𝒮ℯ𝓉𝓉𝒶𝓃𝓉𝒶𝓈ℯ𝒾

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Emily finì la sua lezione e prima di andare in casetta fece una tappa in relax sperando di non trovarci Holden dentro.

Raggiunse poi la casetta popolata ancora da poche persone.

<Ciao> salutò i pochi in cucina tra cui Gaia, Lucia e Petit.

<Ciao Emy> rispose Gaia.

Le loro espressioni non passarono inosservate agli occhi dell'americana che chiese se fosse successo qualcosa in sua assenza.

<Amò> sussurrò Gaia avvicinandosi.

<Gaia mi stai preoccupando, parla perfavore>

<Holden se n'è andato>

<Non è vero, dai è uno scherzo> rispose guardando gli altri ragazzi che rimasero seri.

Lasciò la cucina andando in stanza blu.

Tutte le sue cose erano sparite.

Sentiva un macigno sul petto.

Se n'era andato e non l'aveva neanche salutata.

Gaia e Lucia l'avevano seguita rimanendo in disparte.

<Sapete cos'è successo?> domandò con un filo di voce.

<No amore, è tornato come un fulmine in casetta ha fatto le sue valige ed è andato via>

Si strofinò il viso sospirando.

Uscì dalla stanza passando per la cucina e appena notò che ci fosse ancora Petit si fermò da lui.

<Sai che cos'è successo?>

<C'ha chiamato Rudy in saletta perché aveva saltato la lezione dei duetti con me, ha spiegato le sue motivazioni ma poi ha sbroccato di brutto e ha lasciato la saletta>

Fece un breve cenno lasciando la cucina andando nella sua stanza buttandosi a peso morto sul suo letto.

Si sentiva in colpa, forse avrebbe dovuto rimanergli accanto.

Era evidentemente in difficoltà.

Sistemandosi il cuscino sentì che ci fosse qualcosa sotto di esso.

Afferro il foglio piegato e iniziò a leggere.

Ciao piccolè, ti scrivo queste poche righe perché sto lasciando la casetta. Non me ne sarei mai andato se non avessi raggiunto il limite. Ultimamente, quasi ogni giorno stavo male, cercavo di nasconderlo come potevo finché non sono arrivato al culmine.
Lo studio del mio psicologo era ormai una seconda casa. Lavorare così tanto e sentirmi dire che non lavoro e non mi impegno mi fa uscire di testa e lo sai. Sono riuscito ad ammettere le mie difficoltà davanti a tutta la squadra che sono state sminuite, un'altra volta. La cosa più importante era andare a lezione, non che dovessi stare meglio o pranzare.
Voglio che non ti senta in colpa, perché so già i tuoi pensieri quando verrai a sapere del mio gesto.
Se non ci fossi stata tu avrei già abbandonato mesi fa.
Mi hai fatto rialzare non so quante volte Em, senza accorgertene, solo con la tua presenza.
Non sei mai scappata e non ti sei mai spaventata, forse perché su questo argomento purtroppo mi capisci.
Sei stata una scoperta e mi mancherai un sacco, ma sarò comunque con te.
Ti ho lasciato un mio bracciale, perché quando mi mancherai io toccherò quello che mi hai regalato e se mai ti mancherò hai il mio braccialetto.
Ti capisco se sei arrabbiata perché sono impulsivo ma sono pronto a farmi perdonare quando uscirai dal programma con la coppa.
Ti aspetto, tuo Jo.

Lesse con le lacrime agli occhi stringendo nella mano il bracciale.

Non ci credeva neancora.

Come avrebbe fatto?

Si asciugò le lacrime e indossò il braccialetto.

Essendo iniziato il periodo del Serale, i telefoni sono stati ritirati.

Avrebbe voluto chiamarlo solo per risentire la sua voce.

Li capì di essere completamente persa di Holden.

Holden arrivato finalmente a casa sua, si era lanciato sul letto godendosi il silenzio.

Nel tragitto avvertì la sua famiglia della decisione presa e poi spense il telefono.

La sua testa era indirizzata verso solo una persona, Emily.

Non voleva che ci restasse male.

Sperò che potesse perdonarlo.

Holden accarezzò il suo bracciale con l'ossidiana.

Emily fece lo stesso, accarezzando il suo.

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