Emily si stava impegnando veramente tanto, specialmente per il compito di Anna Pettinelli.
Voleva levare ogni dubbio sul suo canto, pur non credendoci in primis lei stessa.
Queste insicurezze le trascinava da quando si era fidanzata con Riccardo ad oggi.
Se il tuo fidanzato, ti "sputa" addosso la realtà, la sua realtà, tu tenderai ad ascoltarlo e dargli corda.
"Pensi che con ste cagate riuscirai a mandare avanti una vita dignitosa?"
"Manco sapessi cantare veramente bene"
"Mi da fastidio la tua voce, stai zitta"
Erano solo alcune delle frasi che si sentiva dire, ogni giorno.
Ed ogni giorno che passava ci credeva sempre di più.
Addirittura, decideva lui quando aveva il diritto di parlare, quasi mai.
<Emily, tutto bene?> domando Lalla, la Vocal coach.
La ragazza non si era nemmeno accorta di essersi interrotta nel bel mezzo della canzone.
<Sto bene, scusa> rispose scusandosi per aver interrotto le prove.
<Ma figurati tesoro, però lo vedo che c'è qualcosa che non va, rispetto agli altri giorni> continuò Lalla a cui non sfuggiva niente.
<Solo dei brutti ricordi> sussurrò afferrando la bottiglietta d'acqua.
<Me ne vuoi parlare?> chiese dolcemente abbassandosi gli occhiali
<Ehm, non so se riesco> spiegò mandando giù il groppo.
<Ti farà sentire meglio parlarne e poi se ne sono a conoscenza riuscirò ad aiutarti meglio> la rassicurò.Dopo un lungo respiro Emily iniziò a parlare.
Le raccontò, che per un po' di anni della sua vita, era fidanzata con un ragazzo.
Raccontò che il suo passatempo preferito era screditarla.
Raccontò che per lui smise di cantare, perché gli dava fastidio.
Raccontò di come le sbatteva in faccia una realtà non vera.
Ma non voleva raccontare altro, non per via di chi aveva davanti ma per le telecamere ad ogni angolo della stanza.
In più ne aveva parlato fin troppo delle altre cose e ogni volta i ricordi e le sensazioni che la assalivano non erano mai piacevoli.
<Emily, tesoro, non ti servo io per dirti che hai un arma potente, che è la tua voce che non hanno in molti> disse l'adulta osservando la ragazza giocare con i suoi anelli
<Si ma quando ti vengono inculcati dei pensieri in testa è difficile scapparne> sussurrò asciugando velocemente una lacrima sfuggita.Si era promessa che non avrebbe mai più pianto per lui.
<È difficile ma non impossibile, tu sei una bravissima cantante Emily e voglio che ogni volta che canti ci metta grinta e amore, fai vedere a questo qui, che probabilmente aveva qualche problema all'udito, quanto sei brava e che stai facendo strada>
Le parole di Lalla riuscirono a farla sorridere e dopo altre chiacchiere continuarono la loro lezione.
Le erano servite molto le sue parole a cui continuava a pensarci anche appena uscita dall'aula, finché non sbatté contro qualcuno risvegliandosi dai suoi pensieri.
Era Holden.
I due si scusarono in contemporanea, scoppiando poi a ridere per quello che era successo.
Holden, grande osservatore, notò gli occhi arrossati della ragazza e si preoccupò.
<Tutto bene?> sussurrò tornando serio
<Si tutto apposto> rispose lei mantenendo il sorriso
<Sei sicura?> insistette lui.Perché pur essendosi detto più volte che era meglio prendere le distanze, voleva conoscere di più quella ragazza.
Lei era fottutamente intrigante.
E lui fottutamente poco coerente.
<Brutti ricordi> disse semplicemente appoggiandosi alla parete.
<Hai voglia di parlarne?> richiese
<Sinceramente no, li ho superati> spiegò lei
<Se li avessi superati, non avresti gli occhi arrossati ora, o sbaglio?> domandò con mezzo sorriso che venne ricambiato.La ragazza fece strisciare la sua schiena sul muro fino a sedersi per terra sotto lo sguardo di Holden che la imitò.
Iniziò a spiegare di quanto fosse insicura sul canto, anche se tendeva a mostrare all'infuori una falsa sicurezza, solo per autoproteggersi.
<Ho notato le reazioni tua ai complimenti, la tua voce ringraziava felice mentre i tuoi occhi se scurivano diventando lucidi>
La ragazza si stupì per le parole appena pronunciate.
Lo aveva davvero notato?
<Comunque, chiunque t'abbia fatto sentì insicura, non ce capiva n'cazzo>
Comparì sulla bocca di lei un piccolo sorriso.
<So che ste parole non ti serviranno a niente e so anche che non sono il primo a dittele e manco l'ultimo, ma c'hai un dono naturale e me stupisci ogni volta che canti> continuò
<Grazie Joseph> sussurròEra quel tipo di ragazzo che a prima vista ti dava un senso di fiducia e sicurezza incredibile.
Avrebbe voluto aprirsi di più, ma stette in silenzio ringraziandolo solamente.
Lui sapeva che quello che gli aveva raccontato fosse solo un piccolo tassello di una grande storia e apprezzò il fatto che avesse parlato proprio con lui.
Il suo nome pronunciato dalle labbra di lei aveva un suono diverso, più dolce.
Si risvegliò dai suoi pensieri quando si accorse di star indugiando fin troppo con lo sguardo sulle labbra rosee di lei.
<Di niente Emily> disse in risposta lasciandole un sorriso che la fece sciogliere.
L'attimo dopo che le loro conversazioni finiscono, vengono assaliti sempre da un senso di turbamento.
Entrambi pensavano di non meritare amore.
Forse perché non lo avevano mai vissuto veramente.
L'amore era tutto altro.
L'amore è un susseguirsi di sguardi.
Di piccoli sorrisi.
Di parole sussurrate.
Ma era troppo presto per entrambi, capire che meritavano l'Amore vero, quello con la A maiuscola.
Quello che probabilmente potevano dare l'uno all'altro.
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Sarà la volta buona che non torneranno ad evitarsi per colpa delle loro paure?
Lo scopriremo...🫠
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FanfictionDue semplici ragazzi, tormentati da ciò che hanno dentro. Entrambi pieni di paura, ansia e panico. Entrambi presi a schiaffi in faccia dall'amore. TW: attacchi di panico, attacchi d'ansia. violenza domestica, fisica e psicologica. ...