𝒮ℯ𝓈𝓈𝒶𝓃𝓉𝓊𝓃ℴ

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Emily si mise d'accordo con la produzione per fare una sorpresa a Holden.

Scelse una cena tipicamente romana con tanto di carbonara, cacio e pepe e l'amatriciana, la sua preferita.

Chiese anche dei supplì e dei maritozzi e ovviamente una torta.

Oltre alle decorazioni, punto fondamentale, palloncini e striscioni con il suo nome e il numero 24.

Quando arrivò la mezzanotte, Emily andò alla sua ricerca essendo che l'avevano trattenuta tutta sera le ragazze.

<Gio hai visto Joseph?> domandò al suo compagno di stanza.

<Penso sia in giardino a scrivere>

Emily lo ringraziò e corse in giardino.

<Aoooo> saltellò felice arrivandogli davanti.

<Che succede?> domandò sorridente, non capendo.

<È mezzanotte Jo> rispose entusiasta battendo le mani.

Holden aveva perso la cognizione del tempo e guardando l'orario dal computer ne ebbe la conferma, era il suo compleanno.

<Auguri Jo> disse lanciandosi su di lui abbracciandolo.

<Grazie piccolè, sei più contenta di me> sussurrò ridacchiando stringendola forte a sè.

<Prego vecchio>

<Invece de insultamme, non me lo dai un bacetto?>

<Mmm> fece per pensarci ma appena decise di avvicinarsi, sentì i ragazzi avvicinarsi alla porta.

Appena in tempo per togliersi da sopra il ragazzo che una mandria di persone comparì in giardino per fare gli auguri al maestro.

Emily si mise in disparte guardando la scena con dolcezza.

Fu contenta che anche Mida glieli abbia fatti, con maturità.

Dopo circa un quarto d'ora rimasero soli di nuovo.

Emily si era appoggiata alla porta dello sgabuzzino esterno.

<Allora? me lo dai o no sto bacio?> domandò teneramente.

Emily indicò la piccola finestrella che dava sulle camere, dove gironzolavano alcuni ragazzi.

Holden sbuffò illuminandosi poco dopo.

<Sai che me sa che il mio microfono c'ha qualcosa che non va? me sa che devo cambiare le batterie, me accompagni?> disse facendo cenno alla porta su cui era appoggiata la ragazza.

Emily ridacchiò e annuì entrando nello stanzino seguita dal romano che si chiuse la porta dietro.

<Mamma mij> sussurrò appoggiandole la mano sui fianchi e avvicinandola a lui.

<Che?>

<Se sei bella>

<Amore> sussurrò intenerita.

Solo poco dopo si rese conto di quello che aveva detto.

Mannaggia a lei e alla sua bocca.

<Cioè, intendevo che-> iniziò a straparlare venendo zittita dalle labbra del romano.

<Giuro- non volev-> continuò appena si staccarono.

<Em, tranquilla. Ho capito cosa volevi intendere, non fatte prende dal panico e poi devi sta tranquilla co me e non avere ansie di dì qualcosa di sbagliato> la rassicurò.

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