Capitolo 25

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Non so descrivere bene le emozioni che sento in questo momento, ma penso che si stia scatenando un uragano dentro me, causato dal ragazzo con il ciuffo ribelle dinanzi a me. È la prima volta che provo tutto ciò e quindi non so bene a cosa paragonarla o a cosa attribuire la causa, so soltanto che è qualcosa di forte, ma soprattutto qualcosa di vero e tutto ciò mi provoca un lieve sorriso; uno di quelli che si ha quando si riceve una buona notizia, o quando si ci mette nel letto dopo una lunga e stancante giornata, oppure quando si scopre che il professore che ti doveva interrogare manca, ma in questo caso, il mio sorriso non è la causa di nessuna di queste, ma è provocato da una sola persona, ovvero Cameron.

I suoi occhi così profondi e intensi che variano di diverse sfumature di marrone, che vanno dalla tonalità più scura a quella più chiara, mi hanno catturata. Sono caduta nella loro trappola, ma non so se mi sono presa una cotta passeggera, una di quelle che hanno tutte le adolescenti della mia età. Non lo so perché l'unica persona che ho amato, o che pensavo di amare, mi ha fatto provare molte emozioni, che non sono nulla in confronto a queste, ma quel poco che iniziavo a sentire per lui è stato spazzato e buttato via, proprio come un vestito vecchio e io penso di essere stata proprio quello per lui, perché a quanto pare ne ha scelto uno nuovo, lasciandomi lì... sola.

Le immagini mie e del mio oramai ex ragazzo, che vagano nella mia mente, mi fanno formare un magone e improvvisamente mi risvegliano dai miei oscuri pensieri, facendomi tornare lucida e in grado di ragionare.

Vedo Cameron che pian piano si avvicina a me, facendo sfiorare i nostri nasi, ma io a tutto un tratto volto la testa dal lato opposto e lui, rendendosi conto di quello che stava per accadere, toglie le mani dalla mia vita, facendomi rivestire di una strana mancanza.

Mi guarda un'ultima volta negli occhi, ma poi si gira, facendomi annegare nei miei sensi di colpa, anche se l'ho fatto anche per il suo bene visto che è fidanzato con Allison e non sarebbe giusto nei suoi confronti. Per quanto non la possa sopportare, persino per lei sarebbe una pugnalata al petto e mi dispiacerebbe. Non voglio che nessuno stia male a causa mia, neanche quella che è la mia peggior nemica e la persona che ha rovinato molti anni della mia vita.

Cameron è appena uscito dall'acqua e si è messo esposto al sole, presumo per asciugarsi, ma in questo momento sembra su un altro pianeta, che non è di certo questo. È così assolto nei suoi pensieri che io mi metto ad analizzare tutti i suoi tratti ben marcati, uno ad uno, come ad esempio la sua mascella che è particolarmente contratta e i suoi occhi persi nel vuoto.

Decido anche io di uscire dall'acqua, che da calda inaspettatamente è diventata fredda, facendomi congelare il sangue. Penso che ogni cosa del mio corpo si sia fermata, come tutto ciò che mi circonda, a partire dal suono degli uccelli, al vento che fino a qualche secondo fa soffiava ribelle tra i miei capelli. L'unica cosa che penso non si sia arrestata è l'acqua, perché sento essa a contatto con la mia pelle e la sua forza che esercita su di me e poi percepisco delle gocce sparse per tutto il corpo che scendono, fino ad arrivare al loro posto d'origine.

Non appena esco un'ondata di vento mi travolge ed è come se in un attimo tutto avesse ripreso vita, tranne Cameron, che è ancora nella stessa posizione di prima con lo sguardo puntato nel cielo dipinto di varie sfumature di un azzurro candido e vivo.

Mi vado a mettere vicino a lui ad osservare il cielo e in esso vedo che si sono raggruppate delle nuvole, ognuna con una forma e grandezza diversa.

«La vedi quella?» mi domanda Cameron, che all'improvviso sembra essersi risvegliato dal suo stato di trance.

«Quale?» mi stendo completamente sull'erba e il mio sguardo si sposta sui muscoli di lui che sono contratti mentre si stende ancora di più affianco a me.

«Quella nuvola» ne indica una ed io annuisco non appena la scorgo.

«Che cosa ti sembra?».

Mi metto ad osservarla, fin quando non chiedo incerta «un cuore?».

«Esatto, è quello che vedo anche io. Sai, ogni nuvola forma qualche figura, ma siamo noi, con la nostra mente, che gliene attribuiamo una, e sai da cosa dipende?», scuoto la testa e lui continua «dal nostro stato d'animo e dal nostro pensiero. E sai qual è il mio in questo momento?».

«La risposta è sempre no».

Accenna un sorriso «sento una sensazione mai provata prima e ad essere sincero mi fa sentire libero e leggero, proprio come una nuvola e nel mio cuore c'è un solo sentimento, ed è l'amore» a fine discorso si mette a fissare di nuovo il cielo.

Dopo le parole dette da Cameron nessuno dei due emette una sola parola. Si è creato un silenzio tra di noi, accompagnato dal suono che emettono gli uccellini, ma non è imbarazzante. È piacevole.

«La vedi quella?» domando indicandone un'altra e questa volta è lui ad annuire.

«Che cosa ti sembra».

«Una persona che strilla».

«Esatto. Un po' mi rispecchio in essa, perché adesso l'unica cosa che vorrei fare è proprio strillare per far andar via tutto e sentirmi libera».

«Fallo» mi fissa.

«Certo che no, ci saranno persone in giro e sinceramente non voglio essere presa per una psicopatica esaurita».

Cameron si mette a ridere per la mia confessione, ma poi si alza in piedi e si ferma dinanzi l'acqua del lago, per poi mettersi a strillare. Salto in piedi e vado a fermarlo come un lampo.

«Ma sei pazzo?!».

«Almeno adesso mi sento molto meglio. Sai, è una bella sensazione, dovresti provare».

Non appena finisce la frase mi posiziono affianco a lui e mi metto ad urlare e Cameron si unisce a me, strillando frasi senza senso, ma adesso mi sento più libera e serena.

Agli occhi altrui potremmo pure sembrare dei pazzi, ma noi sappiano che non è così, perché siamo due ragazzi spensierati, che per risolvere i problemi fanno cose folli, proprio come questa, ma adesso mi sento leggera e felice. È come se fosse sparito un macigno che si era formato all'altezza del cuore e tutto questo lo devo soltanto ed esclusivamente ad una persona... a Cameron.

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