Capitolo 54-Jess

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Parcheggio l'auto di fronte il Belle Vue. Per essere un lunedì sera c'è molta gente qui, il locale di Alexander Mendoza sembra piuttosto affollato. Attraverso la strada mentre provo a darmi una sistemata, molto probabilmente non sarò adatta allo stile che ci sarà lì dentro ma, considerando che ho appena finito di lavorare e sono già le nove passate, non ho avuto nemmeno il tempo di cambiarmi. E, poi, non potevo aspettare ancora. Dovevo vederlo, devo vedere Chris adesso. Voglio parlare con lui, ho così bisogno di parlare con lui e capire che è successo per scomparire così. 
Non appena entro dentro il Belle Vue un piccolo campanello suona sottolineando con fin troppa enfasi il mio arrivo. Una ragazza con un'elegante agenda che tiene stretta con entrambe le braccia viene verso di me sorridendomi. "Benvenuta al Belle Vue, il suo cognome prego".
"No... Io... Sto solamente cercando una persona".
"Qualcuno la sta aspettando?".
"No... Cerco una persona che lavora qui".
"I nostri dipendenti non possono ricevere visite. La prego di tornare in un altro momento".
"Sarà una cosa davvero veloce, devo solo... trovarlo", mi guardo attorno studiando ogni singolo cameriere ma nessuno di loro è Chris.
"Come le ho già detto, dovrebbe tornare in un altro momento".
Resto a fissare la tizia che sembra essere uscita fuori da una costosissima rivista di moda e la supero iniziando a camminare tra i tavoli. Lei continua a seguirmi, cercando di fermarmi dicendomi qualcosa con un tono così basso che non riesco nemmeno a sentirla. Arrivo davanti ad una porta proprio accanto al bagno, è lo spogliatoio e non mi resta che cercare qui.
"Mi sta obbligando a chiamare il signor Mendoza".
"Alex è qui?".
"Signora, devo chiederle di accomodarsi fuori se non ha un tavolo prenotato!".
"Chiamami il signor Mendoza, sarò qui ad aspettarlo". Liquido la ragazza della reception del locale ed entro dentro ma nemmeno qui c'è alcuna traccia di Chris. Controllo il mio cellulare ma non ho ancora nessuna risposta, alle mie chiamate, ai miei messaggi. Non sento Chris da tre giorni, non capisco che cosa diavolo gli sia successo e in questo momento dovrebbe essere proprio qui. Mi sembra di impazzire, sto pensando al peggio ed è l'ultima cosa che voglio. 
"Jessye!", quasi sobbalzo a quella parola e, non appena mi giro, vedo Alex in piedi davanti la porta dello spogliatoio e, accanto a lui, la tipa di prima che continua a scusarsi mortificata.
"Puoi andare Elisabeth, adesso ci penso io", le dice senza staccarmi gli occhi di dosso. Lei annuisce senza pensarci due volte e va via lasciandoci da soli. Alex cammina verso di me fermandosi proprio a pochissimi passi. Mi guarda, così a lungo che quasi mi mette in imbarazzo. "Che ci fai qui?". 
"Sono qui per cercare una persona".
"Christopher Lewis", fa una pausa, "Non è vero?".
"Alex...".
"No Jess, non prendermi in giro".
"Oh ma dai! Vedi da che pulpito! Fai sul serio?!".
"Sei ancora arrabbiata per la questione del progetto?".
"Non voglio parlare di Mia che è la mia migliore amica e mi ha nascosto la cosa più importante del contratto che ho firmato ma tu... Sei stato così bugiardo!".
"Che vuoi dire?".
"I soldi, gli inviti a cena... Era tutta una tattica per poi convincermi a continuare a lavorare per te, non è vero?".
"Tu credi davvero questo?", Alex mi guarda stranito, è evidente che quello che gli ho appena detto non è quello che lui pensa davvero. Sembra quasi ferito dalle mie parole. "Io ho provato e... riprovato ad avvicinarmi a te ma tu... Dio Jess", scuote la testa, "Tu mi hai sempre fatto fare un passo indietro e... tutto questo non ha niente a che vedere con quel contratto o progetto del cazzo. Tutto questo riguarda quello che io provo per te". 
Rimango in silenzio di fronte a quelle parole, all'improvviso mi sento così terribilmente in colpa e... in imbarazzo, di nuovo. E' questo l'effetto che Alex mi fa. Vorrei poter scappare via da questa stanza e tornare a casa. Non avrei mai voluto trovarmi in una situazione simile. 
Lui si avvicina pian piano, siamo proprio a pochi centimetri quando lui mi accarezza il viso con due dita. Mi guarda negli occhi, sembra davvero sincero ed io un'idiota totale. Non riesco a fare nessun movimento se non restare qui ferma, di fronte a lui, come se sentissi di doverlo fare, come se mi facesse quasi pena. 
"Alex...".
"No", non mi sfiora più, adesso rimette le sue mani in tasca, "Non hai di che giustificarti Jessye, io so che tutto questo non è lo stesso per te e, credimi, non te ne faccio una colpa. E' solo che volevo che tu lo sapessi, non potevo più fingere o tenere dentro quello che sento. Fin dal primo momento che ti ho vista posare per quelle foto mi sono innamorato di te, io ero lì quel giorno, ti ho studiata bene e ho studiato il tuo profilo... Eri perfetta Jess, tu sei perfetta". 
"Io... Non so che cosa dire, tutto questo è così... strano per me".
"Non importa, ma sappi che non ti ho mai usata per il progetto e che quello che provo per te è vero", afferra una mia mano e la porta al suo petto, "Credimi". Mi guarda negli occhi, così dannatamente intenso che in questo momento qualsiasi altra donna al mio posto cadrebbe ai suoi piedi ma io l'unica cosa che riesco a vedere adesso davanti a me è Chris. "Se vorrai continuare a far parte di quel progetto che Mia ha vinto grazie a te ne sarò felice, altrimenti vedrò cosa inventarmi con i fornitori ma... Non prendertela con lei, sono stato io ad ordinarle di non dirti nulla del contratto. E' stata una mossa inappropriata ma era l'unico modo per averti ancora nella mia azienda, in qualche modo almeno credevo che sarebbe stato così ma non per usarti... Solo per averti vicina, ancora".
L'unica cosa che riesco a provare per lui è comprensione, strano dirlo ma forse anch'io avrei fatto qualunque cosa per tenere vicino a me la persona che amo. E mi ritorna in mente Chris, e soprattutto il perché sono qui. 
"Assumere Chris faceva parte del tuo piano?".
"No, te lo giuro. Mia sorella... Kristine non so perché abbia fatto tutto questo, ha preso il comando e l'ha contattato. Lei si occupa del personale in linea generale, di solito l'ultima parola è la mia ma quando ho saputo che Christopher Lewis è stato assunto di nuovo qui, al Belle Vue, era già tardi". 
"Perché? Perché tua sorella ha fatto tutto questo? E' per me? So che non le vado a genio ma...".
"Perché credi che il mondo giri intorno a te Jessye Cooper?". Kristine, nel suo abito bianco ad occhio costosissimo, entra nella stanza con aria soddisfatta interrompendomi. "Che ci fai qui? Non mi risulta che l'evento di stasera della nostra azienda riguardi anche te". Ed è proprio quando dice te che si sofferma a guardarmi dalla testa ai piedi sottolineandomi che il mio abbigliamento non si adatta al loro locale chic. 
"Dimmi un po' Kristine, qual è il tuo problema?".
"Jessye...", Alex si mette tra di noi ma io lo supero.
Lei mi guarda, evidentemente non si aspettava questa risposta da parte mia, e devo essere sincera... nemmeno io.
"Signora Mendoza", mi risponde Kristine correggendomi. 
Il che mi fa ridere, non riesco a trattenermi. "Non sei il mio capo, secondo il contratto che ho firmato il mio capo è Alexander Mendoza". Quando mi giro verso di lui noto che cala lo sguardo e sorride compiaciuto della mia risposta.
Kristine ride, ma è ovvio che è ironica. Mi guarda con aria di sfida mentre si avvicina a me. "Dimmi, sei qui per Chris?".
Chris? Perché lo chiama con tono così tanto confidenziale? "Dov'è?".
"Beh, oggi è il suo giorno libero e credo che a quest'ora dovrà essere a casa a riposarsi, ieri notte abbiamo fatto tardi".
"Abbiamo?".
"Sì, il tuo... ragazzo si è fermato fino a questa mattina qui con me e abbiamo parlato".
"Non ti credo. Non vedo perché lui sarebbe dovuto restare qui a parlare con... te".
"Non lo so, molto probabilmente è stato bene. Così bene da dirmi che... non è molto contento di quello che c'è tra voi due", passa lo sguardo da me ad Alex.
Che vuole dire? E, soprattutto, perché Chris adesso si confida con Kristine Mendoza? Esco dalla stanza in fretta, devo tornare alla mia auto e andare da lui.
"Dovresti lasciarlo in pace, non sei tu quella di cui ha bisogno".
Mi fermo mentre quelle parole rimbombano alle mie orecchie. "Che diavolo ne sai tu di che cosa ha bisogno?". Tutti mi fissano, mentre Kristine si guarda attorno sorridendo cercando di dissimulare. "Sta alla larga da lui!".
Corro fuori e noto che Alex mi viene dietro ma sono già abbastanza lontana da lui da mettere in moto e sparire da questo posto. 

La lampadina del salone è accesa, credo che Chris sia proprio lì. Starà riposando come mi ha detto Kristine? Ha passato la notte con lei ed è per questo che non ha risposto ai miei messaggi e alle mie telefonate? Perché? Perché mai avrebbe dovuto fare tutto questo? Perché trascorrere la notte con una sconosciuta piuttosto che parlare con me? Mille sono le domande che tartassano la mia testa e ancor di più è la rabbia che mi sta divorando ogni minuto che passa. Devo parlare con lui. Ora. Scendo dall'auto mentre ignoro il cellulare che continua a squillare da quando sono scappata dal Belle Vue, sarà ancora Alex. Non ha smesso di chiamarmi da quando sono andata via da lì.
Sono davanti la porta di casa di Chris, busso e, qualche minuto dopo, viene ad aprirmi. Non appena mi vede resta di stucco, è chiaro che non si aspettava di vedermi. E' la camicia che usa a lavoro quella? Quasi tutta sbottonata, fuori dai pantaloni e con il papillon che gli pende da mezzo lato. E' in questo stato da ieri notte?
"Jess... Che ci fai qui?".
"Che c'é? Non ti aspettavi di vedermi?", lo supero ed entro. 
Lui chiude la porta e passa le mani tra i capelli, sembra confuso. "Che ore sono?".
"Le dieci di sera, che c'è? Hai perso anche la cognizione del tempo?!".
Scuote la testa, sembra quasi... fatto. Non vorrei dirlo ma è così, il che mi dà i brividi e spero che mi stia sbagliando. "Vuoi qualcosa da bere?".
"Che diavolo ti prende eh?! Non mi hai risposto per tutto il weekend, vengo qui e l'unica cosa che hai da dirmi è se voglio qualcosa da bere?!". 
"Hai ragione", si ferma sedendosi sul divano, "Scusa...". Allunga una mano e accende il display del suo cellulare. Poi, strofina gli occhi con le mani, credo che si sia svegliato adesso e che sia stata io a farlo. 
"Scusa?! Dio Chris, che hai?".
"Ieri sera ho fatto tardi a lavoro, ho bevuto qualche bicchiere e... Credo di essermi svegliato qualche ora fa ma il mal di testa non vuole andare via".
"Perché hai bevuto? Credevo che avessi capito che non puoi risolvere i tuoi problemi così". 
Chris resta in silenzio, non dice parola, sembra quasi dissociato dalla realtà.
"Ti sei fatto?".
E' proprio in questo momento che si gira verso di me e mi guarda in modo strano, quasi deluso. "No!".
"E allora dimmi perché diavolo sembra il contrario!".
"Cazzo!", si alza mettendo le mani in testa sembrando quasi disperato, "Sto cercando in tutti i modi di non mandare le cose a puttane e quello che riesci a vedere tu è l'esatto contrario!".
"Che vuoi dire?".
"Non importa...".
"No, Chris, parlami!", vado verso di lui e lo fermo afferrandolo per la camicia quasi tutta sbottonata. Riesco a sfiorare la sua pelle con le mie mani e, per un attimo, rabbrividisco. Ma Chris alza le mani facendo un passo indietro.
"Che ti succede? Sabato andava tutto bene...".
"Fino a quando il tuo amico non mi ha detto che dovrete uscire insieme!", mi urla spalancandomi gli occhi, fuori di sé! 
"Di che parli?! Quale amico!".
Chris si avvicina a me, "Alexander Mendoza", dice a rallentatore.
"Che ti ha detto? Non capisco".
"Che avete un appuntamento, puoi crederci? Come fai a non saperlo Jess? Non prendermi in giro!".
Realizzo immediatamente come un'illuminazione di che cosa sta parlando. "Il progetto di Mia...".
"Cosa?".
"Dovrò partecipare a delle interviste... A degli eventi della Mendoza Boutique per ultimare il progetto di Mia. Io ed Alexander abbiamo solo un rapporto professionale, non c'è altro tra noi!".
Chris mi guarda e, attraverso i suoi occhi, riesco a vedere quanto soffre per tutto questo. E mi sento dannatamente in colpa e... arrabbiata.
"Ho visto come lui parla di te... C'è dell'altro Jess e tu lo sai bene, il problema è che tu non vuoi mai ammetterlo. Te l'ho chiesto fin dall'inizio cazzo!".
"E anche se fosse? Che importa!", mi avvicino a lui e prendo il suo viso tra le mie mani, "L'unica cosa che importa qui è quello che provo per te! Quello che tu provi per me!".
"Ci eravamo detti di fidarci l'uno dell'altro e la prima cosa che fai qual è Jess?! Nascondermi la verità!". 
"Io non ti ho nascosto proprio niente Chris! Di che stai parlando?".
"Vuoi dirmi che quel tipo non è innamorato di te? O... che il vostro rapporto è solo professionale come dici tu?".
Come fa a sapere una cosa simile? Poi, di colpo, ho un'illuminazione. "Sei qui a puntarmi il dito contro su tutta questa storia quando hai trascorso tutta la notte con il tuo nuovo capo! E non mi dire... E' stata proprio lei a dirti tutto questo!".
Chris si ferma a guardarmi, non si aspettava che lo sapessi. "Sono stati solo due drink...".
"Giusto il tempo per confidarti con lei no? Cos'è? Siete già diventati amici? O altro forse...".
"Jess...".
"E' stata lei non è vero? A dirti di Alex e di quello che prova per me...". Sento che la rabbia sta prendendo il sopravvento. Non posso controllarmi mentre il pensiero di lui e Kristine insieme mi fa impazzire.
Chris fa una lunga pausa di silenzio ma poi annuisce. 
"Che problemi ha? E tu... Che problemi hai tu?! Parli per me, mi fai il monologo sulla fiducia e poi... Trascorri la notte con una perfetta sconosciuta a confidarti su di noi?! Dimmelo!".
"Cosa?".
"Che c'è stato fra voi?".
"Cosa?! Di che parli!".
"Oh andiamo... Sono stati solo due drink?!".
"Sai che non lo farei mai Jess, non ti tradirei mai!".
"Beh, non lo so Chris. Ho passato tre giorni a scriverti e tu... Mi hai ignorata preferendo sfogarti con qualcuno che nemmeno conosci invece di parlare con me!".
Restiamo lì, senza più nulla da dirci. Come se entrambi avessimo scaricato le batterie. Poi, prendo la mia borsa e vado verso la porta. 
"E' così? Non ci diremo più niente?".
Mi giro verso Chris e noto che ha le lacrime agli occhi. Vorrei mandare tutto al diavolo e correre da lui per abbracciarlo ma l'unica cosa che mi viene da fare è aprire la porta.
"Jess!".
"Sì! Non ci diremo più niente! Non so più che cosa dirti perché per quanto io voglia impegnarmi tu mi porti... all'esasperazione! Un mio passo in avanti sono due tuoi passi indietro! E adesso basta... Non voglio più fare questo gioco con te Chris".
"Non l'ho fatto!", mi raggiunge, "Ho... solo bevuto. Non mi sono fatto ieri notte. Io... Sto frequentando degli incontri dove ci sono delle... persone come me. Te lo giuro Jess, non toccherò più quella merda".
Lo guardo, riesco a leggere la sincerità nei suoi occhi o, almeno, il fatto che lui ci stia provando davvero. Non dico niente, vado solamente via.

"E l'hai lasciato così?". Ben mi guarda quasi commosso. "Dio Jess... Avresti dovuto ascoltarlo di più".
"Che cosa c'era da ascoltare? Non importa... Per quanto io mi sforzi, noi non ci capiremo mai".
"Stai rinunciando Jess? Di nuovo? Sono passati cinque giorni e non vi siete più sentiti?!".
"No, è solo che... Sono stanca e sento che devo concentrarmi su tutta la questione delle ragazze scomparse e su quello che è successo a me... Non voglio più trascorrere una sola notte della mia vita con  quegli incubi!".
"E vuoi lasciarlo andare alle grinfie di quella donna?".
"Non mi importa".
"Fai sul serio?".
"Sì".
"Vuoi dirmi che non ti importa se quei due abbiano una relazione?". 
Quelle parole mi infastidiscono, il solo pensiero che qualcuno possa avvicinarsi a Chris mi fa impazzire ma cerco di non perdere la ragione. "Ho solo detto che voglio risolvere i problemi più importanti piuttosto di farmi deconcentrare da... Chris".
"Beh, dimentichi un particolare importante. Lui fa parte di quei problemi".
"E allora avremo un rapporto legato solamente da questo".
"Andiamo Jess...".
"Cosa Ben?! Insomma... Ci ho provato e riprovato... Ma guarda il risultato! Lui ha preferito confidarsi con una sconosciuta, che poi non è nemmeno una sconosciuta qualunque, piuttosto di parlarne con me! L'ha fatto di nuovo! E' tornato indietro".
"E tu?".
"Io cosa?".
"Non gli hai nascosto che Alexander Mendoza provava qualcosa per te?". Ha ragione, come sempre il mio migliore amico ha ragione. "Rifletti su questo, o almeno provaci".
"Quale dei due metto?".
"Che devi fare?".
"Oggi è il mio giorno libero ma... Devo andare dalla rettrice all'università con Dan per parlare degli ultimi dettagli del progetto che inizieremo lunedì e poi... Dovrò andare da Alex stasera".
"Avete... Un appuntamento?!".
"Mi ha invitata al Belle Vue per parlare degli eventi che dovremmo organizzare nelle prossime settimane".
"E non potevate parlarne con la luce del giorno, magari in azienda e non nel posto dove lavora Chris?!".
"Che posso dirti Ben?".
"Ho capito...", ride, "Cos'è? Una specie di gioco?".
"Di che parli?".
"Tu che vai a cena con Alexander Mendoza proprio dove lavora Chris e dove sarà presente anche Kristine Mendoza", scuote la testa, "Sai che cosa penso? Che finirete per farvi male voi due. Soprattutto se deciderai di indossare quel vestito". Ben lo indica con un cenno della testa.
Mi guardo allo specchio e sono sempre più convinta di voler indossare questo vestito in raso che non metto da una vita. E' corto, rosso e con delle catenine dorate che pendono sulla schiena con una scollatura profondissima. Lo adoro, non so perché l'ho sempre tenuto nascosto in un angolo dell'armadio.
"E' sabato, oggi non ho lavorato e per una volta voglio prendermi cura di me stessa. Non è quello che mi ripetete da anni?!".
"E vuoi farlo proprio oggi che hai un appuntamento con...".
"Alexander Mendoza, lo so. E... Sì, voglio farlo proprio oggi".
Mi guardo ancora una volta allo specchio. Sì, sono soddisfatta come poche volte nella mia vita. "Ma, prima, passero dal salone di Emma per una piega".


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