Capitolo 67

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Una settimana che non parliamo, ma fingiamo e basta; che nella mia mente si rielaborano quelle parole che mi hanno lacerato il cuore; che non vivo più e a stento respiro; che una maschera nasconde le mie ferite profonde, che non si rimargineranno molto facilmente. Forse non lo faranno mai. Rimarranno là, incise, mentre il vento le accarezza e l'anima le costudisce.

Se qualche mese fa, mi avessero detto che avrei sofferto per amore, gli avrei riso in faccia. La credevo una cosa ridicola ed insensata, dopotutto perché soffrire per una persona che non merita le proprie lacrime?

Se qualcuno mi avesse detto che mi sarei innamorata, gli avrei risposto di non raccontare stronzate e di guardare in faccia la realtà, ovvero che l'amore non esiste, insieme a tutte le leggende metropolitane che si porta dietro e che tendono ad aumentare. Ma purtroppo la realtà è un'altra, una che molti non vorrebbero riscontrare: l'amore esiste. L'ho provato io stessa sulla mia pelle e l'ho riconosciuto nel momento in cui ho incrociato il suo sguardo ammaliatore, ma prima ero troppo orgogliosa per ammetterlo, però più il tempo passava e più era difficile da nascondere, persino a me stessa.

Purtroppo, insieme all'amore, ho riscontrato anche i suoi svantaggi e difetti, che avrei tanto voluto farne a meno di conoscere. Ho scoperto che molto spesso le parole feriscono e fanno male, più di uno schiaffo in pieno viso tirato con la massima violenza. E proprio quelle parole, proprio quelle, amare e fredde, mi hanno procurato come una pugnalata dritta al cuore... "sparisci dalla mia vita, questa volta per sempre".

Vorrei tanto che esistesse un pulsante in grado di mandare indietro il tempo, di riavvolgere il nastro. Vorrei tanto tornare indietro di qualche mese fa, al nostro incontro e cancellare la sensazione che provai quando incrociai i suoi occhi che mi hanno intrappolata, proprio come in una gabbia, quelle strette e di acciaio, dove puoi solo accettare la realtà, ovvero che sei fregata, perché se si guarda in faccia l'amore, si è perduti, soprattutto quando non è corrisposto ed io che come una stupida ci ho pure creduto, adesso vorrei solo scomparire.

***

«Emily, è stato un piacere conoscerti, veramente, spero di poterti rincontrare presto» Gina mi avvolge in un suo caloroso abbraccio. Se solo sapesse la verità, entrando a conoscenza del male che mi ha procurato suo figlio con delle semplici parole, all'apparenza innocue, ma non per il mio cuore affranto e spezzato.

Gina, con i suoi capelli castani che le arrivano fino alle spalle e che all'apparenza sembrano così morbidi e ben curati, con i suoi grandi occhi marroni ed un sorriso incantevole, pronto a far invidia a chiunque, si è riservata un posto nel mio cuore, insieme alla sua dolcezza e semplicità che mi incantano.

«Spero anche io di poterti vedere al più presto» rispondo a mia volta, non curante che lui stia assistendo a tutta la scena. Spero che adesso sia contento di aver reso felice la madre e spezzato il mio di cuore e forse era proprio quello il suo obiettivo: ridurmi in brandelli. Beh, ci è riuscito.

Ci stacchiamo a malincuore, continuando però a sorriderci.

«Tesoro, mi raccomando, fai il bravo e trattami bene Emily» dice Gina con tono scherzoso al figlio, che intanto mostra un sorriso falso, mentre con lo sguardo mi scruta.

Nei suoi occhi scorgo un lampo di dispiacere. Me lo sarò sicuramente immaginato, perché se veramente si fosse pentito, mi avrebbe chiesto già scusa ed io ho passato proprio così la settimana, sperando che venisse da me a chiedermi perdono per le parole che ha inflitto nel mio cuore, ma così non è stato.

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