12 anni prima:
«Tesoro, vai ad aprire la porta» mi urla mia madre dall'altra stanza.
Con uno sbuffo mi alzo in piedi, lasciando i miei giocattoli sul letto e dirigendomi verso la porta di casa con un grande broncio.
Sono la più piccola in famiglia e non riesco a capire perché devo fare sempre tutto io: Emily vai a prendere quello, Emily vai ad aprire...
Da quando la mamma è incinta le mie giornate sono così: ordini su ordini. Penso che i miei genitori si stiano dimenticando di me e ciò mi provoca una forte gelosia nei confronti della mia sorellina, che tra poco mi ruberà il titolo della più piccola.
Mi posiziono davanti la porta e senza chiedere chi è che bussa, apro.
Il mio viso imbronciato scorge quello di un buffo bambino con i capelli tutti arruffati e ricci, un piccolo nasino e degli occhi verdi che mi guardano con attenta e pura curiosità, studiandomi dall'alto al basso, ma poi fa una cosa che non mi sarei mai aspettata, mi porge la mano e con voce cordiale e con un sorriso che mostra la mancanza dei due dentini davanti, mi dice «ciao, io sono Mark e sono il tuo nuovo vicino di casa. Vuoi essere mia amica?».
Lo squadro dalla testa ai piedi, ammirando ogni suo più piccolo particolare: dalla scarpa sinistra slacciata, alle sporgenti fossette sulle sue guanciotte piene.
Faccio un sorriso, per poi prendergli saldamente la mano, facendolo quasi cadere «piacere, io sono Emily e so già che diventeremo migliori amici per la pelle!».
Euforica, inizio a saltare da una parte all'altra della stanza, saltandogli addosso... ero veramente sicura di quel che dicevo.
***
Gli anni passarono ed io e Mark crescevamo sempre di più, così come la nostra amicizia. Quel giorno, nella mia ingenuità, avevo proprio ragione, io e lui eravamo diventati proprio migliori amici. Condividevamo tutto, momenti belli e brutti: dalla mia prima caduta dalla bicicletta senza ruote, alle avventure tra i banchi di scuola. Eravamo diventati una squadra e sapevamo tutto l'uno dell'altro. Non c'erano segreti tra di noi, perché lui per me era come un confidente e la stessa cosa io per lui. Ci raccontavamo tutto, dal primo bacio, ai brutti voti scolastici e ci supportavamo a vicenda. Eravamo l'uno il perno dell'altro.
Il venerdì era la nostra serata, soprannominata "film&popcorn". Tutto proseguiva perfettamente, come nei film, ma si sa che la realtà è ben diversa da quel che ci vogliono mostrare, infatti quel giorno inaspettato di settembre arrivò lei, che me lo ha portato via e Mark, che prima mi trattava come un fiore delicato, mi ha strappata via dal terreno, per poi calpestarmi e gettarmi via. Tutti gli anni e i momenti passati insieme sono volati al vento, disperdendosi...
È stato come bruciare un libro con su scritto la nostra vita e i nostri momenti. Hanno preso fuoco, facendo rimanere soltanto la cenere dei ricordi.
Quelle parole... quelle sì che mi hanno distrutta, facendomi diventare la persona che ho sempre odiato, fredda e distaccata con tutti, perfettamente il contrario di com'ero prima, solare ed estroversa.
«Francesca mi ha detto di scegliere tra te e lei. Sai, è gelosa del nostro rapporto e un po' la capisco, anche a me darebbe fastidio...» queste erano parole a cui non avevo dato tanto conto, ma a quelle che pronunciò dopo, sì...
«Mi dispiace, ho scelto lei».
Non ci volevo credere, si era avverato il mio peggior incubo e mi stavano portando via il mio principe. Ricordo poco di quel giorno, soltanto la sua espressione neutra di fronte le mie lacrime e la mia lunga corsa via da quel parco, che porta alla mente momenti belli, spazzati via da quelle aspre parole...
Passarono mesi e mesi senza scambiarci una sola parola, solo sguardi di rimpianti. Lo potevo vedere dai suoi occhi che soffriva, proprio come me, ma essendo cresciuti insieme come due fratelli, eravamo entrambi troppo orgogliosi e testardi.
Era l'ottobre 2013 quando si sono lasciati, si era infatuata di un altro. Tipica cotta adolescenziale di una ragazzina viziata.
Il mese successivo, una giornata di novembre, precisamente il 13, bussarono alla porta. Io ero stesa sul letto a leggere un libro, fin quando mia sorella non urlò «Emily, puoi andare a vedere chi è alla porta?». Tale madre, tale figlia...
Mi alzai con uno sbuffo, andando di fronte la porta e, senza chiedere niente, aprii.
«Ciao, io sono Mark, il tuo nuovo vicino. Vuoi essere mia amica?».
Lo guardai attentamente, dalla testa ai piedi, notando che aveva il laccio della scarpa sinistra slacciato e le sue solite fossette ai lati delle guance. Era stato come rivivere un flashback... lui era là, di fronte a me; il mio migliore amico e compagno di vita.
«Ciao, io sono Emily e so già che diventeremo migliori amici per la pelle» risposi con le lacrime agli occhi e con un sorriso sincero dipinto sul viso.
Dopo quel giorno era tornato tutto come prima, ma evidentemente il destino era invidioso della nostra amicizia, perché tre mesi dopo, sempre in quel parco, mi disse delle parole che mi spiazzarono e mi lacerarono il cuore per la seconda volta...
«Mi devo trasferire... a Londra».
Dopo quella scioccante notizia passammo tutti i giorni insieme, vivendo attimo per attimo, fin quando non arrivò quel maledetto giorno: la sua partenza.
Quel giorno dovetti dire addio al ragazzo con i capelli ricci e arruffati e dagli occhi verde smeraldo.
O almeno questo pensavo...
STAI LEGGENDO
FINE LINE
FanficLa sensazione di non essere mai al proprio posto; quella voglia di scappare e non voltarsi indietro; l'impulso di distruggere tutto solo per vedere il mondo a pezzi quanto te. Emily è alla disperata ricerca di una mano che la afferri e la strappi a...