𝒱ℯ𝓃𝓉𝒾𝒸𝒾𝓃𝓆𝓊ℯ

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In Relax, era presente Emily che stava giusto raccogliendo le sue cose per tornarsene in casetta.

Appena vide il fulmine di Holden correre verso gli spogliatoi, si preoccupò.

Lascio cadere qualsiasi cosa avesse in mano e raggiunse gli spogliatoi.

<Holden> lo richiamò prima di entrare.

Vederlo in quello stato, si dispiacque così tanto.

Si avvicinò, accarezzandogli il braccio.

<Jo> sussurrò

Avrebbe mandato via chiunque, ma non lei.

Si avvicinò ancora di più facendogli girare il viso verso di lei.

Gli occhi rossi e le guance rigate di lacrime.

<Jo>

Si avvicinò ancora un po', abbracciandolo e stringendolo a sè.

<È tutto apposto> sussurrò accarezzandogli con una mano la schiena e con l'altra la parte bassa dei capelli.

Non avrebbe mai voluto che lo vedesse in questo stato, non lei.

Non voleva spaventarla.

La sua vicinanza lo calmava, ma il respiro affannoso era ancora presente.

Ed Emily, lo conosceva molto bene.

Sì staccò leggermente da lui prendendogli il viso tra le mani.

<Jo, respira con me> sussurrò asciugandogli le guance.

Iniziarono ad inspirare ed espirare insieme, finché il respiro del ragazzo non si calmò.

Si ributtò tra le braccia della ragazza, stringendola a sé.

<Stai un po' meglio?> domandò mantenendo le carezze sui capelli del ragazzo che erano morbidissimi.

<Mhh> mugolò al suo orecchio.

Emily se lo fece bastare.

Aveva imparato a conoscerlo e sapeva quanto gli costava farsi vedere in quel modo da qualcuno.

O quanto non riuscisse a chiedere aiuto quando ne aveva bisogno.

"Non mi spiego come fai a sopportarmi
Quando mi chiudo in una stanza e mi dimentico
Di tutto e di tutti e di tutto"

Holden si maledì perché sembrava un bambino in quel momento, però non gli interessò molto vivendo gli attimi tra le braccia della ragazza.

Rimasero lì, in silenzio e abbracciati per minuti interi.

Emily fece per staccarsi, solamente per sedersi sulla panchina presente in bagno, ma il romano la strinse a sé.

<Jo, ti va se ci sediamo?> domandò e il ragazzo annuì staccandosi e andando a sedersi.

Mantenne la testa bassa e lo sguardo sulle sue mani che tremavano ancora.

La ragazza si sedette al suo fianco prendendogli le mani nelle sue, per cercare di calmare il tremolio.

Solo lei era riuscita a tranquillizzarlo così velocemente.

I suoi attacchi duravano ore, chiuso in qualche stanza, nascosto da tutti gli occhi.

<Quando hai voglia, io sono qui ad ascoltarti>

<Grazie> sussurrò accarezzandole la mano con il pollice.

<Non ho fatto niente>

E invece, aveva fatto tanto per lui.

Si avvicinò, posando la sua testa sulla spalla di lei.

Lei invece lo abbracciò capendo che ne avesse bisogno facendolo appoggiare al suo petto.

Per fortuna, avevano entrambi finito le lezioni.

Non sarebbe riuscita a lasciarlo solo.

<Ho litigato co Rudy> iniziò dicendo dopo minuti di silenzio.

<Come mai?>

<Per la canzone natalizia da riarrangià. C'hanno fatto sapè oggi che volevano pubblicarla e Rudy vedendoci scettici ha fatto un collegamento con noi e io sono andato fuori di testa>

<Non vuoi pubblicarla?>

<A me non va de fa figure de merda o pubblicare un qualcosa su cui non ci ho messo le mani e non c'ho lavorato. Ho passato anni a crearmi tutto quello che ho fatto, da solo e rovinarmi tutto con na canzone de natale non me va proprio>

<Hai ragione, sono completamente d'accordo sul fatto che non vuoi pubblicare qualcosa su cui non hai lavorato e finito come vuoi tu però come hai gestito la discussione?>

Emily immaginava che quando gli partivano i cinque minuti non ci vedeva più dalla rabbia e non riusciva a mantenere un tono giusto per la funzionalità della discussione.

<De merda Em, come al mio solito, però non c'ho più visto e quando parto me se annebbia il cervello>

<Non voglio farti la predica perché non sono nessuno->

<No, fammela. Magari me fai ragionare, almeno tu>

<Che se reagisci de botto ogni volta, in ogni discussione pur avendo la ragione passi dalla parte del torto Jo. Devi imparare a contare prima di sbottare e spiegare le motivazioni per cui non sei d'accordo con tono educato>

<C'hai ragione però me stavo proprio a sentì male e continuavo a ripeterlo ma non mi ascoltava e già ammetterlo me costa molto e non venendo neanche ascoltato m'ha fatto partì i cinque minuti quindi me ne sono scappato qui per non farmi vedere da nessuno>

<E invece hai beccato la rompiscatole> disse sorridendo.

<Se non ci fossi stata tu, sarei ancora chiuso qui a provare a calmarmi da solo> ammise a bassa voce.

<Mi prometti che quando ti risuccede me vieni a cercare?>

<Ce proverò>

<Mi basta>

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