Capitolo 78

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L'amore è come un tornado: ti stravolge, ma ti fortifica...

Il "ti amo" di Cameron mi rimbomba nella testa, persino adesso che sono distesa su questo prato verde smeraldo di Parigi, mentre tra le mani ho una piccola margherita che scruto fino in fondo, in ogni suo più piccolo particolare e dettaglio.

A volte sono proprio le cose che ci sembrano insignificanti, a colorare la nostra vita, a renderla migliore e a farci stare bene.

Penso e ripenso alla serata passata con Cameron;
ai nostri casti baci sulla punta di Parigi;
alle nostre carezze;
alla nostra passione che ci travolgeva in ogni attimo;
ai nostri ti amo sussurrati ed urlati a squarciagola...

Siamo stati sulla Torre Eiffel fino a tardi, ad ammirare la città dall'alto, io stretta nelle sue possenti braccia, al sicuro, nella mia nuova dimora, quella che sceglierei sempre e che non abbandonerei mai.

Guardo questa margherita attentamente e poi un pensiero mi oltrepassa e sfiora la mente: Shawn.

Poso il fiore sul mio grembo, per poi prendere il telefono e comporre il suo numero. Ci devo parlare, è un bravo ragazzo e non merita di soffrire, ma di sapere la verità, ovvero che ormai il mio cuore non appartiene più a lui, ma a qualcun altro.

Cameron mi aveva mandato un messaggio e in questo momento sta parlando con Allison. Le sta spiegando la situazione e non penso che la prenderà bene visto il suo carattere, anche se mi dispiace per lei, è pur sempre umana e le emozioni le ha. Dopotutto se io fossi nella sua situazione ci rimarrei male, molto, ma meglio sapere determinate cose, che soffrire e rimanere all'oscuro.

Premo sul tasto verde del telefono, per poi portarlo all'orecchio ed ascoltare gli squilli che si espandono intorno a me.

Più aumentano, più il mio cuore batte forte, moltiplicando i battiti che riecheggiano, dettati dall'ansia...

«Pronto?» risponde una voce calda e premurosa.

«Shawn» sussurro tristemente.

«Ehi piccola!» esclama con tono felice.

Faccio una smorfia di disapprovazione non appena sento il nomignolo che mi ha appena affibbiato. Solo una persona può chiamarmi in questo modo.

«Dobbiamo parlare» mormoro di nuovo con voce tremolante e incerta.

«È successo qualcosa? Da come parli sembrerebbe proprio di sì».

«Sono al parco affianco all'albergo, raggiungimi tra cinque minuti, così ne parliamo» parlo velocemente, per poi chiudere il telefono.

Emano un sospiro di frustrazione ed ansia. Ho paura di farlo soffrire, non me lo perdonerei mai, ma dopotutto Shawn non merita una come me, perché merita di meglio e sono sicura che troverà la ragazza giusta; la sua esatta metà, proprio come io ho trovato la mia.

Lasciandomi trasportare dall'ansia, prendo una ciocca bionda, iniziando così a torturarla e a passarla ripetutamente tra le dita.

Trascorrono attimi infiniti, in cui sono immersa nei miei pensieri e in particolar modo, su ciò che potrebbe accadere oggi, in questo parco.

«Ehi!» sento una mano che si posa sulla mia spalla. Mi giro, scorgendo così il volto di Shawn.

È preoccupato, lo leggo dai suoi occhi color caramello.

Sorrido incerta, per poi abbracciarlo improvvisamente e sussurrare al suo orecchio con voce spezzata «non posso, Shawn... non posso».

«Cosa non puoi? Non capisco» si stacca dalla mia presa, per guardarmi dritto negli occhi grondanti di lacrime.

«Mi dispiace Shawn, ma non posso più continuare a mentire a me stessa e a te. Penso che sia meglio chiuderla qua» il mio sguardo si posa sulla margherita caduta sull'erba.

«È per lui, vero?» domanda dopo qualche attimo, con lo sguardo pieno di rabbia ed io lo fisso incerta «è inutile che fai la finta innocente. Sai benissimo a chi mi riferisco, a Cameron... certo, è per lui» la sua voce è fredda e distaccata mentre si massaggia le tempie e si lascia affiancare da una risata.

L'unica cosa che riesco a dirgli è «mi dispiace».

«No Emily, non ti dispiace affatto. Ho sempre notato i vostri sguardi di complicità, facendo però finta di niente» esclama, alzando di poco il tono della voce.

Inizio ad avere paura, ma poi un attacco di rabbia mi pervade il corpo «e allora preferivi che continuassi ad essere fidanzata con te e mentirti? Guardare un altro ragazzo mentre stavo con te? Stare con una persona per cui non provo niente?».

Forse ho esagerato con le parole e lo posso notare anche dal suo sguardo perso e distrutto.

«Mi dispiace, Shawn...» esclamo velocemente, posando una mano sulla sua spalla, ma lui la scaccia via con un movimento rapido e violento.

«Sai dire solo questo? Un misero "mi dispiace"? Fai prima a rimanere zitta» contrae la mascella e nel frattempo le sue nocche diventano bianche.

Ci guardiamo dritti negli occhi, finché delle urla non interrompono quel contatto che mi incuteva ansia e timore.

«Emily! Eccoti qua! E noto con mio grande piacere che c'è anche Shawn. Bene, almeno mi aiuterà a raccontarti la verità, visto che sai tutti i dettagli in prima persona, no?» esclama Allison, che fa la sua improvvisa comparsa con gli occhi lucidi e lo sguardo che emana odio, mentre gesticola con le braccia.

«Allison, ti prego, non farlo!» la raggiunge Cameron, che la prende da un polso per farla voltare nella sua direzione e supplicarla con lo sguardo.

«Perché Cameron? Perché non dovrebbe sapere la verità?» sputa velenoso Shawn affianco a me.

«Shawn, no» Cameron contrae la mascella, mentre nel suo sguardo c'è solo preoccupazione e timore.

«Fallo!» esclama su tutte le furie Allison.

Che cosa sta succedendo?

In un attimo do sfogo ai miei pensieri, urlando «BASTA!».

Si voltano tutti verso la mia direzione.

Le lacrime si accumulano rapidamente e con un filo di voce, sussurro «che cosa mi state nascondendo tutti? Ti prego Allison, raccontami la verità».

Lei sorride vittoriosa, fissando Cameron che intanto mi guarda con occhi pieni di vergogna nei suoi stessi confronti e di rimorso.

«Bene, lo faccio subito»...

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