Capitolo 40

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«Ragazzi, che ne dite stasera di andare a visitare la casa abbandonata?» propone dal nulla Nash.

Lo guardo subito storto ed esclamo con tono impuntato «non ci penso proprio, neanche morta!» incrocio le braccia al petto e corrugo la fronte, mentre Sierra affianco a me concorda con ciò che ho detto.

«Dai, sarà divertente!» Matt sembra essere entusiasta mentre sorride sornione.

«Una si trova appena fuori città e si dice che là ci siano dei fantasmi e che la casa sia maledetta» dice Taylor ancora più entusiasta mentre gli brillano gli occhi.

I maschi, non li capirò mai...

Soltanto sentire queste parole mi provoca una serie di brividi che mi inondano tutto il corpo. Sono sempre stata una ragazza che si spaventa con poco, figuriamoci in una casa abbandonata che si dice sia maledetta, con dentro dei fantasmi!

«Dai amore, andiamo, ci sarò io a proteggerti e stanne certa che non ti succederà niente con me al tuo fianco» alle parole di Shawn mi tranquillizzo immediatamente e rilasso le spalle, che un attimo prima erano contratte e tese, ma non per questo svanisce la mia idea di passare la serata a casa, con un pacco di pop corn tra le mani di fronte la TV e a guardare un bel film strappalacrime o a leggere un romanzo.

«Non mi va di venire stasera» mormoro con tono supplichevole, nascondendo il mio viso nel suo incavo del collo.

«Fallo per me» tira all'infuori il labbro inferiore.

«Lasciala stare, tanto ha paura. È una delle classiche femminucce che se la fanno sotto per tutto, persino per i tuoni!» esclama una voce alquanto familiare e in questo momento irritante.

«Non ho paura, semplicemente non mi va di andare»?rispondo a Cameron, cercando di essere convincente visto che quello che ho appena detto è una bugia: ho paura... e come se ce l'ho, ma meglio non darlo a vedere.

«Beh, allora che ti costa venire stasera? Ci sarà pure il tuo fidanzato che ti proteggerà» continua a replicare con aria di sfida, assottigliando gli occhi.

«Okay, verrò» dico con tono deciso, ma subito dopo mi pento della risposta appena data e mi schiaffeggio e maledico mentalmente per questo. I ragazzi battono tutti il cinque a Cameron che è riuscito a farmi cedere e Shawn gli mima un grazie, al quale lui risponde con un sorriso, fin quando non sposta lo sguardo su di me, ma poi si volta «andiamo a comprare tutto l'occorrente per stasera. Voi ragazze preparatevi, soprattutto psicologicamente».

Ci dividiamo in due gruppi: ragazze e ragazzi, per poi andare ognuno in camera sua.

«Sentite, io stasera non ci voglio andare» inizio a lamentarmi, camminando da una parte all'altra della stanza, con una ciocca di capelli arrotolata tra le dita.

«Neanche io, ma non andarci equivarrebbe ad essere prese in giro per sempre da quei vermi!» la voce di Sierra tuona con tono arrabbiato e scoraggiato.

«Ma dai ragazze, che sarà mai! È soltanto una casa abbandonata, non ci potrà accadere niente» esclama con tono spensierato Lily, che sembra addirittura felice e su di giri.

Io e Sierra la fissiamo con sguardo allibito e con le labbra leggermente schiuse. Ci guardiamo negli occhi e lei mormora «è per caso impazzita?».

«Secondo me sì».

«Guardate che vi sento» sbuffa Lily battendo un piede a terra mentre ha le braccia incrociate al petto.

«Che c'è di male?! È solo una casa!- dice esasperata.

«Con i fantasmi» puntualizzo e Sierra, di fianco a me, aggiunge «e maledetta».

Ad interrompere il nostro discorso è qualcuno che bussa forte e ripetutamente alla porta. Vado a vedere e non appena apro le voci di Luke e Calum riempiono e rimbombano per tutta la stanza.

«Stasera saremo noi a proteggervi!» dice Luke con aria da duro e teatrale mentre mostra i suoi muscoli -aggiungerei quasi invisibili - e nel frattempo Calum si gratta un braccio. Sono veramente buffi questi due.

«Perfetto, allora siamo già morte» sospiro.

«Ma come siamo simpatiche oggi... vorrà dire che io proteggerò Sierra e Lily, mentre a te no» mi fa la linguaccia e va ad abbracciare le altre due ragazze. Guardo Calum, ma lui si affretta a dire «ah, non pensarci nemmeno, io è già tanto se mi proteggo da solo!».

Il mio commento viene interrotto dal telefono che squilla da dentro la tasca dei jeans, così lo prendo e noto che è mio padre che mi sta chiamando. Vado in balcone per parlare in pace visto che si sta creando il putiferio qua dentro.

«Papà!» esclamo con tono emozionato e felice. Era da tanto che lo dovevo sentire.

«Tesoro mio, come stai?» mi chiede.

«Bene, tu?».

«Bene bene. Che mi racconta la mia bellissima bambina?».

«Beh, niente di che, procede tutto normalmente e come al solito qua a Los Angeles» tralascio il fatto che mi sono fidanzata, altrimenti inizierebbe a farmi il quarto grado fino a chiedermi e risalire al suo codice fiscale.

«Ne sono felice. Adesso ti saluto, volevo solo sapere come stavi».

«Okay papà, ci sentiamo in questi giorni. Un bacione e salutami tutti».

«Certo tesoro. Ciao».

Mi ha fatto piacere parlare con mio padre. Ultimamente non sto sentendo più di tanto i miei genitori, ma tra poco si avvicinano le vacanze natalizie ed io ritornerò in Italia per passarle con la mia famiglia.

Rientro in camera e la scena che mi si presenta davanti è davvero buffa: Luke e Calum in piedi sul mio letto mentre sono nel pieno di una guerra di cuscini contro le ragazze

Alzo un sopracciglio e proprio mentre capisco che è meglio nascondermi fuori per sfuggire alle loro grinfie e possibili malefatte, mi arriva una forte cuscinata sulla nuca e si iniziano a sentire le risate di tutti riecheggiare per la stanza, ovviamente tranne le mie. Sbuffo, ma poi prendo un cuscino ed inizio a tirarlo addosso a tutti.

Comincia una vera e propria battaglia con i cuscini e ammetto che mi sto divertendo veramente tanto.

Sono cinque o dieci minuti che continuiamo a tirarci cuscinate e non oso immaginare in che stato saranno i miei capelli e il mio viso. A tutto un tratto si sente un crack e si vedono mille piume volare per tutta la stanza, persino in testa ad ognuno di noi, seduti esausti sul pavimento a ridere come degli idioti, ma mi sento spensierata. Non penso a niente e non ridevo così tanto da molto tempo.

«Credo che sia meglio fermarci qua» continuo a ridere con il fiatone.

Tutti concordano con me e qualche minuto dopo ci ritroviamo in piedi a pulire e a sistemare tutto.

Finiamo dopo un'ora e non appena vado a vedere che ore sono noto che sono appena le 7:30 e che tra poco abbiamo appuntamento con gli altri.

«Ragazzi, dobbiamo andare» annuncio.

Ci incamminiamo verso il parcheggio dove ci sono gli altri e, non appena arriviamo, notiamo che ci sono tutti e che non manca nessuno, quindi ci dividiamo per andare nelle macchine, visto che siamo in tanti: io vado con Luke, Sierra, Lily e Shawn, nella macchina di quest'ultimo. Non appena salgo l'entusiasmo che c'era fino a un attimo fa scompare, per dare inizio alla paura e all'ansia che invade interamente il mio corpo...

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