Capitolo 21

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Tenersi tutto dentro fa male. È come una fiamma che arde e non smette di causarti dolore, ma esternare ciò che si sente e che si prova fa da acqua all'incendio perpetuo, per poi far tornare a splendere il sole in alto nel cielo azzurro splendente. Ed è proprio così che mi sono sentita quando ho raccontato tutto alle mie amiche, Sierra e Jade. Mi si è tolto un macigno dal petto e adesso respiro meglio e con più tranquillità.
Tante volte il parere degli altri aiuta molto, come in questo caso e alla fine ieri sera ci siamo viste un film strappalacrime e mangiato schifezze come patatine, pop corn, caramelle e molte altre cose... Dopotutto è stata una bella serata, trascorsa con persone speciali, mentre adesso sono in aula e sto aspettando Lily che finalmente è tornata.

Sono immersa nei miei pensieri, quando qualcuno posa le mani sui miei occhi e posso già immaginare ed intuire di chi si tratti.

«Chi sono?- domanda una voce rauca.

«Fammi pensare... allora, non puoi essere Lily perché lei ha la voce che sembra quella di una gallina e...».

«Ehi! Io non ho la voce da gallina!» esclama la diretta interessata togliendo le mani dal mio volto e, non appena lo fa, le salto letteralmente addosso, stringendola calorosamente a me.

«Finalmente sei tornata!»!la stringo sempre più forte e con dolcezza.

«Certo! Non ti potevo mica lasciare da sola, se no chissà che fine avresti fatto!».

«Sarei morta senza di te! Comunque mi sei mancata molto» ed è vero.

«Anche tu»!mi stringe ancora più forte, ma questo momento di tenerezza viene interrotto dall'entrata del professore che sembra piuttosto agitato quest'oggi, infatti non fa in tempo a prendere posto che esclama con tono acido «RAGAZZI PREPARATE UN FOGLIO PROTOCOLLO, TEST DI MATEMATICA A SORPRESA», non appena tutti udiamo questa parole, si scatenano un sacco di commenti negativi a riguardo, tra i quali anche i nostri che sembrano i più disperati, ma il professore, fregandosene di tutto ciò, sta distribuendo i fogli, però viene interrotto dall'entrata di due alunni: Matt e Cameron. Bene. Anzi, benissimo direi.

Prendono posto dietro di noi, ma io li ignoro completamente, o meglio, ignoro Cameron, perché saluto con un cenno del capo Matt.

«Ignoralo»!mi sussurra Lily all'orecchio, quasi fino a leggermi nella mente.

«Sì, è quello che farò» dico decisa stringendo ancora più forte la presa sulla matita che tengo nelle mani e facendo diventare le mie nocche bianche.

Il professore passa di fronte al nostro banco, ci squadra dalla testa ai piedi e ci consegna il foglio, che non appena lo vedo e leggo quel che c'è scritto, quasi mi prende un infarto. È una cosa impossibile questo compito!

«Professore, ma metterà un voto?» domando ingenua e con speranza.

«Lei per adesso si preoccupi di svolgerlo» risponde con un sorrisetto sghembo e alquanto odioso, ma mai quanto il suo tono di voce.

Lo odio.

Come minimo prenderò 2 e se tutto andrà bene massimo 3.

«Emily, Emily»?mormora al mio fianco Lily torturando il mio povero braccio.

«Dimmi» sussurro senza farmi sentire.

«Ma siamo sicure di non aver sbagliato classe? Questo mi sembra un corso di arabo!» dice torturandosi le tempie con le mani che muove con movimenti circolatori e lenti.

«E adesso come facciamo?!»!esclamo  lasciandomi prendere dal panico, che si placa subito dall'arrivo di un bigliettino scritto in anonimo, sulla quale ci sono scritte tutte le soluzioni del compito.  Mi volto in tutti i versi con espressione sconvolta per vedere chi è il mio nuovo salvatore, ma non perdo più di tanto tempo perché a questo ci penserò dopo, ma chiamo subito Lily e le faccio vedere il bigliettino e, senza pensarci un solo secondo in più, ci mettiamo subito a copiare quello che c'è scritto al di sopra. Non mi interessa se è sbagliato, l'importante è che consegni qualcosa e non il foglio in bianco.

Appena si sente il suono della campanella io e Lily abbiamo appena finito di copiare e ci affrettiamo ad uscire da quell'aula che nell'ultima ora si era fatta improvvisamente piccola e soffocante e, quando siamo fuori, ci guardiamo negli occhi e ci abbracciamo forte.

«Non ci posso credere, siamo ancora vive» dico per sdrammatizzare.

«È un miracolo divino!».

Mi stacco da quel contatto, per poi esclamare con convinzione  «comunque dobbiamo scoprire chi è che ci ha mandato il bigliettino con tutte le soluzioni».

«Infatti, ma per adesso non me ne frega niente, sono ancora traumatizzata» boccheggia Lily.

«A chi lo dici... allora lo scopriremo in questi giorni».

«Sì, ma speriamo che non sia stato uno scherzo per farci andare male e prendere un brutto voto, perché se dovesse essere così io troverò la persona che ce l'ha mandato per ucciderla o strangolarla».

«Saremo in due allora» ridacchio guardandola divertita per l'espressione buffa che ha disegnata sul viso.

Siamo davanti i nostri armadietti, che sono affiancati, per posare i libri in modo tale da andare in mensa e, una volta fatto ciò, ci dirigiamo verso la nostra meta, ma arrivate al tavolo rimango stupita nel vedere che si sono seduti anche Cameron insieme a Matt, che di solito pranzano con il resto della squadra.

Mi siedo e vicino a me prende subito posto Shawn e così iniziamo a parlare, ma dobbiamo interrompere la nostra conversazione per il suono stridulo e insopportabile della campanella.

Purtroppo adesso c'è l'ora di ginnastica e sono un po' preoccupata per via della gamba e poi ho uno strano presentimento che si impadronisce sempre di più di me... ma la cosa che fa tacere tutto ciò è che ci saranno tutti i miei amici, ma la cosa negativa è che ci sarà anche Allison insieme a noi...

***

Siamo negli spogliatoi per metterci la tuta che comprende un paio di pantaloni e una maglietta a maniche corte, tutti e due blu con il logo e la scritta della nostra scuola e una volta cambiate ci affrettiamo ad uscire, ma Sierra mi si affianca e mi mormora all'orecchio «sei sicura di voler giocare? Non sei obbligata. Puoi sempre dire che non ti senti bene».

«Tranquilla, sono sicura» rispondo  con tono rassicurante, anche se ormai neanche anche io ne sono così tanto sicura. Ho una brutta sensazione che non se ne vuole proprio andar via e che mi opprime con la sua inaudita perfidia.

Il professore ci richiama con il fischietto per spiegarci cosa dobbiamo fare e noi lo ascoltiamo silenziosamente «allora ragazzi, oggi faremo una partita di calcio, maschi e femmine. Fate le squadre».

Appena sento che dovremo giocare a calcio mi prende un colpo, infatti Jade mi si affianca subito e dice decisa «tu non giocherai» ma viene interrotta da un'altra voce che si sovrappone alla sua.

«Perché non dovrebbe farlo?» ovviamente è Allison che compare con la sua folta chioma bionda ed il suo sguardo da sfida.

«Non si sente bene» interviene subito Sierra affiancandomi e posando una mano sulla mia spalla.

«Secondo me è perché non sa giocare, che è ben diverso dal sentirsi male» si tocca i capelli con un ghigno disegnato perfettamente sul volto, così mi avvicino a lei «mi dispiace deluderti ma giocherò». La mia voce esce sicura e con convinzione, anche se immediatamente vorrei rimangiarmi ciò che ho appena detto.

«Perfetto, allora preparati a perdere» si aggiusta la coda aggiungendo un fiocchetto blu alquanto patetico, proprio come lei e poi, ondeggiando i suoi fianchi da un lato all'altro, se ne va via.

«Ma sei impazzita?!» mi domanda Sierra sconvolta con occhi spalancati e voce da rimprovero.

«Non voglio mostrarmi debole davanti i suoi occhi» mi giustifico e abbasso lo sguardo sulle mie scarpe da ginnastica.

«Hai fatto una stupidaggine! Ti rendi conto della gravità della situazione?!» esclama Jade rivestita dal panico più totale, ma i loro rimproveri vengono interrotti dal suono del fischietto che indica l'inizio della partita e l'inizio di ogni mia più grande paura...

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