𝒯𝓇ℯ𝓃𝓉𝒶𝒹𝓊ℯ

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Questi giorni di pausa servivano a tutti i ragazzi.

Avevano bisogno di staccare la spina e viversi la normalità per un po'.

Emily e Holden passarono le feste ognuno con la propria famiglia passando poi la notte a chattare o fare videochiamata.

Finendo per lo più ad addormentarsi con la videochiamata accesa fino alla mattina dopo.

Come la notte tra il 25 e il 26, come i giorni precedenti stavano parlando al telefono.

<Me devi mandà l'indirizzo domani>

<Te lo mando adesso> rispose smanettando con il telefono e mandandogli la posizione.

<Non siamo tanto lontani> rispose aprendo il messaggio.

<Ah no?>

<Nono, una ventina di minuti>

<A che ora passi domani?> domandò mettendosi a pancia in giù appoggiandosi al cuscino.

<Quando vuoi tu> rispose perdendosi ad osservare il suo viso.

Era proprio bella.

<Andiamo a fare colazione?> domandò entusiasta.

Il romano ridacchiò acconsentendo.

<Che hai fatto oggi?>

<Pranzo con tutta la famiglia poi sono andata a fare aperitivo con delle mie amiche tu?>

<Io uguale però me so andato a prendere na tisana con un paio de amici mia>

<Stai invecchiando Joseph> rispose ridendo prendendolo in giro.

<Ao, me mancavano quelle che me facevi in casetta> rispose impulsivamente.

<Ah davvero?> rispose mantenendo comunque il sorriso sulle labbra.

<No non è vero> rispose a sua volta buttandola sul ridere.

<Dai, rispondo un attimo a Mew che mi sta tartassando e poi cerco di dormire>

<Me lasci solo?> domandò con tono da bambino.

<Tanto non riuscirò a dormire e ti tartasserò in chat>

<Dai, salutami Vale con te>

<Va bene. Buonanotte Jo>

<Buonanotte Em>

I due si sorrisero osservandosi ancora un po' per poi risalutarsi e mettere giù la chiamata.

Emily lanciò il telefono vicino a lei lasciando un urlo nel cuscino.

Il telefono squillò, era Mew.

<Vale>

<Emiluccia, ti sei dimenticata di avere un amica?>

<Scema, ero in chiamata con Holden>

<Uuuuu> risposero in coro lei e Matthew.

<Smettetela scemi>

<Allora? aspetta che passiamo in videochiamata così vedo quando mi menti>

<Ciao belli> salutò la coppia.

<Ciao amò, che è sta storia che fate le chiamate?>

<Boh, parliamo, da amici>

<Si e io sono Justin Bieber> rispose il cantante della Pettinelli facendole ridere.

<Domani ci vediamo> buttò fuori la notizia così facendoli rimanere stupiti.

Valentina lanciò urlo mentre il fidanzato applaudiva.

<Siete proprio scemi>

<Poi mi racconti tutto per filo e segno eh> disse puntandole un dito contro a mo di minaccia.

<Che belli, giuro> disse Matthew.

<Ragazzi, vi state facendo film mentali. Mi vuole far conoscere i suoi gatti>

<Ah adesso si usa la scusa dei gatti? non sapevo, me la segno> domandò il ragazzo facendole ridere.

<Ma tu gli hai messo giù per rispondermi?> domandò Mew ricevendo conferma dall'altra ragazza.

<Ma sei scema? metti giù qua e richiamalo>

<Ma no, ci siamo già salutati>

<Sei proprio scema. Guarda che lo aggiungo qua in chiamata eh>

E come lo disse lo fece.

Il viso del romano spuntò sotto a quello dei due fidanzati.

I quattro iniziarono a chiacchierare, finché Mew con una scusa mise giù la chiamata.

<Te lascio andà a letto> sussurrò lui.

<No, mi hanno fatto passare il poco sonno che avevo>
rispose fintamente infastidita facendo nascere nel ragazzo un sorriso intenerito.

Aveva una voglia matta di abbracciarla e sentire il suo profumo.

<Ieri hai dormito bene?> domandò mentre Aria faceva le fusa sul suo petto.

<No per niente. Ho fatto un po' di incubi> sussurrò strofinandosi il viso.

<Potevi chiamarme>

<Erano le quattro di mattina, già non dormi molto, non ti volevo disturbare> spiegò

<Non ti devi preoccupare per questo. Se hai bisogno, per qualunque cosa puoi chiamarmi, va bene?>

<Lo stesso vale per te però> rispose puntandogli il dito.

Holden ridacchiò annuendo.

Se sei bella.

<Cosa?>

Merda, l'aveva detto ad alta voce.

Si guardarono imbarazzati e con un piglio di coraggio glielo ripetè.

<Sei bella>

<Grazie Jo> sussurrò intenerita.

Era bello e strano sentirsi apprezzati da qualcuno quando si è stati abituati per anni a sentirsi dire le peggio cattiverie.

Le faceva proprio scendere l'autostima a terra.

Lui le diceva che era una merda e lei di conseguenza pensava di esserlo.

<Em, tutto bene?>

Holden notò che i suoi occhi si incupirono e non voleva che fosse per colpa sua.

<Sisi> sussurrò risvegliandosi.

<Puoi essere sincera con me, lo sai?> disse addolcendo il tono di voce.

<No semplicemente è che non sono abituata a sentirmi dire complimenti sinceri da parte di un uomo. Ero abituata a sentirmi dire che ero una cessa, una zoccola, una stronza, una merda e via dicendo>

<Non sei niente di tutto questo, se dovessi dirti tutto quello che penso di te me prenderesti per pazzo> rispose facendole spuntare un sorriso.

<E che pensi?>

<Vuoi sapè troppo, tutto a tempo debito per ora ti basta sapere che sei bella>

<Va bene, me lo faccio bastare dai>

E rimasero a chiacchierare fino ad addormentarsi con la consapevolezza che il giorno dopo si sarebbero incontrati.

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