Il destino può separare due corpi, ma non due cuori incatenati...
Questa è la frase che si ripete ininterrottamente nella mia mente, persino adesso che sto aggiustando la valigia, mentre Lily e Sierra cantano a squarciagola. Loro sì che sono emozionate per la partenza, al contrario mio.
Sembra essere tornato tutto come prima, ogni singolo particolare ed ogni virgola al suo posto e tutto ciò dopo quel giorno in mensa. Sono davvero molto felice di questo, a dir il vero non reggevo più quella situazione pesante che si era creata tra noi ragazzi, ma purtroppo soltanto con uno di loro le cose non si sono ancora sistemate: con lui.
Il suo sorriso è ancora impresso nei miei occhi e sapere che quelle labbra non toccano più le mie, ma quelle di un'altra, mi procura una fitta forte e dolorosa al cuore; un nodo alla gola e lo stomaco sotto sopra.
I suoi sguardi non sono dedicati più a me, così come le sue carezze. Non mi appartengono più ormai, proprio come lui.
Ho cercato più volte di non pensarci, ma è stata un'impresa assai difficile, se non del tutto impossibile. Ogni volta che mi ripetevo di non tormentarmi più con i ricordi di lui, eccolo che spuntava con il suo fascino ed il suo mistero, pronto a sconvolgermi i pensieri, soprattutto in quei momenti in cui era avvinghiato ad Allison. Ad essere sincera quest'ultima si sta comportando veramente in modo strano ed insolito. Un esempio sono le sue continue frecciatine ed il suo sorrisetto sghembo disegnato sul viso, che la rendono più insopportabile e fastidiosa del solito.
«Emily, questa maglietta la porto o no?» domanda Sierra, risvegliandomi dai miei pensieri.
Squadro per bene la maglietta a maniche lunghe e con varie stampe floreali che la rendono molto carina, ma poi mi rendo conto di una cosa...
«Sierra, sei al corrente che ne hai messe già cinque nella tua valigia che sono simili a questa?!» domando scioccata indicando con una mano, che intanto regge un paio di pantaloni, la valigia della ragazza qui presente.
«Hai detto bene, simili, non uguali e poi questa, al contrario delle altre, ha anche disegnato sopra una farfalla. Non posso mica lasciarla, altrimenti poi che cosa mi metterò?!» si lamenta frustrata, alzando le braccia all'aria. In questo momento è veramente molto buffa e sembra quasi una bambina alle prese con i giocattoli da scegliere per portarli con se in vacanza...
Sorrido nel vedere questa scena, mentre scuoto la testa divertita.
«Perché giustamente con un'insignificante disegnino di una minuscola e stupida farfalla, la maglietta è diversa dalle altre e poi veramente hai osato dire "che cosa mi metterò"?! Ma se sembra che tu abbia appena scassinato un negozio intero!» esclama Lily con voce seria e stupefatta ed il viso contratto, con sopra disegnata l'espressione di una ragazza che non ha più speranze, o meglio, che le ha perse tutte.
E così iniziano i loro soliti battibecchi...
«Sierra, io credo che Lily abbia ragione...» dico improvvisamente per cercare di calmare le acque e di alleggerire la tensione che si è creata e che ci circonda, anche se con le mie parole non credo di averlo fatto, visto che Sierra da una parte mi fulmina con lo sguardo, mentre Lily dall'altra mi guarda con faccia trionfante e soddisfatta, portandosi le braccia al petto ed alzando di poco la testa, assottigliando gli occhi e facendo crescere un sorriso sghembo sul suo viso.
«Finalmente qualcuno che ragiona!» esclama Lily mentre si stende con poca grazia e delicatezza sul letto, facendo così muovere sopra e sotto quest'ultimo e far cadere a terra alcuni vestiti di Sierra che aveva adagiato accuratamente.
Oh no...
«Questa me la paghi!» esclama con tono minaccioso, puntando un dito contro il corpo rilassato e disteso sul letto e che è stato l'artefice della caduta dei suoi amatissimi vestiti.
E così, in un solo attimo, i corpi delle due ragazze corrono per tutta casa, alternando varie urla ed esclamazioni, insieme alle molteplici minacce di Sierra nei confronti della sfortunata e povera malcapitata.
Una delle cose che ho capito di Sierra è che se osi toccarle i vestiti, puoi già considerarti morta, motivo per il quale non mi sono mai avvicinata al suo armadio.
«TI GIURO CHE SE TI PRENDO, TI PICCHIO» urla su tutte le furie a Lily, mentre con una mano le lancia una ciabatta, che la colpisce dritta sulla schiena, facendola così gemere dal dolore.
Rido di gusto nell'ammirare questa scena così esilarante, ma le risate cessano non appena sento il mio telefono squillare.
Con le lacrime agli occhi per via delle troppe risate, recupero il cellulare da sopra il comodino e mi dirigo così verso il balcone che affaccia all'esterno.
Prima di andare a leggere il messaggio, mi perdo nella vista paradisiaca che mi si presenta davanti: il sole sta calando, così come i colori che disegnano varie sfumature di rosso, dalla tonalità più chiara, fino a quella più scura; le nuvole sembrano giocare tra di loro, rendono l'atmosfera speciale e rilassante, mentre l'arietta fresca colpisce dolcemente il mio viso, fino ad accarezzarlo e facendo così disperdere i capelli al vento e farli brillare alla luce del tramonto. Chiudo gli occhi per rilassarmi, sorridendo a questa vista mozzafiato.
Ammiro con sguardo sognante ciò che ho davanti e che si riflette nelle mie iridi azzurre, ma delle urla mi fanno abbassare di scatto lo sguardo, rivelando così tre corpi, ovvero quelli di Aaron, Shawn e... Cameron.
Chissà di che cosa staranno discutendo quei tre...
La curiosità mi sta mangiando viva, ma purtroppo da qua sopra non riesco a sentire granché, solo voci di sottofondo, ma una cosa la riesco a scorgere: l'espressione mischiata tra la rabbia e la preoccupazione dei tre ed i loro corpi che gesticolano freneticamente.
Continuo a guardare attentamente e con curiosità la scena, assottigliando di poco gli occhi, ma purtroppo il suono del mio cellulare mi riporta alla realtà e solo ora mi ricordo che devo ancora leggere il messaggio che mi è arrivato poco fa.
Con uno sbuffo, sblocco il telefono.
I miei lineamenti si contraggono non appena noto che si tratta di un numero anonimo, ma solo dopo aver letto il messaggio, il mio volto impallidisce improvvisamente...
"Mancano poche ore alla gita... poche ore alla verità. Sei pronta piccola Emily? Potresti non uscirne illesa...".
Deglutisco rumorosamente, mentre lascio che il mio corpo si adagi completamente sulla parete, fino a farlo scivolare pian piano e a toccare il pavimento freddo sottostante, per poi domandarmi che cos'ho fatto di male...
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FINE LINE
FanfictionLa sensazione di non essere mai al proprio posto; quella voglia di scappare e non voltarsi indietro; l'impulso di distruggere tutto solo per vedere il mondo a pezzi quanto te. Emily è alla disperata ricerca di una mano che la afferri e la strappi a...