𝒮ℯ𝓈𝓈𝒶𝓃𝓉𝒶𝓉𝓇ℯ̀

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Spesso durante il periodo del programma, i famigliari e gli amici mandavano regali e lettere.

Ovviamente prima che venissero consegnati ai ragazzi, andavano fatti dei controlli su di essi da parte della produzione.

Per Emily era arrivata una lettera.

Tutti penserete che magari era stata la mamma o il fratello a mandargliela.

Oppure i nonni o qualche amico/amica.

La lettera proveniva dal Regina Coeli, carcere di Roma.

Prima di consegnarla in casetta, decisero prima di parlarne con Maria.

La lettera le venne consegnata e si prese lei la responsabilità di consegnarla al destinatario, il problema era il come.

Il telefono che metteva in comunicazione i ragazzi con la redazione iniziò a squillare.

A rispondere fu Nicholas che gli venne chiesto di comunicare ad Emily di raggiungere la scuola.

Il ballerino andò alla ricerca della ragazza che era in stanza blu a fare compagnia a Holden che stava riordinando il casino di quella stanza.

<Emy, ti vogliono in studio>

<A me? perché?> domandò non ricordandosi di avere qualche lezione o incontro.

<Non me l'hanno detto, mi hanno detto solo di dirti di raggiungere lo studio>

<Oh okay, grazie Nicho>

Il ballerino tornò alle sua faccende lasciandoli soli.

<Che ansia, chissà cos'è successo>

<Magari Lorella vuole vederti>

<Boh, vado dai>

<Non t'agità, me raccomando> disse lasciandole un bacio che servì a tranquillizzarla.

Emily raggiunse la scuola e non sapendo dove andare, entrò nella Sala Relax.

<Ciao Emily> parlò la conduttrice dall'interfono.

<Oh madò, ciao Maria> rispose mettendosi una mano sul petto.

<Come stai?>

<Bene grazie, tu?>

<Tutto apposto. Non voglio fare giri di parole->

<Oddio cos'è successo?> chiese agitata.

<Allora innanzitutto stai tranquilla e siediti>

Emily eseguì e si sedette in una delle panche.

<Allora è arrivata una lettera, indirizzata a te>

<Oh okay, chi me la manda?> rispose tranquillizzandosi.

<Viene dal carcere Emy>

Alla notizia, sentiva solo il vuoto dentro di sé.

Completamente vuota.

Lo sguardo era fisso nel vuoto, le mani avevano preso a tremare.

<Emy?>

Maria la richiamò più volte, con scarsi risultati.

<D-dov'è?> domandò con un filo di voce.

Maria vedendo come ha reagito solo alla notizia non se la sentì.

<Emy, che dici se te la consegno un'altra volta? non mi sembri in grado in questo momento di reggere qualsiasi cosa sia scritta>

Scosse la testa più volte, la voleva ora.

<N-No la voglio> rispose dura.

<Perfavore> aggiunse.

Maria sospirò non sapendo che fare.

<Posso chiamarti qualcuno?>

Emily scosse la testa, non voleva nessuno.

<Nemmeno Holden?>

Scosse la testa dopo attimi di tentennamento.

Aveva già i suoi problemi, era un periodo un po' così per lui e aggiungergli altra merda in testa non era la cosa giusta.

<Emy, è meglio se non la leggi sola. Che dici?> cercò invano di convincerla.

<Ce la faccio> rispose con una finta sicurezza, mentre il suo cuore tremava.

Lo sentiva, batteva così forte che aveva paura che potesse uscirle dal petto da un momento all'altro.

Maria rassegnata le fece avere la lettera.

Se la girò diverse volte tra le mani, cercando di trovare il coraggio.

L'appoggio al tavolo e si avvicinò al piccolo frigo prendendo una bottiglietta d'acqua.

Sentiva caldo, molto.

Era come se avesse appena finito di correre una maratona.

Si spoglio dalla felpa rimanendo a maniche corte.

Tutto questo ovviamente sotto lo sguardo vigile di Maria, che per ora rispettava la sua scelta di non avere nessuno.

Ritornò a sedersi e decise di aprire quella lettera.

Strappò l'involucro tirando fuori il foglio tutto segnato di parole.

Qualsiasi parola ci sarebbe stata scritta là sopra l'avrebbe distrutta.

Tirò un respiro e appoggio gli occhi sulla prima riga.

Non era ancora a conoscenza di tutto il veleno che avrebbe letto.

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