Capitolo 57

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«Vi auguro di trascorrere delle belle vacanze di Natale. Ah! Appena tornerete dovremo iniziare a parlare della gita scolastica, che quest'anno si terrà a Parigi» esclama con enfasi la professoressa, mentre nel frattempo prepara la sua cartella, ma poi si ferma di scatto, interrompendo i suoi movimenti goffi e si volta verso la classe, squadrando uno per uno, per poi posare lo sguardo su Nash «signorino Grier, lei sarà il primo ad avere l'orale non appena si rientrerà».

«Ma come prof? Mi sto comportando bene» esclama Nash sbiancando, mentre il resto della classe ride di sottofondo, facendo riempire così l'aula di sussurrii.

«Il suo concetto di comportamento buono è totalmente errato ed io fossi in lei ci lavorerei in queste due settimane di pausa» sorride serena la professoressa.

Nash risponde con uno sbuffo che si espande per tutta l'aula, per poi posare la testa sulla spalla del ragazzo di fianco, Cameron, che intanto cerca di consolare l'amico con frasi che non riesco a comprendere da questa distanza che ci divide, riesco solo a scorgere le sue labbra che si muovono e si sbilanciano per creare un sorriso, accompagnato da una risata che riesco a malapena a sentire, mentre tutti gli altri si alzano per uscire da quest'aula che non vedremo per ben due settimane.

***

Io e le ragazze stiamo andando dagli altri per pranzare e trascorrere del tempo insieme, visto che per via delle vacanze natalizie non ci vedremo per un po' di tempo. Inoltre il mio volo per Roma è alle nove di stasera.

«Voi come trascorrerete le vacanze natalizie?» domanda Taylor mentre addenta il suo panino con prosciutto cotto e mozzarella.

«Io e Cameron resteremo qua e le passeremo in famiglia» risponde Sierra con allegria.

«Invece c'è qualcuno che parte?» domanda sempre lui.

«Io» alzo una mano, «stasera patirò e tornerò in Italia dalla mia famiglia per tutte e due le settimane».

«Mi abbandonerai» mi sussurra Shawn all'orecchio con voce roca.

«Io tornerò a Londra» avvisa con allegria e occhi sognanti Mark.

È passata una settimana dal suo arrivo ed è già diventato molto popolare a scuola e si è insediato molto bene nel nostro gruppo, tranne che con Cameron. Non so bene perché i due non vadano d'accordo, è un mistero, non solo per me, ma per tutti.

È passata una settimana pure dal messaggio che ho ricevuto, ma ancora non sono riuscita a scoprire chi me lo abbia mandato. Ne ho provato a parlare con Shawn, però mi ha detto che non è stato lui e da questa sua affermazione mi sono venuti sempre più dubbi ed ho passato la settimana a fare ricerche su ricerche, ma niente. Ormai ho perso le speranze, anche se ogni sera, prima di dormire, lo leggo e lo rileggo, assaporando ogni parola contenuta in esso...

«Bella Londra, ci sono stato un po' di tempo fa e mi piacerebbe molto tornarci» dice Taylor con occhi sognanti.

«Che ne dite se andiamo a farci un bel viaggetto a Londra?» propone Mark dal nulla.

«Quando? Subito dopo le vacanze ricominciano i corsi» preciso.

«Non appena ci sarà qualche ponte e poi perdere qualche giorno non ha mai ucciso nessuno» esclama Mark con menefreghismo, alzando le spalle. Devo ammettere che il suo rapporto con la scuola non è cambiato neanche di una sola virgola, dai professori lo salvano soltanto i suoi grandi occhioni verdi e la sua faccia da angelo, altrimenti avrebbe già rischiato un paio di volte di perdere l'anno.

Tutti gli altri annuiscono alla sua affermazione, mentre dalle mie labbra esce un sonoro sbuffo. Sinceramente non ho tanta voglia di perdere dei corsi, visto che ho già dato abbastanza in questo. Ci tengo ad andare bene, anche perché sono venuta qua a Los Angeles per studiare, anche se in quest'ultimo periodo ho la testa da tutt'altra parte...

Annuisco, anche se contrariata, mentre Mark mi dà un rapido bacio sulla guancia e si alza per andarsene.

«Tu invece che farai?» domando a Shawn che è intento ad addentare la sua mela.

«Partirò tra qualche ora e andrò a Miami con i miei, come ogni anno» mi sorride.

Ci alziamo dal tavolo e ci raggruppiamo tutti in un cerchio al di fuori della scuola.

«Ragazzi, io vi saluto, devo andare a preparare le valige» avviso, controllando l'orario e accorgendomi che è tardi e che se non me ne vado subito non farò in tempo a prendere l'aereo.

Saluto uno per uno, finché non scorgo il viso di Cameron. I nostri occhi entrano in contatto e anche se ciò è successo moltissime altre volte, i soliti brividi e l'accelerazione del mio cuore non mancano.

«Chi ti accompagna stasera all'aeroporto?» mi domanda all'orecchio.

«Dovrò chiamare un taxi» il mio tono è leggermente scocciato, mentre mi immagino ferma ad aspettare per le strade un taxi che molto probabilmente farà ritardo e ciò mi fa riflettere, traendo una conclusione: appena tornerò qua dovrò andare a fare gli esami per prendere la patente e comprarmi finalmente una macchina tutta mia.

«Ti accompagno io! A che ora devi essere là?» mi domanda Cameron.

«Alle nove in punto ho l'aereo, però non ti preoccupare, tanto io...» inizio a dire, ma lui mi zittisce con un dito sulle labbra.

Gli sorrido mentre lo ringrazio e lo saluto.

***

Sono le 5:30 del pomeriggio ed io ancora devo preparare le valige a causa di mia madre e delle sue mille chiamate e raccomandazioni.

Nella valigia metto soltanto maglioni e cose pesanti visto che in Italia il tempo è diverso da qua e molto probabilmente se mi vestissi come mi vesto ogni giorno qua, mi potrebbe venire qualche malanno.

«Hai finito di preparare le valige?» mi domanda Lily vicino la porta.

«Sì e tu? Tra quanto parti?» le domando andandole affianco.

«Verso le dieci, il tempo che mio padre mi venga a prendere» mi risponde con un radioso sorriso mentre si aggiusta i capelli lungo la spalla.

Sento qualcuno bussare alla porta, così vado ad aprire e mi ritrovo Cameron di fronte che è intento ad aggiustarsi l'orologio. Non appena si accorge della mia presenza, mi domanda «andiamo?».

«Sì, saluto un attimo le ragazze» rispondo, andando nell'altra stanza.

«Portaci qualche prodotto tipico italiano» mi raccomanda Sierra mentre mi stringe in un caloroso abbraccio.

«Certo» ridacchio, ricambiando la stretta.

«E anche qualche vestitino» esclama Lily, aggiungendosi all'abbraccio.

«Ciao ragazze, vi chiamerò per gli auguri. Divertitevi e per qualsiasi cosa, non esitate a chiamarmi o mandarmi un messaggio» guardo entrambe negli occhi.

«Anche tu» rispondono insieme.

«EMILY!» sento urlare Cameron con voce spazientita.

Prendo velocemente la valigia ed esco dalla stanza, dalla quale mancherò per ben due settimane...

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