Capitolo 17

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Siamo in macchina da dieci minuti, ma Cameron non ha ancora spiccicato una sola ed insulsa parola ed io sto per perdere letteralmente la pazienza.

«Allora, vuoi dirmi che cosa sta succedendo?!» chiedo spazientita ed irritata. Credo che un minimo di fiducia ci debba essere visto che anche io mi sono confidata con lui, ma evidentemente mi sbaglio.

»Emily, per favore non ne voglio parlare».

«No, tu adesso fermi questa macchina e me lo dici» mi impunto prendendo il volante fra le mani e per poco non andiamo a sbattere contro un albero a causa di questa mia improvvisa e azzardata uscita, ma per fortuna Cameron riesce a riprendere il controllo e ad accostare.

«MA SEI IMPAZZITA?! VUOI  PER CASO FARCI FINIRE ALL'OSPEDALE?! PERCHÉ SE QUESTO ERA IL TUO OBIETTIVO, CI STAVI PER RIUSCIRE!».

«Voglio soltanto sapere cosa succede» mormoro con tono fermo. Lui fa un sospiro, suppongono per la frustrazione, ed inizia a parlare «Emily è una situazione troppo complicata e pesante per me e per adesso io non me la sento di raccontarla, non perché non voglia dirlo a te, ma perché non voglio coinvolgere altra gente. Però ti prego, non farne parola con Sierra, lei non sa niente di questa situazione e non voglio che soffra più di quanto abbia già fatto fino ad adesso». Queste parole servono soltanto ad aumentare i miei punti di domanda che ormai sembrano non finire mai, ma poi mi ricompongo «okay... per adesso ti sei salvato e tranquillo che non dirò niente a Sierra, ma sappi che per qualsiasi cosa io ci sono e ci sarò» lo abbraccio, stringendolo stretto a me e facendomi vivere nuovamente questo contatto sconosciuto ma stranamente piacevole.

***

Sono le 22.30 e le ragazze non sono ancora tornate. Io e Cameron abbiamo preso la pizza: due margherite, ma lui con l'aggiunta delle patatine e adesso stiamo decidendo un film da vederci per finire di trascorrere la serata.

«Che ne dici di questo?» domando facendogli vedere la copertina

«Scrivimi ancora, ma che film hai su questo computer?! Non ne hai uno decente? Sembri una ragazzina depressa. Non è che lo sei veramente?».

«Non fare lo stupido» gli tiro uno schiaffo sulla testa in modo giocoso e continuo con convinzione «questi sono i film più belli che io abbia mai visto».

«Pensa un po' gli altri come saranno...».

«Ma almeno li hai mai visti?» domando esausta di sentire i lamenti di questo ragazzo.

«No e non ho neanche intenzione di vederli» rimane fermo sulla sua decisione.

«Ma come fai a giudicare un film che non hai mai visto?! Sei troppo superficiale».

«Non sono superficiale, ma non mi piacciono i film depressi e romantici. Soltanto a sentirli nominare mi viene il diabete».

«Invece stasera ci vedremo scrivimi ancora e poi mi dirai cosa ne pensi» lui sbuffa contrariato, ma poi riprende subito la parola «allora, facciamo così, noi adesso guarderemo questa schifezza e la prossima volta lo sceglierò io un film decente. Ci stai?» propone porgendomi la mano.

«Ci sto» l'afferro saldamente.

***

Siamo arrivati quasi alla fine e verso la metà ho visto il viso di  Cameron che veniva solcato da una lacrima, ma ho fatto finta di niente, continuando a prestare attenzione alle immagini e ai dialoghi del film.

«Ma perché non si mettono insieme?! Quando lo vuole capire che sono destinati ad amarsi?! È proprio uno stupido!» esclama Cameron portandosi entrambe le mani in testa.

«Aspetta, non è ancora finito».

«Ti giuro che se non si mettono insieme denuncio il regista!» mi fa scoppiare in una rumorosa e fragorosa risata a crepapelle.

«Biondina, non ridere del mio stato d'animo da depresso».

«Povero cucciolo» lo sfotto accarezzandogli i capelli, ma subito dopo smetto perché lui continua a fissare ogni mio movimento con estrema attenzione.

«No no, continua» si accoccola di più a me e questo suo gesto mi fa scaldare il cuore.

Riprendo con i miei movimenti e lui posa la testa sulla mia spalla e mette il braccio intorno alla mia vita. Rimaniamo così, fino alla fine del film, che improvvisamente vorrei non finisse mai...

«Ti è piaciuto?» domando spegnendo il computer.

«Per niente» risponde , ma si vede che sta mentendo spudoratamente.

«Dimmi la verità».

«Okay okay» alza le mani in aria «puoi considerarmi un nuovo fan di questo film, lo amo!».

«Te l'avevo detto che era stupendo, bisogna sempre fidarsi di Emily Smith».

«D'ora in poi mi fiderò molto più spesso allora».

«Bravo piccolino» gli tiro un pizzicotto sulla guancia, per poi alzarmi e andare a posare il computer. Torno sul letto e mi rimetto nella stessa posizione in cui ero prima, cioè fra le braccia di Cameron. Il suo calore subito mi avvolge e mi inebria.

«Non per farmi gli affari tuoi, ma perché fra te ed Allison le cose non vanno più tanto bene?».

«Lei non è più come prima, è cambiata».

«In che senso?» insisto.

«Vedi, prima era molto più simpatica e dolce, ma non soltanto con me, con tutti. Adesso non sembra più quella ragazza che ho conosciuto quattro anni fa e che arrossiva ad ogni mio complimento, ma è diventata il contrario, presuntuosa e antipatica verso tutti. Sai cosa sono arrivato a pensare?».

«Cosa?».

«Che lei mi usi soltanto per la popolarità, perché, non per vantarmi, ma essendo il capitano della squadra di football sono diventato molto popolare in questa scuola e lei all'inizio non lo era» si prende una pausa «e poi ha iniziato a "vestirsi"con magliette e gonne striminzite e a frequentare le snob della scuola, infatti lo è diventata anche lei e le ragazze così non le ho mai sopportate e mai lo farò».

«Vedrai che si aggiusterà tutto» cerco di rassicurarlo, anche se in cuor mio so che con Allison purtroppo non c'è niente da fare. Le persone non si possono cambiare.

«Non penso, poi mi sono accorto che non provo più le stesse cose di prima, però ci tengo ancora a lei e non voglio che soffra».

«Quindi che cosa pensi di fare?».

«Forse le chiederò una pausa di riflessione» mi annuncia con il tono di voce che trapela dispiacere.

«Se pensi che sia giusto così allora fallo, ma dev'essere una tua decisione».

«Infatti adesso vedrò cosa fare».

Rimaniamo a parlare per molto, ma poi cadiamo tutti e due in un sonno profondo e per la prima volta mi sento protetta e al sicuro tra le sue braccia, che mi fanno sentire come in paradiso. Ad un passo dal cielo...

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