Capitolo 26

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Le nostra urla vengono interrotte da una suoneria proveniente dal telefono di Cameron, che subito va a prendere, ma non riesco a capire chi l'ha chiamato perché lui si allontana, anche se noto che sul suo volto compare un sorriso, quindi suppongo che a chiamarlo sia stata Allison.

L'unica cosa che riesco a sentire è «okay, ci vediamo dopo» e dopo di ciò  attacca e ritorna da me, che subito gli chiedo «chi era al telefono?», ma lui diventa subito strano. È come se stesse pensando ad una risposta plausibile da darmi e questo mi insospettisce e infastidisce allo stesso tempo.

«Guarda che se non vuoi dirmelo fa niente» il mio tono esce secco e neutro. Quasi acido.

«No no, è che... era Allison».

Avete presente quei crampi allo stomaco che si hanno quando si riceve una brutta notizia? O quando si scopre qualcosa che forse era meglio non sapere? Ecco, questa è la mia situazione ed è come se mi fosse cascato il mondo addosso, ma la cosa che mi fa imbestialire è che io lo so che è fidanzato, eppure continuo a pensarci e a meravigliarmi di tutto ciò.

«Che ne dici di andarcene?» domanda tranquillo, come se avesse cancellato tutto quello che è successo oggi, in questo posto, ma dopotutto come dargli torto, adesso deve ritornare dalla sua ragazza, mentre io alla mia solita e monotona vita, anche se improvvisamente mi viene una cosa in mente.

«Oggi che giorno è?».

«Venerdì, perché?» chiede curioso.
«Oddio, ma io stasera ho un appuntamento con Shawn» mi metto le mani tra i capelli e continuo «dobbiamo subito andare a scuola, devo prepararmi» prendo velocemente le cose che sono a terra, ma un braccio possente mi afferra dal polso, impedendomi di continuare i miei movimenti.

«Che c'è? Cam, così mi fai male!» esclamo arricciando il naso e cercando di levare la sua mano dal mio polso.

«Ma sei impazzito?!» alzo la voce, però lui a quanto pare non ha proprio intenzione di lasciarmi andare, è come ipnotizzato. Rimane immobile e ciò mi sta iniziando lievemente a spaventare.

«Tu stasera non ci andrai» il suo tono è piatto e deciso.

«E sentiamo, perché non dovrei?» domando inarcando un sopracciglio.

«Perché non puoi e basta».

«Beh, sappi che ci andrò lo stesso, sono maggiorenne e vaccinata e non ho certo bisogno di un babysitter che mi dica cosa fare o non» dopo le parole che ho pronunciato Cameron contrae la mascella e ad essere sincera in questo momento non sembra neanche lui. È come se fosse totalmente un'altra persona.

«Anzi, dammi un buon motivo per non andarci. Se me lo darai ti darò retta e stasera non uscirò con Shawn, altrimenti mi dispiace per te ma andrò a quell'appuntamento con o senza il tuo "consenso"» dico stringendo le labbra.

«Beh, la verità è che non c'è un motivo, contenta?!».

«Allora perché non dovrei andarci?! Non ti capisco proprio!».

Lui sembra rifletterci un po' su, ma poi finalmente si decide a lasciare la presa dal mio polso «muoviamoci, ti riaccompagno a scuola».

***

Stiamo camminando per ritornare alla macchina, ma la strada, che all'inizio sembrava breve, adesso è infinita, proprio come i litigi miei e di Cameron. Troviamo sempre qualche pretesto per creare una discussione.

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