«Ehi Luke, ti vedo strano oggi. È successo qualcosa?» chiedo al mio amico che ho di fianco e che oggi sembra su un altro pianeta.
«Cosa?» mi domanda con la fronte corrucciata e l'espressione di uno che non ha capito niente.
«Ti vedo strano, è successo qualcosa?» ripeto, con la speranza di ricevere una risposta.
«Beh, in realtà sì, ma siccome è appena suonata la campanella, ne parliamo dopo» dice velocemente, facendo dei passi all'indietro con le braccia alzate e con un sorrisetto furbo, ma prima che io possa fermarlo, si mette a correre. D'un tratto urla, ormai dall'altra parte del corridoio «TI VOGLIO BENE, SAPPILO!», affiancato da un bacio volante.
Mi volto, dirigendomi verso il mio armadietto per prendere i libri di letteratura, ma sbadata come sono, una volta che sono là davanti, faccio cadere il libro per terra. Lo raccolgo, stringendolo tra le braccia, ma non appena mi alzo, la mia vista viene catturata da una coppia che si bacia: Cameron ed Allison.
Sono passati due giorni dal nostro ultimo bacio e adesso le cose sono tornate esattamente come prima. Ho fatto pace con Shawn, ma ho deciso di non dirgli niente per non farlo soffrire, mentre per quando riguarda Sierra, ha perdonato Nash, ma non so in che rapporti siano. Stasera le parlerò per capire meglio, anche perché è da tanto che non abbiamo una vera conversazione io e lei.
Mi affretto ad entrare in classe e ne approfitto per sedermi al primo banco. Non per fare la secchiona della situazione, ma letteratura è la mia materia preferita e il modo in cui spiega la professoressa è coinvolgente.
Iniziano ad entrare sempre più persone e la maggior parte si affretta per andare ad accaparrarsi i posti agli ultimi banchi, assicurandosi una pennichella.
La professoressa fa la sua entrata in classe. Si guarda attorno sorridendo, mentre la classe è circondata da un silenzio tombale, poi si siede per prendere i libri e dare inizio alla lezione.
«Bene ragazzi, oggi vorrei...» inizia a parlare, ma viene interrotta dall'entrata di Cameron con il fiatone, che senza salutare e scusarsi per il ritardo, si va a sedere, mettendosi in terza fila affianco alla finestra.
La professoressa lo guarda con espressione indignata e con lo sguardo di una donna che oramai ha perso le speranze: le sue sopracciglia sono inarcate, gli occhi guardano attraverso le lenti spesse, mentre le labbra screpolate sono strette, fino a formare una linea dritta e tutto per colpa del ragazzo che è appena entrato.
Fa un lungo respiro, per reprimere la disperazione «prima di essere interrotta...» marca bene queste parole guardando nella direzione di Cameron «...stavo dicendo, oggi vorrei leggere insieme a voi una tragedia teatrale, che a me ha entusiasmato molto, spero che anche a voi potrà trasmettere le stesse emozioni. Si tratta di Romeo e Giulietta» finisce con un sorriso fiero.
Non appena sento nominare il titolo dell'opera, il mio cuore perde un battito e un ricordo si fa spazio nei miei pensieri...«Purtroppo siamo destinati a stare l'uno lontano dall'altro, come in Romeo E Giulietta, il loro amore è destinato a finire, così come il nostro».
Le parole di Cameron mi rimbombano nella mente e senza pensarci troppo mi volto verso la sua direzione e, con grande stupore, noto che anche lui mi sta guardando con il suo sguardo intenso.
Mi volto verso la professoressa, che intanto sta iniziando a narrare la storia dei due poveri innamorati e continuo a seguire la lezione, prendendo vari appunti.
La campanella suona e gli studenti non perdono tempo per alzarsi ed uscire da questa aula per dirigersi verso la mensa, visto che è iniziata la ricreazione.
Con calma, ripongo tutto il materiale nella mia cartella, ma essendo troppo sbadata e distratta, faccio cadere una matita a terra. Mi piego per raccoglierla, ma vengo preceduta da un'altra mano, che la prende al posto mio.
«Tieni» mi sorride Cameron, mentre mi guarda fisso negli occhi.
«Grazie» sussurro, prendendola.
Dopo avermi guardata un'ultima volta, se ne va via, lontano da me.
***
Sto camminando per i corridoi da cinque minuti alla ricerca di Luke.
«Ehi Calum, hai visto il ciuffetto biondo di Luke?» domando al ragazzo moro. Mi guarda immediatamente male, ma dopotutto come dargli torto, ho appena interrotto una conversazione con due ragazze del secondo anno.
«Appena è suonata la campanella ho visto che è uscito fuori, prova a cercarlo là» mi suggerisce alzando le spalle. Lo ringrazio, per poi girarmi e andare alla ricercare del mio amico.
Faccio un giro fuori, però di lui nessuna traccia, ma poi mi si accende una lampadina e con passo veloce mi affretto ad andare nell'unico posto in cui può essere andato: il parco.
Corro per raggiungere la meta il più presto possibile e, una volta arrivata, ho il fiatone. Entro subito dentro e come sospettavo, lo trovo sdraiato sull'erba, mentre guarda il cielo con sguardo perso e pensieroso.
Senza interrompere la quiete che lo circonda, mi vado a sdraiare affianco a lui e non appena si accorge che sono io, sposta un'altra volta lo sguardo, senza proferire parola.
Restiamo per dieci minuti in silenzio, per goderci la quiete di questo posto che ha segnato l'inizio della nostra amicizia, ma poi, a tutto un tratto, inizia a parlare «i miei genitori mi vogliono conoscere» sussurra con voce soffocata. Mi giro e noto che delle lacrime di felicità gli accarezzano i lineamenti. Mi fiondo subito tra le sue braccia, per poi sussurrargli con un sorriso smagliante «è fantastico!».
«Lo so, ma ho paura. Metti che non sono alla loro altezza?!» mi fissa con sguardo impaurito. Sembra tanto un bambino in questo momento.
«Sono i tuoi genitori e loro non appena ti vedranno saranno fieri di te e dell'uomo che sei diventato» gli dico con voce consolatoria e lui sorride per queste mie parole.
«Sono venuto a sapere anche un'altra cosa» mi annuncia.
«Cosa?» gli domando.
«Ho altre sorelle. Ho sempre sognato averne e finalmente il mio sogno si è avverato» la sua voce è fiera mentre nel suo sguardo naviga un immenso bagliore.
«Sarai un ottimo fratello, io sarei fiera fossi in loro. Ti meriti tutta la felicità di questo mondo perché sei una persona speciale e fantastica. Vorrei tanto averti io come fratello» gli confesso ed è la verità. Mi sarebbe piaciuto avere qualcun altro in famiglia che si prendesse cura di me.
«Anche io, però dai, sei la mia sorellina acquisita» mi da un pizzicotto sulla guancia, per poi lasciarci andare in una risata.
E così passiamo il resto del pomeriggio, a ridere e scherzare e a pensare e fantasticare su come sarà la sua famiglia...

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FINE LINE
FanfictionLa sensazione di non essere mai al proprio posto; quella voglia di scappare e non voltarsi indietro; l'impulso di distruggere tutto solo per vedere il mondo a pezzi quanto te. Emily è alla disperata ricerca di una mano che la afferri e la strappi a...