𝒮ℯ𝓉𝓉𝒶𝓃𝓉𝓊𝓃ℴ

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Questa settimana era molto difficile per molti.

Gli alunni della Celentano e di Todaro subirono le critiche di Rudy e Celentano.

Nicholas dopo alcune parole di Todaro e il confronto con il suo maestro decise di abbandonare il programma.

Venne fermato in tempo da Emanuel che lo prese in squadra con sé.

Anna pettinelli invece propose a Lil di venire con lei in squadra.

Emily invece stava impazzendo dietro al compito di quest'ultima.

Aveva imparato il testo, mancava tutto il resto però.

La puntata era tra due giorni e ciò le metteva solo più ansia e pressione.

Era nella sua stanza a cercare di cantare sta canzone, ma si impallava sempre.

<Vaffanculo> urlò lanciando i fogli.

<E che t'ho fatto io?> disse il romano appena entrato per farsi notare.

Emily si prese uno spavento per poi sbuffare e buttarsi sul letto.

<Il compito?> domandò sedendosi accanto a lei.

<Si, non riesco a farlo>

<Cos'è che non riesci?>

<Tutto> rispose coprendosi il viso.

Le veniva da piangere.

Non sapeva se per il compito o per tutto quello che aveva in testa.

Era l'accumulo.

Non avrebbe mai rifiutato il compito e non voleva fare una brutta figura in puntata.

<Andiamo a provarlo in saletta?>

<Sei appena tornato da lezione, non sei stanco?>

<Non ti preoccupare piccolè, 'namo?>

Annuì mettendosi seduta.

Il moro si avvicinò lasciandole un bacio sulla tempia.

<Andrà tutto bene> sussurrò accarezzandole i capelli.

I due raggiunsero la saletta insieme, Holden si accomodò dietro al computer cercando la base mentre Emily si sistemava il microfono e il testo.

<Vado?> domandò ricevendo conferma.

La mora iniziò a rappare inceppandosi poco dopo con le parole.

<Tranquilla, rifacciamo>

Rimasero in saletta un'ora e passa finché l'americana non riuscì a fare un po' meglio la prima strofa.

<Vedi che ce la fai?>

<La sto facendo malissimo>

<Non è vero, secondo me il risultato finale sarà bellissimo>

<Speriamo> sussurrò esausta sedendosi sullo sgabello.

Holden la raggiunse mettendosi di fronte a lei appoggiandole le mani sulle cosce.

La bionda si avvicinò stringendogli il busto appoggiandosi al suo petto.

<Come stai?>

<Sto bene>

<Non devi mentirmi Jo, stai riuscendo un po' a dormire?>

<Poco, ma siamo in due> rispose facendola ridacchiare.

<Lo sai che puoi parlarmi di tutto quello che ti passa per la testa?>

<Lo so ma mi viene difficile a volte>

<Lo so però ti aiuta parlarne però non voglio forzarti, sappi solo che sono qui>

<Grazie piccolè>

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