«IN RIGA!» urla il professore, che oggi è particolarmente nervoso e suscettibile.
Tutti noi obbediamo al suo comando senza obbiettare o contraddirlo, anche perché sinceramente beccarmi un rimprovero è l'ultima cosa che voglio e a cui aspiro.
«I capitani per oggi saranno Cameron e Shawn» indica con una mano i due diretti interessati, che subito fanno un passo in avanti e si guardano dritti negli occhi, poi si voltano verso di noi e Cameron, non appena si accorge della mia presenza, sgrana gli occhi, ma proprio mentre sta per dire qualcosa, viene bloccato da Shawn che pronuncia il mio nome, facendolo rimbombare in queste quattro mura.
Mentre mi sto dirigendo verso di lui, con passo incerto e con le tempie che battono forte ed irrompono nell'ansia che scorre sempre più forte, il mio sguardo è incollato a quello di Cameron, proprio come il suo e dai suoi occhi posso scorgere un manto di preoccupazione e agitazione. La sua bocca è leggermente aperta, come se avesse qualcosa da ribattere, ma non per questo mi fermo, anzi, mi volto dall'altro lato incurante del suo sguardo che vacilla preoccupazione e timore verso di me.
Le squadre sono appena state fatte e sono capitata con Aaron, Lily, Jade, Nash e Taylor, invece in quella avversaria ci sono tutti gli altri e ovviamente Allison e le sue schiavette fanno il tifo per la squadra di Cameron con vari balletti e canzoncine che io ritengo alquanto sgradevoli e irritanti, soprattutto per il mio povero udito, visto che a cantarle sono loro e ad essere sincera sono una più stonata dell'altra e per poco non mi viene la paura che le finestre si rompano in mille pezzi.
Il professore fa andare i due capitani al centro del campo per vedere a chi andrà la palla. Mentre i due si fissano per qualche secondo negli occhi noto che in quelli di Cameron c'è uno strato di odio nei confronti dell'altro, ma non appena suona il fischietto quest'ultimo è pronto a prendere la palla e dirigersi verso la nostra porta, però per fortuna viene bloccato da Aaron che la passa subito a Nash che, cercando di schivare tutti, arriva davanti alla porta e segna il goal. Non appena lo fa ci mettiamo tutti a strillare ed esultare e noi ragazze gli saltiamo praticamente addosso con grinta ed entusiasmo, invece l'altra squadra sembra demoralizzata, come ad esempio quelle ochette che hanno appena smesso di fare il tifo e sbuffano rumorosamente per il loro punto in svantaggio, soprattutto Allison che guarda male Cameron che invece non la sta neanche calcolando...
Siamo 1-0 per noi e per fortuna non ho fatto un grande sforzo fisico, ma non faccio in tempo a finire di pensare questa frase che Aaron mi passa la palla e per un momento resto immobile, incapace di fare o di compiere qualsiasi movimento, ma poi mi ricordo che ci sono delle persone intorno a me e non posso mostrarmi debole dinanzi i loro occhi, quindi i miei piedi iniziano a muoversi con un ritmo regolare che man man si velocizza sempre di più. Mentre faccio tutto ciò mi guardo attorno e il mio sguardo cade su quello delle ragazze che sono rimaste immobili, così come anche Cameron, che mi guarda con sguardo perso e vuoto .
Continuo, fino ad arrivare alla rete e con un movimento rapido tiro un calcio al pallone, ma proprio mentre faccio tutto ciò mi prende un dolore lancinante alla gamba e improvvisamente cado a terra, sbattendo forte la testa. L'ultima cosa che vedo è Cameron che corre verso di me spingendo e sorpassando tutti e, quando arriva dinanzi a me, si china e mette la sua mano sul mio viso, sussurrando «non ti lascerò accadere nulla piccola. Te lo prometto». Dopo aver sentito le parole di Cameron, vedo tutte le persone, che un attimo prima erano immobili, venire verso di me, comprese le ragazze, ma poi l'unica cosa che vedo e che mi si presenta dinanzi è il nero; il buio più totale che mi avvolge a se con il suo manto oscuro e privo di colori...
***Apro gli occhi e quello che mi si presenta davanti è una stanza tutta bianca, con una lampada al centro e dietro di essa una porta che non so dove conduca, così decido di andare a vedere di che si tratta, ma mi blocco immediatamente su me stessa non appena vedo un bigliettino con un nastro rosso che lo avvolge. Lo prendo e mi siedo a terra e, dopo aver fatto un lungo respiro, leggo cosa c'è scritto:
"Stai attenta alle persone che ti circondano, a volte quelle che ti sembrano più vicine in realtà sono le più lontane".Non capisco cosa significhi questa frase. Perché dovrei stare attenta? Mi sembra che nessuno dei ragazzi mi voglia del male, o almeno penso. L'unica persona che forse mi "odia" è Allison, ma su questo biglietto c'è scritto che è una persona che mi sta vicino ed io e lei non lo siamo mai state.
Mentre cerco di ragionare e di pensare al significato di queste parole, mi prende un forte giramento di testa e mi alzo da terra, ma improvvisamente inizio a vedere tutto sfocato e quindi mi metto a correre verso la porta e, non appena la apro, spalanco gli occhi e davanti a me si presenta una stanza di ospedale, con Cameron seduto su una sedia affianco a me che dorme nella quiete che lo circonda e che improvvisamente circonda anche me.
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FINE LINE
FanfictionLa sensazione di non essere mai al proprio posto; quella voglia di scappare e non voltarsi indietro; l'impulso di distruggere tutto solo per vedere il mondo a pezzi quanto te. Emily è alla disperata ricerca di una mano che la afferri e la strappi a...