Capitolo 22-Jess

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"Come ha fatto a trovare tutti questi amici in così poco tempo che è qui?". Mia guarda Annalise mentre balla al centro della pista piena di gente attorno. "È arrivata poco più di una settimana fa!".
"È tornata con le sue migliori amiche, così mi ha detto Eric e poi... Boh, sarà un tipo molto socievole". Emma beve il suo drink guardando malinconica Eric che balla accanto sua sorella.
"Quando parlerete voi due?".
"Che ti importa Mia?".
"Oh oh... Vacci piano tesoro! Ora capisco perché quel povero ragazzo ti sta lontano".
Mi viene da ridere ma mi trattengo perché sono sicura che sarebbe un'altra tra le tante tragedie per Emma.
"Sei proprio una stronza, come sempre".
"Cosa hai detto?". Mia si alza e si mette davanti la visuale di Emma che adesso è chiaramente infastidita dalla sua presenza.
"Si può sapere che cosa vuoi stasera?".
"Mi hai appena dato della stronza, perché? Perché ce l'hai col mondo intero Em?! Per caso Eric non te l'ha ancora data?".
"Confermo quello che ho detto", Emma si alza e adesso sono faccia a faccia, "Sei proprio una stronza". Si allontana verso il bagno e vedo che Eric la raggiunge. Credo le stia chiedendo se sta bene, poi non riesco più a vederli.
"L'hai sentita?!". Mia mi guarda ancora sconvolta dalle parole di Emma. "Niente... Ormai è proprio andata".
"Ho bisogno di parlarle".
"Cosa Jess? Adesso?! Ne sei sicura?".
"Sì, adesso".
Non appena arrivo in bagno noto un'aerea comune che divide il bagno maschile da quello femminile. Ed Eric ed Emma sono lì, lui le stringe la mano e l'abbraccia mentre lei si lascia andare piangendo. Non appena mi vede si stacca da Eric e mi dà le spalle asciugando le lacrime come se stesse provando a nascondermi che sta piangendo.
"Vi lascio sole". Non appena Eric ha il benestare di Emma va via.
"Stai bene?".
Senza nemmeno darmi una risposta, va verso il lavandino e lava le mani. Resta lì a guardarsi per un po' allo specchio cercando di dare una sistemata al trucco ormai andato.
"Potresti almeno degnarmi di una risposta?".
"Che vuoi che ti dica Jess, che sta andando tutto a rotoli?". Si gira verso di me con le lacrime che le rigano il viso, mi sento un po' in colpa per questo.
"Parli di Eric o di noi?".
"Di tutto", singhiozza.
"Beh, con Eric ho visto che hai chiarito. Con noi va tutto bene, sei tu che stai vedendo qualcosa che non va quando invece va tutto bene".
"Sei sicura?".
"Allora dimmi qual è il problema Em, sono tutta orecchie".
"Non lo so Jess, non so più niente".
"Non sono più la bambina perfetta con la quale sei cresciuta, anche io posso sbagliare e anche io ho il diritto di fare quello che mi rende felice senza che nessuno me lo impedisca".
"Sarei io ad impedirtelo?!".
"Stai cercando in me qualcuno che non esiste più Em, è ora che tu lo capisca".
"E chi esisterebbe adesso? Ti preferivo quando stavi con Dan, era tutto più... Normale".
"Non posso crederci! Mi preferiresti infelice piuttosto che farmi decidere come vivere la mia vita?".
"Almeno non staresti con qualcuno che è uscito sui giornali vent'anni fa per omicidio!".
In quel momento entra della gente in bagno, facciamo silenzio per qualche minuto fino a quando restiamo sole di nuovo, giusto il tempo di metabolizzare quello che mi ha appena detto Emma.
"Non cambierai mai Emma, questa è la verità. Tu credi che la vita sia perfetta, che le persone debbano avere una vita perfetta, che ogni cosa debba essere perfetta. Quello che non sai è che l'irregolarità delle cose, il fare quello che ti spinge a fare il cuore, sentire che cosa vuol dire il desiderio sotto la tua pelle, sono qualcosa che ti rendono viva e che, forse, tu non proverai mai".
Emma mi guarda senza dire più una parola ed io mi sento finalmente libera, libera dentro e anche un po' in colpa per l'ennesima volta.
"Se vuoi continuare a fare parte della mia vita dovrai accettarmi così come sono, altrimenti...".
"Ho capito, non è necessario che tu aggiunga altro". Emma esce dal bagno ed io le corro dietro per raggiungerla. "Em! Aspetta!".
Poi, non appena torniamo dagli altri si ferma di colpo guardando davanti a sé. "Eccolo", indica qualcosa lì in fondo, "La rovina della tua vita. Goditelo finché puoi". Non appena Emma si sposta vedo Chris. Sta entrando in questo momento al Greenwich's café.
E succede tutto in un attimo, resto folgorata alla sua visione. È più elegante del solito, indossa una camicia bianca, credo sia di lino, quasi tutta sbottonata e dei bermuda di jeans. Quanto amo quando lega i capelli lasciandone cadere la metà sulle spalle. Sembra aver dato una sistemata alla barba, adesso ha una forma. Resta lì a guardarsi attorno, come se fosse spaesato, fino a quando non vede la mano di Eric sovrastare la folla richiamando la sua attenzione. Non so perché ma sento come una spinta alle mie spalle, una spinta che mi incita ad andare verso la sua direzione. Come una voglia di essere notata, che i suoi occhi si poggino sul mio corpo. Adesso. Mi basta questo a riempirmi di brividi, che strano, solo al pensiero mi sembra già di impazzire. Faccio un passo, ne faccio un altro mentre lo vedo avvicinarsi e scambiare qualche parola con Eric. Adesso è di spalle, non potrebbe mai notarmi. Cammino ancora, ma lentamente. È come se il mio corpo volesse richiamare la sua attenzione ma il mio cervello mi dicesse di smetterla. Ma lo voglio, desidero così tanto che lui mi guardi. Mi avvicino ancora, ci sono quasi, quando all'improvviso qualcuno mi si piazza davanti.
"Dov'eri finita? Ti ho cercata dappertutto...". È Dan, con due drink in mano. Uno credo sia il mio, ne ho un bisogno assoluto. Glielo levo dalle mani e inizio a bere. "Stai bene?".
"Sì, ero al bagno...".
Mi guarda ma non sembra convinto dalla mia risposta. "Balliamo?".
"No, non ne ho voglia, vado a raggiungere Mia, credo abbia bisogno di una mano laggiù". Guardo di nuovo in direzione di Chris ma non lo vedo più.

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