Capitolo 61-Chris

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Ho chiesto per tre volte ai signori del tavolo sette di ripetermi le loro ordinazioni ma fatico a concentrarmi, è come se sentissi rimbombare le loro voci. Ho il cervello totalmente in panne e, mentre mi allontano, noto che bisbigliano qualcosa guardandomi con disapprovazione. Non posso dargli mica torto, stasera ho fatto un pessimo servizio e la cosa peggiore è che sono così stanco che vorrei mandare tutto al diavolo. Arrivo allo scaffale accanto al bancone e inizio a preparare il vassoio con sopra l'olio, l'aceto e il sale per l'insalata che mi hanno ordinato al tavolo nove. Ma poi... Chi diavolo è che viene qui a spendere venti dollari per un'insalata?! Il Belle Vue ha il suo perché ma mica tanto... Mi guardo attorno, che ci fai qui Chris? Mi ripete una voce nella mia testa. E' da un po' che faccio i conti con la mia coscienza e, come sempre, è lei a vincere. Tiro fuori dalla tasca il telefono, nessuna risposta ancora da Jess. Sono le dieci passate ma niente, non la sento da ieri sera, da quando è andata via da qui con i suoi amici. Le spunte su WhatsApp non sono ancora blu ma vedo che l'ultimo accesso risale a stamattina. Avrà ignorato i miei messaggi di proposito o avrà avuto troppo lavoro da fare? Cazzo... Vorrei mandare tutto al diavolo e correre da lei. Il solo pensiero che Jess possa dubitare di me mi uccide. Non sopporto il modo in cui mi ha guardato ieri sera, quello che mi ha detto, il non credere in me. Ma la cosa che mi ha distrutto è stato vedere come ci siamo lasciati, lei che mentre andava via mi guardava con quegli occhi spenti, pieni di rammarico e dolore. E la causa di tutto questo sono io, ancora una volta. Per quanto non voglia ferirla finisco sempre col farlo. Non so perché, mi odio per questo. Dovrebbe essere così semplice amarci, stare bene piuttosto che ritrovarci sempre a dubitare l'uno dell'altro. Ma non a questo punto, non adesso che ho la certezza che lei è la mia unica salvezza. Non la lascerò andare, non posso lasciare che si allontani ancora da me.
"Va... tutto bene?", mi dice Jenny mentre mi vede asciugare l'aceto che ho riversato su tutto il vassoio.
"Cazzo!".
"Oggi è uno di quei giorni storti eh?".
"Qui siete abituati a parlare non è vero? Lo fate per leccare il culo ai Mendoza o cosa?".
"Non capisco... A che cosa ti riferisci?". Quasi mi dispiace rivolgermi a lei così, è una di quelle ragazze semplici, una di quelle che si fa i cazzi suoi.
"Qualcuno tra di noi è andato dal capo a dire che ho scopato proprio lì, in quel bagno, con la mia ragazza e, di certo, non sono stato io".
Jenny spalanca gli occhi e resta a guardarmi a bocca aperta senza dire una parola. E' evidentemente sorpresa da quello che le ho appena detto.
E un po' lo sono anche io di averlo fatto e me ne pento quasi subito. "Lascia perdere...". Tolgo il papillon e lo lascio lì, proprio sul bancone in mezzo al casino che ho fatto con l'aceto.
Vado verso l'ufficio di Kristine, busso ma non mi risponde nessuno. Al diavolo... Apro la porto e la trovo proprio lì, al telefono seduta dietro la scrivania. Mi fa cenno con la mano, come per dirmi di uscire e tornare dopo ma la ignoro e mi siedo. Lei mi guarda interdetta, quasi infastidita, poi riaggancia. "Che cosa c'è di così tanto urgente che non puoi aspettare?".
"Voi Mendoza pensate che con un schiocco di dita possiate mettere il mondo ai vostri piedi...".
"A che cosa devo tutto questo Chris? E poi...", guarda l'orologio, "Non dovresti essere a lavoro?".
"Dovrei ma non mi importa. Devo parlarti".
"Non vorrai fare aspettare i clienti...".
"Al diavolo i tuoi clienti di merda Kristine! Sono qui per parlarti di ieri sera".
"Che c'é?! Non dirmi che la tua ragazza ti ha fatto il lavaggio del cervello. Ti credevo... Un tipo più sveglio. Insomma, guardati! Un tipo come te non dovrebbe farsi abbindolare da una come Jessye Cooper. Ma, del resto, una brava psicologa sa come fare...".
"Ho visto come l'hai trattata ieri sera e... ho sentito quello che le hai detto. Non farlo mai più Kristine, Jess è più donna di te o di chiunque altra. Non darle più della puttana perché non sai di chi stai parlando".
"Okay!", ride, "Non posso crederci... Davvero?! Tutta questa sceneggiata è per lei?! Sei venuto qui per difenderla? Non riesce a farlo da sola? Se fosse tanto donna come dici tu non avrebbe bisogno di qualcuno che scodinzola ai suoi piedi".
"Lo avrei dovuto fare ieri ma ero troppo preso dall'allontanarla da te".
"Allontanarla da me... Wow! E sentiamo... Che cosa le avrei detto di così tanto sbagliato? Del resto, ho detto solo la verità. Avete fatto sesso nel bagno del mio locale e mi basterebbe solo questo per denunciarvi entrambi! Quindi, fai poco lo spavaldo mio caro Chris".
"Denunciarci?! Fallo, accomodati. Che cosa credi? Che abbia paura di te?".
"No ma dovresti ringraziarmi per non averlo fatto".
"Ti risparmio il disturbo, sono qui per dare le dimissioni".
"Cosa? Tu... Non puoi farlo!". Adesso il sorriso da idiota che ha da quando sono arrivato  scompare all'improvviso. Kristine diventa seria mentre continua a scuotere la testa nervosamente. 
"Perché? Lì fuori c'è una fila di gente che pagherebbe per lavorare nel tuo lussuoso locale".
"Perché mi fai questo?".
"Non sto facendo proprio niente a te, semplicemente perché noi non siamo niente! Non so che diavolo ti è passato per la testa per tutto questo tempo ma questa storia finisce qui".
"Vuoi mandare al diavolo il tuo futuro per una come lei?".
"Il mio futuro?! Tu credi che io costruirò il mio futuro qui?! Davvero?! Dimmi Kristine, perché mi hai assunto? Ma stavolta dimmi il motivo vero".
Lei resta in silenzio ma sembra irradiata dalla rabbia mentre continua a fissarmi senza battere ciglio.
"Andiamo... Perché proprio me? Tra tutti quelli che avresti potuto assumere dopo che tuo fratello mi ha licenziato... Che cosa ti ha spinta a farlo?".
"Mi piacevi davvero Chris... Volevo solo averti qui".
"O volevi fare un dispetto a Jess perché sei gelosa del rapporto che il tuo caro fratellino voleva avere con lei? Tu credevi davvero che sarei stato al tuo gioco? Ascoltami bene, io la amo e quello che provo per lei vale più di qualsiasi altra cosa al mondo".
"Lei non potrà mai darti quello che posso darti io!".
"E che cosa puoi darmi tu? Sentiamo... Il lusso? I soldi?! Oh... Credimi, non ho bisogno affatto di soldi".
Kristine resta in silenzio, non dice più niente. Ma come si dice? Chi tace acconsente?
Mi giro per andarmene ma, appena arrivo alla porta per uscire, lei mi raggiunge. "Che farai quando lei ti manderà al diavolo? Sparirai per altri vent'anni?".
Come diavolo fa a sapere il mio passato? Sto iniziando a pensare che i Mendoza abbiano più risorse di quanto credessi. "Che ne sai di quello che ho fatto nella mia vita?".
"Mi è bastato scrivere il tuo nome nella barra di ricerca per sapere qual è stata la tua vita, o almeno fino ai tuoi undici anni. Poi, c'è un vuoto di vent'anni e adesso sei di nuovo qui. Ascoltami bene Chris, lì fuori uno come te non troverà quello che hai trovato qui. Finirai per strada e nessuno ti assumerà mai".
"Sarà sempre meglio che continuare a lavorare per una come te".
"Non puoi farlo! Non hai letto il contratto che hai firmato? Non puoi lasciare questo posto senza preavviso. Ti posso distruggere per questo!".
"Fallo! Accomodati pure... Non vedo l'ora". Esco dalla stanza e fuori da quella merda di locale. 
Mentre vado verso la mia Cadillac mi sento finalmente libero. Non posso crederci di averlo fatto davvero. Jess aveva proprio ragione su Kristine, avrei dovuto mandarla al diavolo già da tempo. Come ho potuto lavorare per una calcolatrice come lei? Hai sbagliato Chris, per la prima volta non hai dato ascolto al tuo sesto senso. 
Non appena salto sulla mia auto, mi squilla il telefono. Grazie a Dio, sarà Jess finalmente. No, non è lei... E' Eric. "Che succede? Non dirmi che hai chiuso l'officina adesso! Ti ho detto mille volte di assumere qualcuno che ti aiuti... E indovina un po'! Mi candido come tuo nuovo dipendente!".
"Chris! Devi venire in ospedale! Subito!".
"In ospedale? Stai bene?".
"Non si tratta di me...", fa una pausa mentre lo sento respirare affannosamente, "Si tratta di Jess, ha avuto un incidente!". 
A quelle parole, una fitta mi trancia in due lo stomaco ed è come se il tempo mi si fermasse attorno improvviso. Guardo davanti a me ma non vedo niente, ho la vista annebbiata.
"Chris? Sei lì?".
"Sì... Io... Arrivo subito".

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