Capitolo 44

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EMILY'S POV:

«Dobbiamo parlare» esclama Cameron con voce roca e profonda.
D'istinto mi volto verso il moro che ho affianco e non appena lo faccio, noto nei suoi occhi un velo di insicurezza e preoccupazione.

Sposto lo sguardo sulle sue mani, notando le nocche bianche. Questo suo comportamento un po' mi preoccupa e dentro me so già cosa vuole dirmi, anche se spero con tutta me stessa di sbagliarmi...

«Beh, riguardo l'altra notte...» inizia a parlare, ma prima di continuare fa un bel respiro, passandosi la mano tra i capelli «credo sia meglio cancellare tutto. È stato solo uno stupido bacio. Un errore... sì, proprio così e non si dovrà ripetere mai più. Io sto con Allison e tu con Shawn ed è giusto così» non appena la sua voce incerta si blocca, gli occhi non sono più puntati nei miei e il viso ora è rivolto verso il mare, dipinto di varie sfumature di azzurro.

Sento gli occhi pizzicare e la voglia di lasciar sprigionare ciò che ho dentro, ma prima di dire qualcosa di cui mi possa pentire, faccio un respiro profondo «sai, lo penso anche io. È stato un errore... un grandissimo e stupidissimo errore, ma la colpa è soltanto tua. Sei sbucato tu da sotto il lenzuolo per poi baciarmi ed io come una stupida mi sono lasciata trasportare e assecondare da te, ma adesso ho capito che è stato uno sbaglio. Anzi, lo sbaglio più grande è stato conoscerti» pronuncio con amarezza queste parole, puntandogli un dito addosso e anche se mi dispiace per ciò che gli ho detto, se lo merita.

Purtroppo le lacrime solcano ancora una volta il mio viso e questa volta non le interrompo. Le lascio scorrere e incorniciare i miei lineamenti.

La cosa che mi fa più male è che ho dovuto mentirgli. Lui non sa che è stata la sensazione più bella della mia vita avere le sue labbra sulle mie e che vorrei tanto avere l'opportunità di assaporarle un'altra volta. Darei qualsiasi cosa per questo.

Rimane in silenzio mentre si gira verso di me e non appena si accorge delle lacrime, mi porta una mano al viso e con il pollice cerca di rimediare al dolore che mi ha procurato con delle semplici frasi. Il suo tocco così leggero e delicato mi porta a chiudere gli occhi ed è questione di un attimo e poi le sue labbra sono di nuovo sulle mie, per dar vita ad un altro bacio, ma questa volta senza nessuna tenda che ci copre, alla luce del sole e del nostro piccolo mondo.

Le lacrime cessano, per dar vita ad un sorriso sincero e che risplende in questa giornata così contraddittoria.

Le nostre mani si sfiorano, per poi intrecciarsi e i respiri si fanno irregolari, ma proprio quando il fiato inizia a cessare, poniamo fine al vortice che avevamo creato.

Poso la fronte su quella del ragazzo che ho davanti, senza aprire gli occhi. Sento la sua mano massaggiarmi il palmo, accentuandomi il sorriso.

È strano come in pochi secondi la situazione si sia ribaltata: siamo passati dall'insultarci a far combaciare le nostre labbra.

«Perché?» mi domanda. Apro gli occhi, ritrovando il suo sguardo penetrante nel mio.

So a cosa si riferisce, ma le uniche parole che mi escono dalle labbra sono «non lo so».

«Non so spiegare che cosa mi stia succedendo. Ogni volta che il mio sguardo incontra le tue labbra, il mio cuore perde un battito. Rimarrei una giornata intera ad osservarle, in ogni loro più piccolo movimento, per non parlare dei tuoi occhi. Quando li guardo non capisco più niente, mi mandano in tilt. Sei come una calamita per me, vorrei starti tanto lontano, ma proprio non ci riesco... è più forte di me» conclude, tenendo sempre il suo sguardo fisso nel mio.

Nuove emozioni nascono in me per queste sue parole così agrodolci, che se ne vanno non appena la mia mente torna alla realtà, ovvero che io sono fidanzata e anche lui lo è e che forse ciò che stiamo facendo è veramente un errore.

«Cameron, tutto ciò è sbagliato» mormoro a malincuore.

«Lo so, ma per quanto lo possa essere, credo che sia il mio sbaglio preferito» posa la sua fronte sulla mia.

«Esatto, siamo due sbagli immensi, ma insieme creiamo qualcosa che mi fa bene al cuore» sorrido.

«Già, ma sai benissimo che restaremo separati. Purtroppo siamo destinati a stare l'uno lontano dall'altro, come in Romeo E Giulietta, il loro amore è destinato a finire, così come il nostro» pronuncia con amarezza. La mascella è contratta e gli occhi sono stretti in una linea sottile.

«Quindi adesso che cosa succederà?» domando con timore.

«Ognuno andrà avanti con la propria vita e dobbiamo fare il possibile affinché le nostre strade non si incrocino di nuovo. Per quanto sarebbe bello, faremo finta di niente e torneremo le due persone che eravamo all'inizio, ovvero indifferenti l'un l'altro agli occhi del resto del mondo, anche se in realtà indifferenti, nel mostra piccolo, non lo siamo mai stati».

«Quindi questo è stato il nostro ultimo bacio?» domando con un velo di tristezza.

«No» mi risponde. Corrugo subito la fronte, ma subito dopo capisco il perché di questa sua risposta: fa combaciare per la seconda volta in questa mattina le nostre labbra, ma questo, a differenza degli altri, è un bacio desideroso e pieno di passione.

Una volta che ci separiamo l'un l'altro facciamo dei passi all'indietro, mantenendo sempre il contatto visivo, fino a far separare con un movimento lento le nostre mani intrecciate.

Ci giriamo e come promesso, ognuno va per la propria strada, senza mai voltarsi dietro...

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