Capitolo 67-Jess

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La più grande parata al mondo di Halloween è proprio qui. Sapere che ci sono milioni di persone che vengono da ogni parte fino ad arrivare in America solo per vedere questo meraviglioso spettacolo mi fa sentire un po' fortunata visto che si svolge al Greenwich Village, proprio vicino New York. Più precisamente mi trovo sulla 6th Avenue North e la parata di Halloween si svolgerà da Spring Street fino alla 16th Street. Sono le sette passate ed è già iniziata da un po' ed io sono completamente meravigliata da quello che vedono i miei occhi. Degli scheletri giganti che sfilano a ritmo di musica con dietro una lunga coda di gente con costumi di ogni tipo, la maggior parte dei quali sono dei pupazzi, così come vuole la tradizione. E, di fronte a tutto questo, mi sento una bambina completamente assorta da questa visione bellissima. È come una magia, un gioco di colori che si mischia al ritmo della musica rendendo l'atmosfera quasi surreale. Ricordo quando mio padre mi portava qui, è successo poche volte perché ha sempre odiato i posti affollati, mi diceva che erano pericolosi. Nella confusione può succedere di tutto, non dimenticarlo mai, mi ripeteva per tutto il tempo, ma quelle poche volte mi accontentava. Sarà capitato tre volte al massimo, eravamo solamente lui ed io con il mio zucchero filato in mano. Non indossavo nessun costume, mi limitavo a truccarmi un po' allo specchio, ovviamente da sola perché mia madre non ha mai approvato questa festa e, di conseguenza, non potevo aspettarmi che mi aiutasse. Così, uscivo dalla mia stanza tutta pasticciata più che truccata ma mio padre mi diceva ridendo che sarebbe stato il miglior trucco di tutta la parata ed io ridevo sapendo che mi stava prendendo in giro. Sorrido a quel ricordo ed è come se, in un modo o nell'altro, lui fosse qui con me adesso.
Siamo lungo il bordo della strada, la gente non fa altro che spingermi a destra e sinistra mentre cammina con in alto i cellulari per riprendere la sfilata. Per un attimo cerco la mano di mio padre mentre le sue parole si fanno sentire nella mia testa.
"Ehi! Sono qui!", Chris afferra la mia mano, "Non ti trovavo...".
"Dove sono gli altri?".
"Emma è voluta entrare dentro la sfilata con Eric e Mia e Ben l'hanno seguiti".
"Lì dentro? Il solo pensiero mi fa mancare l'aria...".
"Vieni con me...", Chris mi tira fuori dalla confusione e ci ritroviamo a passeggiare in un vicolo un po' più appartato dove, finalmente, posso tornare a respirare. "Va meglio?".
"Come facevi a sapere che ne avevo bisogno?".
"Hai visto la tua faccia?! Sembrava gridare di portarti via da lì!", ride.
"Di solito amo questo genere di cose ma... Non lo so, è come se avessi un rigetto di tutto e volessi solo isolarmi dal mondo".
"Perché?".
"Vorrei in un posto migliore, lontano da tutto quello che è successo qui. È come se questo posto fosse segnato da qualcosa che non può cambiare, come se fosse marchiato per sempre".
"Vieni con me a Parigi, rinnovo la mia offerta".
Rido alle parole di Chris, sembra smorzare questo momento con la leggerezza che mi serve proprio adesso.
"E' solo che... Pensavo".
"A cosa?".
"Mio padre mi ha portata qui qualche volta...".
"Pensavi a lui?".
"Già... A volte mi manca così tanto che... mi perdo, esattamente come prima. Vorrei tornare indietro a quando ero bambina, con lui era tutto più semplice".
"Ehi...", stringe di più la mia mano, "Io sono qui per farti ritrovare la strada quando ti perdi. Lo farò sempre Jess". Chris mi sorride ma è diverso, posso leggerglielo negli occhi. Sento che vuole proteggermi, che è qui davvero per me.
"Grazie", lo abbraccio stringendolo a me forte. Per un attimo chiudo gli occhi ed è come se mi avesse appena ricaricata dandomi la forza di sopravvivere a questa sera.
"Ci ho pensato... A quello che mi hai detto in officina...".
"Davvero? Sono riuscita a convincerti?".
"Non ho detto questo anche se... Dopo quello che abbiamo fatto su quella macchina...". Chris sorride quasi imbarazzato, "Ci pensi? Se Eric fosse arrivato un minuto prima...".
"E allora? Credi che mi sarei tirata indietro o fermata?". Restiamo così a fissarci e sento che l'adrenalina è come se mi salisse fino in testa.
"Quello che volevo dire è che ci ho pensato bene e... accetto il tuo aiuto".
"Vuoi dire che...".
"A patto che tutto questo non possa intaccare la tua stabilità Jess... Quello che hai subito è stato già piuttosto forte e non voglio essere io a farti avere una ricaduta o farti star male in qualche modo".
"Io voglio solo starti accanto Chris, se tu lo vuoi veramente non arrenderti ed io sarò lì al tuo fianco".
"Okay...".
"Solo... Okay?!".
"Qualcuno una volta mi ha detto che in una relazione basta parlare, provare a capirsi e andare avanti...", ride mentre mi mette un braccio sulle spalle stringendomi a lui. Mi dà un bacio in fronte, il che mi colpisce perché non è il solito bacio. E' un bacio più confidenziale, più d'affetto, e sento che adesso siamo più vicini, nel vero senso della parola. "Torniamo nella strada principale, se decidono di uscire dalla sfilata e non ci trovano daranno di matto".
Torniamo nella 6th Avenue e, nonostante mi sforzi, non riesco a vedere i miei amici.
"Ti va qualcosa da bere?".
"Sì... Una birra magari".
"Sicura che posso allontanarmi un attimo?", Chris mi guarda preoccupato.
"Sta tranquillo, ti aspetto qui, nel frattempo vedo se riesco a trovare gli altri".
"Allora torno subito".
Ma, per quanto mi sforzi, non ci riesco. Milioni di persone mi passano davanti, tutti in costume ed è davvero difficile capire dove siano. Provo a prendere il telefono ma ho solo una tacca di ricezione, qui sembra proprio non prendere. Lo alzo un po' ma niente, le chiamate continuano a darmi errore. Ma, mentre guardo lo schermo del mio cellulare, qualcosa ruba la mia attenzione. C'è un costume che mi colpisce, è dall'altro lato della strada, perfettamente di fronte a me. Ha un vestito nero, sembra una tuta e una maschera da scheletro. Non so perché, mi starò sbagliando, ma ho la sensazione che stia guardando proprio me. Nonostante la gente ci passi davanti, lui è lì, fermo rivolto proprio verso la mia direzione. Non riesco a capire se è una semplice casualità o è tutto vero. Cosa sta facendo adesso? Solleva un braccio e sembra salutarmi.
"Ehi!". Salto in aria non appena Mia appare davanti alla mia faccia, "Dov'eravate finiti? Vi abbiamo cercato...".
La supero e torno a guardare dall'altro lato della strada ma non lo vedo più.
"Chi?", Emma mi guarda interdetta, avrò parlato ad alta voce.
"Lì... C'era un tizio con la maschera da scheletro...".
"Jess, qui ci sono migliaia di maschere del genere... Ehi, stai bene?".
"Sto bene. E' solo... la confusione mi sta dando alla testa".
"Se vuoi possiamo spostarci da qui...".
"Ma che dici Ben!", Emma lo fulmina, "Siamo venuti qui apposta! Vero Jess?".
"Certo... Io... Sto bene".
"Eccomi", Chris arriva porgendomi la mia birra, "Allora? Andiamo?".
Proseguiamo a camminare immersi tra la coda di gente che c'è davanti a noi, continuo a guardarmi attorno ma niente, il tizio strano con la maschera bianca e nera da scheletro non c'è più.

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