Capitolo 3

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Il mio corpo è attraversato da un improvviso e violento vortice a cielo aperto che mi fa entrare in uno stato di trance, come se d'un tratto fossi paralizzata; come se il mio corpo non volesse trovare un modo per muoversi, facendomi cullare da un senso di smarrimento e dai miei profondi respiri che al momento sono l'unica cosa che sento e che si propagano nell'aria incerta e velata di sfumature piene di punti interrogativi e risposte irrisolte.

Un senso di impotenza mi riveste il corpo come un caldo manto e le mie labbra non riescono a pronunciare alcun tipo di parola, nemmeno la più lieve.

Sono ancora ferma nella stessa posizione, ma d'un tratto vengo smossa da una violenta spinta, facendomi cadere a terra.

Mi massaggio il fondoschiena con le labbra increspate e gli occhi semiaperti, ma non appena mi volto dinanzi a me si presenta una ragazza dal corpo esile, con lunghi capelli castani che le contornano il volto ben marcato e dagli occhi di un profondo marrone.

Mi alzo da terra continuando a tenere una mano sulla schiena dolorante, e nel mentre faccio ciò la ragazza che mi affianca inizia a parlare con una velocità che mi sconvolge, ma subito mi affretto ad interromperla con un sorriso «tranquilla, tanto non è successo niente. Stiamo tutte e due bene quindi è apposto».

Scorgo dai suoi occhi un velo di tranquillità nell'udire le mie parole tira subito un sospiro di sollievo. «Scusami tanto per esserti venuta addosso, in questi giorni sono molto maldestra, cioè in teoria lo sono sempre però quelli sono dettagli insignificanti» si ferma un attimo per l'imbarazzo delle parole che ha detto, e devo ammettere che questa scena alquanto buffa e bizzarra mi provoca una risata. «Comunque mi chiamo Sierra. Sierra Dallas».
«Piacere io sono Emily. Emily Smith».

«Allora Emily, sei nuova di qui?» mi domanda successivamente guardandomi curiosamente.

«Sì, vengo da Roma però ho deciso di trasferirmi qui, nella fantastica e incantevole città di Los Angeles», un sorriso è disegnato sul mio viso.

«Tu invece sei di queste parti?» le domando subito dopo.

«Sì, questo è il mio primo anno qua».

«Allora, in che stanza sei capitata?» si guarda attorno con occhi socchiusi.

«Questa qua, la numero 78, invece t...» non faccio in tempo a finire la frase che Sierra si mette a gridare e a saltellare dall'emozione che l'avvolge come una folata di vento improvvisa.
«ODDIO NON CI CREDO!! SIAMO COMPAGNE DI STANZA».

Non appena me lo dice un senso di felicità mi travolge. Sembra una brava ragazza e mi fa ridere, come adesso che sta saltellando per tutto il corridoio della scuola. È  davvero buffa.

«Ma è bellissimo! Beh, allora che stiamo aspettando? Entriamo!».

Non appena il mio corpo entra nella stanza sono catturata da un'improvvisa sensazione di gioia e serenità. Il mio viso si volta da una parte all'altra studiando ogni più futile particolare che mi circonda: le pareti di un candido beige e con vari quadri di colori opachi mi circondano; tre letti sono posizionati al centro di questa stanza spaziosa e luminosa, mentre due scrivanie sono poste adiacenti ad essi; una porta in legno frassino nasconde al suo interno il bagno in muratura mentre un'altra porta, sempre del medesimo colore e materiale, conduce alla cucina molto graziosa e ospitale.

Mi guardo attorno soddisfatta della scelta presa, ma non appena il mio volto scorge due lastre di vetro mi avvicino ad esse incuriosita. Le mie mani non appena sono dinanzi a loro si posano sulla maniglia per poi fare pressione con delicatezza e cura, e mostrarmi così una visione paradisiaca che mi incanta in tutto il suo splendore...

Il mio sguardo viene attratto dalla luce del sole che tramonta e che si espande per la mia vista, facendomi rimanere sbalordita e con espressione ammaliata da questo spettacolo mozzafiato. I candidi colori si riflettono nei miei occhi meravigliati. Mi riporta alla mente la casa dei miei nonni in cui il panorama è simile a questo. Da qui si vede quasi tutto il cortile e in lontananza si scorge anche il mare di un blu cristallino che varia di diverse sfumature intense e profonde che si estendono fino all'orizzonte.

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