Capitolo 7

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Allison Parker, amata da tutti i maschi e odiata dall'intero gruppo femminile, tranne che dalle sue schiavette. Una bambina di soli dieci anni che già era una dittatrice, ma che poi, per la salvezza di tutti, soprattutto per la mia, si è dovuta trasferire. Ma come sempre io e la fortuna ci teniamo la mano stretta e ben salda, infatti proprio adesso, davanti i miei occhi, spuntano quei capelli biondi che una volta erano castani e soprattutto quel sorriso che è sempre stato uno dei più falsi che io abbia mai visto e riscontrato in tutta la mia vita...

I ricordi aleggiano nell'aria e un senso di smarrimento predomina dentro me.

«Tu mi ricordi qualcuno» dice Allison con l'aria stranamente pensierosa e concentrata.
Anche il cervello è sempre rimasto quello di una bambina di dieci anni, o forse meno...

«Ciao Allison» il mio tono esce neutro, senza lasciar trasparire  alcuna emozione, neppure la più lieve ed insignificante.

«O mio dio! Emily la sfigatella, ci ritroviamo eh» forza un sorriso che è persino più falso dei suoi capelli biondi.
«Già. Che fortuna».

«Aspettate, voi già vi conoscete?» esclama visibilmente sorpreso Cameron.

Senza guardarlo negli occhi rispondo «io e lei andavamo alle elementari insieme».

«E lei era la più sfigata di tutta la scuola, non la voleva nessuno, era sola come un cane» mi guarda con aria di sfida facendo una risatina che è insopportabile insieme alla sua voce acuta, che però viene interrotta dalle parole di Sierra «adesso non è più sola», il suo tono è sicuro mentre mi affianca.

Jade mi mette una mano sulla spalla, e solo ora noto che mi sono lasciata sfuggire una lacrima amara, che scorre imperterrita sulla mia guancia leggermente arrossata.

Gli altri sono rimasti a bocca aperta, soprattutto Cameron.

«Ci credo che era sfigata, doveva avere a che fare con persone come te ogni giorno!» mi difende Taylor con la voce che esce come un ringhio.
«Amore, ti prego difendimi!» supplica Cameron afferrando saldamente un suo braccio, ma io riprendo subito la parola «vedo che le cose non sono cambiate per te, ancora adesso non ti sai difendere da sola ma hai bisogno dell'aiuto degli altri...».

Improvvisamente diventa rossa dalla rabbia mentre le sfodero a mia volta un sorriso che è perfino più falso del suo.

«Tesoro ti prego andiamocene».

Decido di guardare Cameron negli occhi per fargli vedere che con le parole che mi ha detto stamattina non mi ha ferita. Non appena mi volto noto che mi sta fissando con la bocca leggermente aperta, e solo dopo alcuni secondi si decide a parlare «okay amore, andiamo».

Lei con aria trionfante si alza, prende Cameron per mano e inizia a sculettare verso l'uscita con passo sicuro e costante.

«Sono sconvolto» sospira Nash.
«Tu adesso ci devi raccontare taaante cose signorina» Taylor mi guarda ancora leggermente scosso da quel che è appena successo. E come dargli torto d'altronde...

«Da cosa volete che cominci?».

«Dall'inizio» esclama Matt.

«Beh, io e lei andavamo alle elementari insieme. Mi aveva presa di mira, ed è per questo che tutti mi avevano voltato le spalle, prendendosi gioco di me e della mia incolumità. Per colpa sua mi prendevano in giro, ma non soltanto questa storia è andata avanti alle elementari, ma anche alle medie e al liceo, in poche parole mi ha rovinato quelli che dovevano essere gli anni migliori della mia vita, e in parte è anche per questo che mi sono trasferita, per cercare di dimenticare il passato e aggiustare il futuro, ma a quanto pare la felicità non vuole avere niente a che fare con me. Sembriamo due perfetti sconosciuti...» dopo aver finito il breve racconto mi sento molto meglio, parlare con i ragazzi e sfogarmi mi ha aiutata a togliermi un peso; un macigno che mi tormentava.

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