𝒯𝓇ℯ𝓃𝓉𝒶

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Joseph raggiunse la casetta a grandi falcate andando dritto nel giardino sul retro, che trovò apparentemente vuoto.

Si mise seduto sul divanetto facendo grandi respiri e accendendosi una sigaretta già fatta su.

Il giardino in realtà non era vuoto, Emily stava utilizzando la sua mezz'ora di telefono in quanto il provvedimento era finito.

Aveva parlato con sua mamma e suo fratello comunicandogli che avrebbero passato le feste insieme.

La ragazza aveva sentito qualcuno entrare nel giardino ma non ci aveva fatto attenzione, fino a che non sentì dei respiri affannosi quindi decise di alzarsi da terra andando verso i divanetti.

Era Holden.

La sua espressione era dura in volto.

Aspirava dalla sua sigaretta in modo nervoso.

<Holden, tutto bene?> domandò avvicinandosi e sedendosi nella poltrona a parte.

Il ragazzo scosse la testa mantenendo lo sguardo sul pavimento.

<Cos'è successo?> domandò cauta.

<Sto troppo incazzato Em, giuro>

<Okay, quando vuoi parlare me lo dici>

<Me spiace che me stai appresso come un bambino>

<Siamo amici no?>

Amici, certo.

Il ragazzo annuì alla domanda.

<Allora non ti deve dispiacere di niente>

<È che sono stanco che me fanno passà per quello che non sono, è una cosa che mi fa girare proprio le palle>

<Non sto capendo Jo>

<Ho discusso co Rudy>

<Ancora?>

<Eh si perché a quanto pare se io provo na canzone non posso dì che non me fa impazzì com'è uscita, sennò viene Rudy a dirmi su>

<Ma è per qualche cover in particolare?>

<No è venuto pe la lista delle quattro canzoni su cui dobbiamo lavorare. Quando io le canzoni che ho proposto, le voglio fare. Ho avuto semplicemente alcuni dubbi ma non ho mai detto che non andavano più bene. Invece come al solito è stata girata la frittata e fatto passare me per quel che non sono>

<Magari vi siete capiti male e basta>

<Nono Em, io ho capito bene>

<Hai contato?>

<All'inizio un sacco poi ho iniziato a sentì troppe robe non vere e ho sbottato, però non ho mancato di rispetto anche se ho alzato un po' il tono di voce>

<Beh, meglio di niente. Si inizia piano piano fino a migliorare Jo>

<Si è che ste robe me fanno uscì fori di testa che non puoi nemmeno immaginà>

Emily si dispiacque molto, erano giorni che discuteva con tutti.

Pochi giorni fa aveva discusso anche con i suoi compagni di stanza, più che altro con Ayle sulle pulizie della loro camera in quanto il nuovo arrivato Malìa sarebbe finito lì.

<Ti stai tranquillizzando?> domandò

<No> rispose facendosi spuntare un sorriso.

<E cosa ti può tranquillizzare?>

Tu.

<Ah io non lo so, se vuoi puoi partì da n'abbraccio> rispose.

Qualsiasi ragazzo in quella casetta si sarebbe stupito a sentire quella frase uscire dalla bocca del romano, lui che non abbracciava quasi mai.

<Guarda come ne abusa del mio affetto> rispose avvicinandosi con le braccia aperte.

I due si strinsero per pochi secondi tornando poi ognuno al suo posto.

<Dai che tra poco abbiamo un po' di giorni di riposo>

Giorni in cui non ci vedremo.

<Non vedo l'ora ti giuro, poi me mancano un sacco i miei mici>

Gli occhi della mora si illuminarono alle parole del romano.

<Hai dei gatti?> domandò emozionata.

<Si, se chiamano Latte e Aria>

<Wow, ho sempre voluto un gatto o un cane ma mia mamma è allergica al pelo quindi> rispose dispiaciuta.

<Non pensavo ti piacessero i gatti>

<Un sacco, mamma mia>

<Beh se voi te li faccio conoscere>

<Volentieri>

Le aveva appena chiesto indirettamente di vedersi in queste vacanze?

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