EMILY'S POV:
Ho una fitta al cuore, come se fosse successo qualcosa; mi gira la testa e mi sento spaesata. Il mio istinto mi dice di prendere subito il telefono in mano e così faccio, ma non so per quale strana ragione il mio dito si posa e preme sul contatto di Cameron e così parte la chiamata...
«Pronto» mi risponde una voce che al sol sentirla si direbbe che è ubriaca.
«Mi scusi, stavo cercando Cameron Dallas. È lì con lei?» domando educatamente.
Sento che la persona che mi ha risposto sta ridendo e nel frattempo chiede un'altra birra.
«Sono io, Cameron» risponde con voce roca, forse pure fin troppo.
«Cosa?!» mi alzo di scatto dalla sedia e per poco questa non cade a terra.
Sento che ride dall'altra parte del telefono e inizia a blaterare parole senza senso, ma poi si schiarisce la voce e continua.
«Chi è la bambolina con la voce bellissima che mi ha chiamato?».
«Sono Emily. Cameron dimmi subito dove sei, sto venendo a prenderti» nel frattempo prendo una borsa e una giacchetta.
«Emily...» sembra pensarci un po' su, poi continua «mi sembra di conoscerne una, ma non ti dirò dove sono, metti caso che sei un'estranea che ha avuto il mio numero per caso e adesso mi vuole uccidere? Troppo rischioso. Mia mamma mi ha detto di non fidarmi mai degli estranei»
adesso il suo tono di voce è serio e mi ricorda tanto un bambino e questo mi fa pensare che è proprio andato e che se non mi sbrigherò a trovarlo in tempo combinerà qualche casino o si metterà nei guai.«Certo, una sconosciuta che conosce il tuo nome. Cameron dimmi subito dove sei» questa volta scandisco per bene l'ultima frase.
«Okay okay, mammina. Sono in un pub, ma non mi ricordo il nome» lo sento sbadigliare e fare versi strani.
«Chiedilo a qualcuno» esclamo spazientita e nervosa.
Sento che inizia a parlare in lontananza dal telefono, ma non riesco a capire che cosa dice, però poi, improvvisamente, sento di nuovo la sua voce.
«Pub L.A.».
«Okay, sto arrivando, non ti muovere» annuncio con tono autoritario.
«No no, tanto sto con la mia dolce e amata birra che mi fa compagnia» subito dopo lo sento chiederne un'altra.
Chiudo la telefonata e metto il cellulare nella borsa, ma prima mando un messaggio a Sierra e le scrivo che ritornerò tardi stasera, ma non le dico che in realtà sto andando a recuperare suo fratello che è totalmente ubriaco in un pub frequentato da persone malfamate e in un quartiere che può essere considerato sempre tale.
Mi affretto ad uscire dalla stanza, ma soltanto subito dopo mi rendo conto che non ho né la patente né la macchina e che quindi dovrò trovare un altro modo per raggiungere Cameron. Penserei a qualcosa, ma purtroppo più il tempo passa e più mi sale l'ansia, quindi mi metto a correre verso l'uscita e, non appena sono fuori, mi rendo conto che sta piovendo e che io non ho portato neanche un ombrello. Sto per tornare in camera per prendere qualcosa per coprirmi dall'acqua che ricade sul suolo delle strade di Los Angeles, ma poi mi risuona nelle orecchie la voce dolce e melodiosa di Cameron insieme alle sue battute e anche quella del bambino sognato qualche notte fa che mi chiedeva aiuto e allora mi metto a correre con tutta la forza, l'energia e la tenacia che ho nel corpo;
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FINE LINE
FanfictionLa sensazione di non essere mai al proprio posto; quella voglia di scappare e non voltarsi indietro; l'impulso di distruggere tutto solo per vedere il mondo a pezzi quanto te. Emily è alla disperata ricerca di una mano che la afferri e la strappi a...