".
"Che devo smetterla di perdere del tempo in idiozie come il rifiutare che gli altri mi aiutino, eccetera, eccetera".
"Sei proprio brava nel tuo lavoro...", continua a ridere, "Seriamente, tu non sei così Jess".
"E come sarei? Avanti...".
"Non ti lasceresti andare a... bere o a rifiutare i tuoi amici che hai sempre considerato la tua vera famiglia. Per non parlare di Chris, un uccellino mi ha detto che stai allontanando anche lui...".
"Chi dovrò uccidere? Mia o Ben?".
"Nessuno dei due".
"Ad ogni modo... In questo momento mi sento così... Persa. Dan... Non mi sono mai sentita in questo modo. Tutte queste sensazioni... Sono come nuove per me".
"No", mi interrompe, "Quando è morto tuo padre... Ti assicuro che hai provato le stesse sensazioni solo che, adesso, sono riaffiorate dentro di te e il tuo atteggiamento è un modo per combatterle. Ma tu sai benissimo che, prima o poi, dovrai affrontare il fatto che Emma non c'è più e fare di tutto per esporti e metterti in pericolo non la porterà di certo indietro".
"Ti sei messo d'accordo con Chris forse?". Divento seria quando dallo sguardo di Dan capisco di aver fatto centro. "Cosa?! Tu hai parlato con Chris?!".
"Che c'è di strano?", mi dice sorseggiando il caffè che gli ho appena dato e deviando il mio sguardo. "Dan!".
"Cosa?".
"Quando?".
"Okay... Qualche giorno fa è venuto a cercarmi...".
"Cosa?! Stiamo parlando della stessa persona?! Christopher Lewis è venuto a cercare te?!". Mentre dico queste parole non ci credo nemmeno io.
"Sì, è stato piuttosto strano anche per me ma... Devo ammettere che quel tipo ti ama davvero".
"Mi mancava questa... Sentire te parlare così di Chris e lui che va da te... Incredibile...".
"Già... Non me lo aspettavo nemmeno io ma è successo quindi...".
"Come ha fatto a ricorrere a te?"
"Doveva essere piuttosto disperato!", ride. "Ad ogni modo, quello che ha fatto è stato un passo piuttosto difficile e scommetto che sei stata tu a metterlo nelle condizioni di farlo".
"Come no, la colpa è mia...".
"Jess, devo dirtelo... Il tuo mi sembra il classico comportamento di una bambina che non vuole relazionarsi alla realtà. Prima o poi dovrai accettare tutto quello che ti è capitato e più in fretta lo farai e meglio sarà per tutti".
"Hai ragione... Sono la stessa bambina di vent'anni fa che ha ignorato volontariamente la richiesta di aiuto di una donna rinchiusa nel seminterrato di uno stupido... locale".
"Non farlo, non ti porterà da nessuna parte il tuo ostinarti a darti colpe che non hai. Devi capirlo per smetterla una volta per tutte di far del male a chi ti ama", Dan stira la sua mano afferrando la mia, "Jess, non posso andare dall'altra parte del mondo sapendo che stai mandando la tua vita a puttane. Prima di uscire da quella porta voglio guardare negli occhi la Jess di cui una volta mi sono innamorato".
Quelle parole mi sanno di addio. Non riesco a trattenere le lacrime, nonostante tutto so anche che Dan ha ragione e pensare che Chris abbia ricorso a lui per me mi dà da pensare.
"Non pensare che ti libererai di me per sempre", lascia le mie mani asciugando i suoi occhi, "Non dimenticare che qui ho la mia famiglia quindi... Tornerò, magari presto".
"Promettimi che sarai felice Dan".
"E tu che non farai stupidaggini stasera al Bleecker. Okay, ho parlato anche con Mia e Ben. Dovevo salutarli del resto, no?!".
Ridiamo e ci abbracciamo prima che Dan esca da casa mia. Lo stringo forte immaginando di stringere un pezzo che, in un modo o nell'altro, è stato importante nella mia vita. Poi, lo lascio andare. E forse sì, dovrei imparare a lasciar andare.

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