𝒮ℯ𝓈𝓈𝒶𝓃𝓉𝒶𝒸𝒾𝓃𝓆𝓊ℯ

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Se già il sonno di Emily era travagliato, quella notte era anche peggio.

Holden le rimase accanto fino a quando poté, poi dovette lasciare la stanza alle altre ragazze.

Prima di uscire dalla stanza chiese a Gaia di venirlo a chiamare qualsiasi cosa succeda.

<Amore, qualsiasi cosa ti serva noi siamo qui per te> le sussurrò Gaia lasciandole un bacio sulla testa.

Emily non rispose anche se avrebbe voluto ringraziarla, ma Gaia lo capì.

Rimase immobile nella stessa posizione finché non prese sonno, dopo ore di un flusso di pensieri che non cessava.

Quando si addormentò neanche li ebbe pace, partirono incubi su incubi.

Tremava tutta nel sonno dimenandosi.

Gaia che aveva preso da poco sonno, venne svegliata da dei rumori.

Era Emily che piangeva nel sonno.

La ballerina corse da lei cercando di tranquillizzarla finché il pianto non divenne incessante.

Gaia corse da Holden svegliandolo e insieme raggiunsero velocemente la stanza della cantante.

<Ei Em> sussurrò accarezzandola.

La scosse per svegliarla, riuscendoci dopo vari tentativi.

Aprì gli occhi di colpo, spaventata.

<È tutto apposto piccolè, sono qui con te> sussurrò asciugandole le guance.

La bionda si mise seduta con ancora il cuore palpitante e il petto che faceva su e giù velocemente.

Poco dopo corse in bagno sentendo un senso di nausea.

Non aveva mangiato niente dal pranzo.

Holden le rimase accanto finché non finì di rimettere quel poco che aveva ancora nello stomaco.

<Vieni, lavati il viso> disse aiutandola ad alzarsi per terra.

Eseguì completamente assente.

Si lavò il viso e la bocca evitando di guardare la sua immagine allo specchio.

<Vuoi andare a prendere un po' d'aria?> chiese accarezzandole i capelli.

Ricevette un piccolo accenno in risposta.

<Ga torna pure a dormire, sto io con lei, non te preoccupà>

La ballerina sospirò avvicinandosi alla cantante stringendola a sé.

Emily ricambiò debolmente quell'abbraccio, anche se avrebbe voluto stringerla più forte.

I due ragazzi uscirono nel giardino sul retro e Holden la fece sedere sul divanetto.

<Ti porto una coperta e dell'acqua, va bene? torno subito>

Fece il tutto velocemente non volendola lasciare sola e in poco tempo tornò in giardino trovandola nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata con lo sguardo perso nel vuoto.

Le appoggiò sulle gambe la coperta e l'acqua sul tavolino per poi sedersi accanto a lei.

Avrebbe voluto stringerla a sé e dirle che sarebbe andato tutto bene, però le lasciò i suoi spazi.

Emily si appoggiò alla sua spalla e Holden prese questo gesto come un invito accogliendola tra le sue braccia e stringendola al suo petto.

Lì, la bionda ricominciò a piangere.

<Shh, andrà tutto bene Em. Sono qui, al tuo fianco>

<Me ne voglio andare a casa> sussurrò comunicando finalmente, anche se non era quello che pensava di sentirsi dire Holden.

<Em, che dici?> domandò staccandosi leggermente per guardarla in viso.

Emily manteneva lo sguardo basso, avrebbe fatto troppo male guardarlo negli occhi.

<Non puoi buttare quest'esperienza per quella merda> continuò forse fin troppo duro.

Emily tornò nel suo mutismo selettivo tornando stretta tra le sue braccia.

Holden sospirò accarezzandole i capelli.

<Piccolè, questa è la tua rivincita. Hai tutte le carte in regola pe vincere questo programma, sei na bravissima cantante e na bellissima persona. Non fare scelte avventate Em, te scongiuro, pensaci>

<Stavo appena riuscendo ad imparare a conviverci, ora mi sembra di essere tornata indietro. Ho lo stesso macigno sul petto e il mio cervello continua a parlare e parlare, vorrei solo spegnerlo per un momento>

<Non posso neanche immaginare quello che stai provando Em però sappi che io sono qui per aiutarti ad alleviare questo dolore>

<Non volevo metterti altri pensieri in testa, hai già i tuoi che ti bastano e avanzano>

<Non te preoccupà de me adesso. Voglio che tu stia bene e torni serena come eri>

<I tuoi problemi sono sullo stesso piano dei miei Joseph, non sottovalutarli>

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