Spingo la porta dell'officina. È aperta. Sento dei rumori lì in fondo, dietro la tenda, il posto dove Chris vive ogni giorno. In questi tre mesi di relazione che abbiamo avuto non mi ha mai portata qui, piuttosto era lui a venire a casa mia fino a Chelsea. Non ho mai capito davvero perché, forse per vergogna, forse per provare a nascondere qualcosa che per me ormai era fin troppo evidente. Ho sempre saputo che Eric gli ha dato un tetto sotto il quale vivere, un lavoro, una grande possibilità, anche se mi sono sempre chiesta che cosa l'abbia portato ad arrivare fino a questo punto. Avrà pur avuto una casa, una famiglia che gli avrà lasciato qualcosa, degli affetti da qualche parte nel mondo. Ma mi sono sempre fatta andare bene anche questo, il non sapere, e accettare che la sua unica sistemazione è sempre stato un letto dietro una tenda, dentro un'officina di meccanica. E mi sono sempre adeguata per paura di perderlo, per paura che mi sarei svegliata e lui sarebbe fuggito via da me stanco delle mie domande. Sì, a volte sono stata fin troppo pretenziosa, me ne sono sempre resa conto ma ci ho provato a capirci qualcosa, per arrivare a un punto dove non ci ho capito più niente. E ho preferito far passare i giorni dicendo di sì, facendomi andare bene le cose piuttosto che discuterle. Che idiota farebbe tutto questo? L'esatto opposto di quello che mi ha sempre insegnato mio padre, non so se oggi sarebbe orgoglioso di me. Forse un po', quella che sono adesso è la stessa persona che lui mi pregava di essere da sempre. Mio padre lo sapeva. Sì, lui mi guardava negli occhi e mi diceva che da qualche parte dentro di me c'era la mia vera natura e che, prima o poi, sarebbe arrivato il momento di tirarla fuori altrimenti sarebbe uscita da sola. Mi diceva di difendere il mio carattere e di mandare al diavolo chi non mi capiva, semplicemente perché non mi avrebbe capita mai. Ma il timore di perdere chi mi stava attorno era più forte. Ad oggi, il rimpianto di non averlo mai ascoltato si fa sentire e forse fin troppo.
Non appena scosto la tenda quasi sussulto. Chris è lì, indossa solamente i bermuda, la camicia è poggiata lì sul letto. Sul tavolino proprio si suoi piedi c'è dell'alcool. Si gira verso di me evidentemente sorpreso ed è lì che noto un livido sotto l'occhio destro, il punto dove Dan l'ha colpito. Tiene il ghiaccio lì sopra, a tratti lo allontana per poi rimetterlo. "Che ci fai qui?".
"Stai bene? Hai lasciato la porta aperta...".
"Non dovresti essere qui Jess".
"Stavolta no, non mi allontanerai da te Chris, non di nuovo".
Mi guarda a lungo, annuisce arreso e si siede sul letto continuando a premere il ghiaccio sulla guancia.
"Ti fa male?", mi siedo accanto a lui.
Lui mi guarda, Dio quanto è bello. Non ho mai incontrato qualcuno capace di farmi perdere la testa solo con lo sguardo. Metto la mia mano sulla sua, lui la scosta ed io continuo a tamponare la sua ferita con il ghiaccio. Ha delle contrazioni istintive del viso ad ogni mio movimento, non so se è per il dolore o per altro.
"Che cosa mi fai Jess?", Chris chiude gli occhi e inspira.
Sento il mio cuore esplodermi nel petto, e non voglio altro, non desidero altro se non impazzire. Con lui.
"Cosa vuoi che faccia?". Mi viene tutto d'istinto, poggio il ghiaccio sul tavolino e uso i miei polpastrelli per toccare il suo viso. Inizio dalla fronte, faccio scendere il mio indice da lì, passando sul naso, finendo sul mento. Accarezzo le sue labbra, al tatto mi sembra di toccare qualcosa di meraviglioso. Seguo i suoi lineamenti, tutti i suoi tratti. Sembrano perfetti, esattamente così come sono. Mi alzo e sollevo il vestito fino alle ginocchia, mi metto su di lui a gambe aperte, metto le mie mani tra i suoi capelli, mentre non ci stacchiamo gli occhi di dosso. Chris ansima, riesco a sentire il calore della sua pelle avvolgermi.
"Ti ho già detto che sta benissimo su di te?", mi sfiora con le dita il vestito, "Sei un incanto stasera Jess".
Ad ogni parola il mio cuore sembra impazzire, come se ogni battito fosse più forte, sempre più forte. Lo bacio, lo bacio dannatamente forte, mi è mancato così tanto. Deve percepirlo, deve sapere che non ho potuto fare a meno di lui. Dio... Adesso è come se fossi tornata a respirare, è ossigeno per me. Lo bacio ancora di più, non mi importa di prendere fiato, mi basta questo, sentire il suo sapore. Sento la sua lingua unirsi alla mia, è calda, seguono insieme gli stessi movimenti come se sapessero già che cosa fare. Da sole. Con le dita mi fa scivolare le spalline del vestito scoprendomi il seno, lo bacia dolcemente pungendomi con la barba. Poi scende ancor più le mani fino ad arrivare alle mie natiche, preme, preme sempre più forte. Mi piace, lo fa a movimenti alterni, alcuni più pacati altri più forti. E mi piace, inizio a muovermi su di lui, all'altezza della sua erezione che riesco già a sentire. Mi stacca il reggiseno, mi scopre il seno iniziando a leccarmi i capezzoli che diventano, prima uno poi l'altro, turgidi. Sento di arrivare già all'orgasmo, sento un fuoco tra le gambe, un calore che mi spinge a strusciarmi sempre più su di lui, sempre più velocemente. Si alza fermandomi, senza farmi scendere e mi stende sul letto. Con un movimento deciso mi toglie via le mutandine e resto così, a gambe aperte di fronte a lui. E non provo vergogna, i suoi occhi mi danno la sicurezza che ho sempre cercato. Jessye Cooper che non prova vergogna? Timore? Che ti succede Jess? Come è possibile tutto questo? È tutto naturale, ogni gesto, ogni mossa, ogni singolo movimento. Non c'è niente di studiato, di razionale.
Chris abbassa i suoi bermuda e resta lì, in piedi davanti a me, con la sua erezione pronta. "La prendi ancora?".
Non impiego molto a capire che sta parlando della pillola. "Sì...". L'ho sempre presa regolarmente, da quando stavo con Dan e non l'ho sospesa nemmeno in queste ultime settimane che sono stata lontana da Chris.
Non appena ha la mia conferma, si abbassa su di me e mi penetra. Inizia a muoversi deciso, riesco a sentirlo fino in fondo, mi riempie tutta. Inarca la testa chiudendo gli occhi, riesco a capire che c'è quasi, e anch'io ci sono quasi. È come se questo fosse stato solo la fine di un qualcosa che è iniziato già con i nostri sguardi. Com'è possibile fare l'amore con gli occhi? Provare piacere solamente a guardarsi? Non ci avrei mai creduto a una cosa simile se non avessi mai incontrato Chris. È qualcosa che va oltre, a tutto. Di colpo mi solleva dal letto e mi gira sul tavolino, entra velocemente ed inizia a muoversi velocemente fino a quando non veniamo insieme. Ed è come una liberazione, come una riconciliazione dopo tutti questi giorni separati. Di colpo, tutto si annulla, ogni distanza, ogni problema, ogni dubbio. Tutto non ha più importanza, l'unica cosa che conta adesso siamo noi due.
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OLTRE OGNI COSA
FanfictionSiete innamorati di Can Yaman? Bene! Eccovi serviti una storia dedicata a lui. Il Chris di cui vi parlerò è interamente ispirato a lui. Chiudete gli occhi e catapultatevi in quest'avventura facendovi trasportare. Perché è proprio questo la lettura...