Capitolo 69-Jess

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GENTILI LETTORI, SCUSATE LA L'ASSENZA E BEN RITROVATI.
VI INVITO A LEGGERE IL SEGUENTE CAPITOLO CON UN SOTTOFONDO MUSICALE DEI BLINK 182-ONE MORE TIME.
BUON PROSEGUIMENTO DI LETTURA.

Lei è morta.
Resto così, con il telefono poggiato sull'orecchio e con l'eco di quelle parole, per non so quanto tempo.
Lei è morta.
Sono immobile, priva di tutto, perfino di me stessa.
Chris, accanto a me, mi parla ma sembra farlo a rallentatore, le sue labbra si muovono lentamente. Non so che mi succede, mi sento estraniata dalla realtà. Guardo davanti a me, la pioggia continua a battere sul vetro anteriore della macchina, sento solo il rumore delle gocce che lo colpiscono ancora e ancora. Per il resto, il silenzio. Solo il silenzio.
Lei è morta.
"Jess! Sei ancora lì? Jess!".
Urlo, continuo ad urlare, sempre più forte. La mia voce mi graffia la gola ma non riesco a sentirmi, come se mi osservassi fuori dal mio corpo.
Chris prova a scuotermi ma resto inerme mentre sento le lacrime solleticarmi la faccia. Mi toglie il telefono dalle mani e inizia a parlare con Garret, la sua voce è come se fosse lontana ma l'espressione del suo volto invece è piuttosto chiara. Adesso mi guarda senza batter ciglio mentre mio fratello immagino che gli stia dicendo le stesse parole che ha detto a me. Poi, riaggancia e mi tira a sé stringendomi. Non dice più una parola, restiamo così come se fossimo sospesi, ad un passo dalla realtà.
Chiudo gli occhi.

Fuori è già buio mentre arrivo in ospedale, è come se oggi, in qualche modo, fosse arrivata la sera più in fretta. Il temporale non ha smesso un solo attimo di mettere in subbuglio ogni singolo angolo di questa città che stasera mi sembra più grande e oscura.
Stiamo scendendo le scale dell'ospedale per andare all'ultimo piano come ci hanno detto gli infermieri all'ingresso.
"E' di qua", Chris continua a camminare seguendo l'indicazione scritta in alto sulla porta che abbiamo appena attraversato.
Obitorio. I miei occhi continuano a leggere quella parola. Mi sento spaesata, persa nell'ennesimo incubo della mia vita con la differenza che stavolta è tutto vero. Vorrei che adesso Williams contasse e mi riportasse alla realtà ma no, non c'è nessuno che può farlo davvero per me.
"Jess?". Mi rendo conto solo adesso che Chris è qualche passo più avanti di me, fermo lì a guardarmi non so da quanto tempo.
Lo seguo ed arriviamo nel reparto. Lì, in fondo seduti su due sedie, ci sono Kate ed Oliver. Lei continua a piangere mentre tiene stretto un fazzoletto tra le sue mani e si muove avanti ed indietro come se avesse un tic. Lui le tiene un braccio sulla spalla mentre ha lo sguardo perso nel vuoto. Non appena mi avvicino il padre di Emma mi guarda, ha gli occhi completamente irradiati di sangue. Non dice una parola, scuote la testa mentre le lacrime iniziano ad uscirgli una dietro l'altra senza più sosta.
"La... La mia bambina...", Kate alza il viso verso di me, "Puoi crederci Jess? La mia Emma è lì dentro...". Guarda verso la porta alle mie spalle, "Oh Dio... Avrei così tanto voluto che fosse lei ma...". Annuisce, continua ad annuire con la testa, poi fa un sorriso. "Sai... Indossa ancora quel costume ma, adesso, è del tutto ricoperto di terra". Tace, di colpo. Guarda un punto fisso di fronte a sé, sembra immobile adesso ma poi torna a guardarmi. "Ho... pregato così tanto per la mia bambina", scoppia in un pianto che mi trascina in ginocchio fino a lei.
L'abbraccio forte, così forte e, per un attimo, immagino che sia lei la mia Em.
"Signora e signor Robert...", un medico si avvicina a noi, "So che non è un momento facile ma... Dovreste seguirmi per qualche momento".
Mi alzo facendo qualche passo indietro raggiungendo Chris mentre i genitori di Emma seguono il dottore. "Posso... Posso vederla?".
Il medico si avvicina a me e toglie gli occhiali mentre scuote la testa in segno di no, "I suoi genitori hanno già fatto il riconoscimento del corpo e... A nessun altro è consentito entrare...".
"Falla passare David, lei è della famiglia", gli dice Oliver in tono confidenziale. E' evidente che lo conosce.
Il dottore mi guarda a lungo prima di annuire, "Solo per qualche minuto, ti accompagnerà Madelaine", fa cenno all'infermiera alle sue spalle che apre la porta e mi fa cenno di seguirla.
"Sicura di...".
"Sì", interrompo Chris, "Devo vederla".
Lui non mi dice nient'altro, lascia andare la mia mano lentamente. "Sono qui".
Seguo l'infermiera lungo un corridoio infinito fino a quando non si ferma davanti ad una porta, la apre e mi fa spazio per entrare. Non appena sono dentro, la richiude alle mie spalle e mi supera andando verso una barella quasi al centro della stanza dove c'è disteso un corpo coperto da un telo. Il mio cuore inizia a martellarmi nel petto, sembra quasi di volermi esplodere da un momento all'altro. Mi guardo attorno, lì in fondo c'è una parete piena di celle frigorifere ed il solo pensiero che lì dentro, forse, ci siano corpi senza vita mi fa rabbrividire.
L'infermiera mi fa cenno di avvicinarmi a quella barella.
Cammino a passi lenti, quasi contando quelli che mi separano da lei ma arrivo lì più in fretta del previsto. Lei mi guarda quasi rassicurandomi, poi scosta il lenzuolo giusto per farmi vedere il viso. E succede proprio lì, le gambe mi tremano facendomi perdere quasi l'equilibrio.
"Sta bene?".
"Sì... Io... Ho bisogno di qualche minuto".
L'infermiera mi fa cenno di sì e si allontana verso la porta.
Mi avvicino ancor di più alla barella e ho la conferma definitiva che si tratta di Emma, la mia Emma. Ha il viso totalmente pallido, direi quasi grigio. Ha ancora le trecce che aveva fatto per il suo costume di Harley Quinn, adesso però quasi del tutto spelacchiate. E resto così, inerme di fronte a questa visione chiedendomi se sta succedendo davvero a me. La donna distesa su questa barella è la mia migliore amica, è proprio la mia migliore amica. Ed è proprio adesso che succede, la carrellata infinita di ricordi mi investe con tutta la violenza del mondo. Una vita intera insieme finita proprio adesso davanti ai miei occhi. Perché? Mi chiedo solamente perché ma nessuno verrà qui a rispondermi. E nemmeno tu Em, proprio tu che avevi la risposta pronta sempre a tutto, proprio tu che sapevi in ogni caso quale sarebbe stata la cosa più giusta da fare. E adesso? Adesso come potrò mai fare a meno di te? Vorrei toccarti, accarezzarti, sentire che stai bene ma no... Tu non stai bene, tu non sei nemmeno più qui. Come potrò uscire da questa stanza ed essere la stessa di prima? Proprio adesso che so che un pezzo della mia vita se n'è andata via con te?
"Signorina... Le devo chiedere di uscire".
Guardo per l'ultima volta la mia migliore amica e stendo la mia mano verso di lei. Le accarezzo i capelli che sotto il mio tocco mi sembrano fin troppo aridi adesso, il che mi fa quasi ridere perché ripenso a quando ero piccola e le dicevo sempre che erano morbidi come quelli delle bambole. Un flash di lei con una barbie in mano mi appare davanti agli occhi improvviso. "Ti voglio bene Em", le dico quasi all'orecchio come se potesse sentirmi perché so che, in fondo, lei mi sta sentendo ovunque sia adesso.
Corro precipitandomi fuori da quella porta che mi ha portata fino a qui e raggiungo Chris. E' in quel momento che vedo arrivare Eric, seguito da Mia e Ben. Restiamo così, tutti a fissarci senza dire una parola. L'unica cosa che riusciamo a fare è andarci incontro abbracciandoci. Non so per quanto tempo restiamo così, so solamente che è per tanto.

OLTRE OGNI COSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora